“Le Agenzie per il Lavoro sono da sempre a fianco delle aziende e svolgono un ruolo chiave nel proporre soluzioni che sappiano leggere il mercato del lavoro, che oggi cambia con estrema rapidità. L’impatto del loro operato si riverbera sull’economia e sul sistema Paese e lo fa guardando al futuro delle persone, del mercato e del settore”, ha detto Francesco Baroni a margine della sua elezione alla presidenza di Assolavoro, l’Associazione delle Agenzie per il Lavoro, avvenuta a inizio febbraio.
Lo scorso novembre l’Associazione ha pubblicato un Manifesto, dal titolo “Le proposte delle agenzie per un lavoro di valore”, che rappresenta anche per la nuova presidenza la base su cui lavorare. “L’obiettivo principale da perseguire come associazione è il posizionamento del settore da un punto di vista sia qualitativo, sia quantitativo. La percezione del nostro ruolo deve passare da intermediari ad abilitatori di conoscenze, competenze, formazione, welfare, soluzioni di servizio integrate, specializzazione. Inoltre, è necessario continuare a sviluppare le condizioni per la crescita del nostro livello di penetrazione nel mercato facendo leva sulla nostra capacità di fare la differenza fra flessibilità buona e flessibilità cattiva. Su questo elemento riteniamo possano esserci le condizioni per contribuire in modo deciso a valorizzare sempre di più il contratto di somministrazione come risposta capace di distinguersi per gli strumenti che consentono di gestire la flessibilità senza mai perdere di vista la centralità del lavoratore”, ha detto ancora Baroni.
Il Manifesto di Assolavoro
Tra i temi sviscerati nel Manifesto:
- logiche di collaborazione con la Pubblica Amministrazione;
- contrasto alle forme di lavoro illegali;
- sviluppo di maggior dialogo tra mondo della scuola e tessuto produttivo;
- centralità delle Politiche attive in una logica di collaborazione pubblico-privato.
Su quest’ultimo punto Assolavoro invita a riflettere sulla particolarità del nostro sistema misto pubblico-privato nei servizi per il lavoro. A livello europeo infatti è a volte considerato in modo negativo proprio per quanto riguarda le attività delle Apl. “Vengono viste con sospetto le attività di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale e di supporto alla ricollocazione professionale per le imprese clienti”, si legge nel Manifesto. “Tale pregiudizio verso il modello misto italiano determina incertezza anche nella relazione positiva avviata con le pubbliche amministrazioni negli anni e relativa al dialogo sull’impostazione delle nuove misure a valere sui nuovi fondi FSE+”.
Oltre ad auspicare che si adottino in sede comunitaria tutte le iniziative necessarie per difendere e supportare il modello di cooperazione, l’associazione evidenzia anche la necessità di basare il dialogo tra sistema pubblico e operatori privati su una omogeneizzazione a livello nazionale della governance territoriale. Troppe regole diverse compromettono, infatti, l’operatività dei soggetti privati.
Nella sostanza, quello che serve, secondo Assolavoro, è “un processo unitario di gestione dei flussi da parte dei singoli Centri per l’Impiego”.
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