Dati e tendenze sulla somministrazione

I dati Inps e Jobtech sul lavoro in somministrazione confermano la rilevanza di questo strumento e l'apporto delle Agenzie per il Lavoro

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Lavoro in somministrazione

A novembre 2022 il Coordinamento Generale Statistico Attuariale dell’Inps ha pubblicato il Focus sui lavoratori dipendenti in somministrazione.

Nel 2021 il numero dei lavoratori così classificati, con almeno una giornata retribuita nell’anno, è risultato pari a 904.309, in aumento del 22,9% rispetto al 2020. Una crescita così sostenuta si era registrata nel 2017, quando, complice la cancellazione dei voucher, l’aumento era stato del 25,2%. Il comparto della somministrazione, limitatamente ai contratti a tempo determinato, aveva però subito una battuta d’arresto nel 2019, per effetto del Decreto Dignità, e un’altra contrazione nel 2020, causa la pandemia.

Le tipologie di somministrazione

L’incremento del 2021 interessa invece tutte le tipologie contrattuali e in modo particolare i somministrati a tempo determinato (+24,8%). La retribuzione media di questi lavoratori è pari a 9.588 euro, per una media di 130 giornate retribuite. Con riferimento alla distribuzione per qualifica, sono gli operai a costituire la componente prevalente. Parliamo di 703.606 lavoratori, il 77,8% del totale. Il 19,6% rientra nella categoria degli impiegati, mentre il restante 2,6% interessa altre qualifiche.

I dati Inps indicano anche un forte incremento del numero di dirigenti in somministrazione, che nel 2021 supera le 4.000 unità. La cifra è impressionante, se si considera che negli anni precedenti raramente questi profili superavano le 50 unità, ma c’è una motivazione ben precisa. L’emergenza creata dalla pandemia ha generato una necessità di reclutamento, anche temporaneo, di sanitari di ogni categoria e di personale medico (inclusi specializzandi e pensionati) classificato nell’area dirigenziale.  È interessante notare anche il gap generazionale all’interno di questa categoria: oltre il 40% ha meno di 30 anni, mentre quasi il 30% ha 65 anni e oltre.

Analizzando la distribuzione dei lavoratori per area geografica, nel 2021 il 69,3% dei lavoratori dipendenti in somministrazione lavora nelle regioni del Nord. Segue il Centro (18%), il Sud (9,6%), le Isole (3,1%). Infine, con riferimento alla tipologia di orario di lavoro si osserva che il 73,9% di lavoratori dipendenti in somministrazione è stato impiegato a tempo pieno.

Cosa dice l’Osservatorio Jobtech

Altre informazioni utili sul lavoro in somministrazione nel nostro Paese arrivano da Jobtech, agenzia per il lavoro completamente digitale. E focalizzata, attraverso diversi portali, su specifiche aree di business, dalla grande distribuzione alla logistica, dalla hospitality alla ristorazione. L’agenzia ha recentemente pubblicato i risultati di un Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione, analizzando gli ultimi sei mesi del 2022. Nel periodo in analisi, si è registrato un aumento del 26% degli annunci di lavoro online rispetto alla prima parte dell’anno e un aumento del 27% del numero di persone in cerca di una nuova opportunità lavorativa.

Il settore più richiesto da chi cerca un’opportunità di lavoro è la vendita al dettaglio, con una maggioranza di ricerche provenienti da donne, che guardano però anche ai settori dell’accoglienza e della contabilità. Le ricerche degli uomini sono invece concentrate nel mondo della logistica e produzione. Al quale seguono il retail e la ristorazione.

Genere, età e area geografica

L’indagine conferma comunque che sono le donne ad avere più difficoltà nel trovare un’occupazione. Sono sempre loro a cercare lavoro in misura maggiore rispetto agli uomini (il 64,8% contro il 35,2%) e sono loro le più qualificate  in termini di titolo di studio (il 68,5% delle donne ha almeno un diploma, contro il 59,2% degli uomini).

Sono interessanti anche i dati anagrafici: i millennial rappresentano la maggioranza di chi cerca lavoro (41%). Seguono la Generazione X (35,1%) e la Generazione Z (i nati dal 1996) con il 18,5%. Nel 4,9% dei casi a cercare lavoro sono i Baby boomer (nati dal 1950 al 1965).

Dove si offre maggiormente lavoro? Similmente a quanto accadeva nel 2021, il 74% degli annunci online proviene dal Nord Italia, con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna in pole position. Allo stesso modo, sono sempre le regioni del Nord le più dinamiche per quanto riguarda la ricerca di occupazione. Rapportando i dati con gli abitanti, le regioni con la popolazione più attiva in questo senso sono Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Tuttavia, sono del Sud, Sardegna e Sicilia, le regioni che hanno registrato la più alta crescita di offerte di lavoro tra il secondo semestre del 2022 e il secondo semestre del 2021, rispettivamente del +58% e del +55%.

Angelo Sergio Zamboni, co-founder di Jobtech, commenta: “È evidente che il mercato del lavoro sia in forte dinamismo e che questo spinga gli operatori all’ottimismo. Ma occorre chiedersi: lo stiamo facendo crescere nel modo migliore possibile? Perché per le donne – numerose e, in generale, più preparate – è più difficile trovare un impiego? Come è possibile che al Sud non si riesca a costruire una value proposition interessante per attrarre i candidati? Sono queste criticità, oggi, le sfide da affrontare per colmare quel mismatch tra domanda e offerta che le aziende oggi lamentano”.


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