“L’esperienza mi ha insegnato che è meglio parlare di integrazione vita-lavoro, più che di equilibrio, perché i percorsi umani e professionali si intrecciano in maniera unica. Mi lascio guidare da 4 elementi chiave: fare un lavoro che mi piace e nel quale sento di poter dare un contributo di valore, vivere in un ambiente professionale che valorizza l’unicità delle persone, poter generare un impatto positivo non solo sul business ma anche a livello sociale e, non meno importante, integrare la mia vita privata, un marito e due figli, con un lavoro che mi appassiona moltissimo. Medtronic mi ha dato la possibilità di coniugare questi punti”.
Se nei ruoli manageriali il sistema on/off è praticamente impossibile, la work-life integration è la ricetta di Paola Pirotta, da gennaio 2023 amministratrice delegata di Medtronic Italia e Senior Finance Director Italia, Iberia, Francia. La multinazionale “big” nelle tecnologie per la salute, impiega in Italia circa 2000 persone, tra la sede principale di Milano, le sedi produttive a Mirandola (MO) con un centro logistico a Rolo (RE), il Centro di Eccellenza Clinica a Roma e la sede di NGC Medical a Turate (CO). Innovazione e inclusione, dialogo e valore sociale, sono da sempre protagonisti della sua mission. La nuova leader dell’azienda punta a cogliere e a implementare questa eredità, per affrontare efficacemente questo periodo di grande cambiamento.
Il ruolo di prima amministratrice delegata nella storia di Medtronic Italia è un esempio tangibile di crescita della leadership femminile nel mondo imprenditoriale. Ci racconta il suo percorso umano e professionale?
Sono anzitutto onorata di ricoprire questo ruolo all’interno di un’azienda innovativa, dove equità e inclusione vengono considerati elementi di business e creano valore. Sento molta responsabilità verso le persone Medtronic e per ciò che la nostra realtà rappresenta presso clienti, stakeholder e pazienti. Fare la differenza in un settore fondamentale per la società come quello sanitario arricchisce il nostro purpose. Come amministratrice delegata, porto avanti un modello di leadership diffusa, guidando l’azienda insieme al leadership team, valorizzando partecipazione e responsabilizzazione degli individui a ogni livello.
La mia storia lavorativa è strettamente connessa a quella personale. La figura di mia madre, infatti, ha significativamente caratterizzato la mia carriera. La dolcezza e la generosità, unite all’autorevolezza e alla determinazione, sono stati il migliore modello di leadership femminile. Professionalmente parlando, mi sono laureata all’Università Bocconi e sono subito entrata nel mondo delle multinazionali. Ho passato oltre 20 anni in Whirlpool Corporation, ricoprendo diversi ruoli in ambito finance. Esperienze nazionali e internazionali che hanno contribuito ad ampliare il mio sguardo e le mie capacità di gestire il cambiamento. Sono approdata a Medtronic nel marzo 2020, proprio all’inizio della pandemia, come Cfo Italia e, successivamente, sono diventata Senior Finance Director per Italia, Francia e Iberia. Ruolo che continuo a ricoprire in aggiunta a quello di amministratrice delegata della filiale italiana.
Quali sono le principali sfide per il settore delle tecnologie Healthcare dopo la pandemia? Come le state affrontando?
Viviamo un momento complesso ma stimolante: l’emergenza ha evidenziato come il sistema salute a livello globale necessiti di una vera e urgente evoluzione. Oggi più che mai, dunque, Medtronic ha un ruolo sociale importante, quello di garantire maggiore benessere alle persone. Stiamo accompagnando il passaggio a un Sistema Sanitario Nazionale paziente centrico, digitalizzato e anche esterno ai canonici luoghi di cura, grazie all’analisi dei dati e alle nuove partnership pubblico-privato.
L’ambizione è guidare questa evoluzione in qualità di leader dell’health tech, perché l’assistenza diventi preventiva e personalizzata, i pazienti curati prima e fuori dagli ospedali, l’accesso alla salute più equo e sostenibile. Per farlo, investiamo in ricerca, tecnologia, persone e stakeholder secondo una visione olistica del business.
Il cambiamento del mondo del lavoro impone alle aziende precise politiche di attraction & retention delle persone. Qual è il suo rapporto con il team HR?
La mission di Medtronic è la stessa dal 1960: parla di tecnologia, sostenibilità, people, diversità e inclusione. I temi che oggi dominano la scena del mondo del lavoro erano giù attuali per noi da molto tempo. Essere una persona di Medtronic è motivo di orgoglio, ognuno viene lasciato libero di esprimersi in un sistema ricco di opportunità, operando a massimi livelli di professionalità. Questo avviene anche nella selezione e nella gestione delle risorse umane: il rapporto con il team HR è sinergico e indispensabile.
Abbiamo sviluppato tante iniziative per garantire benessere nell’intero ciclo di vita professionale, vedi il successo del progetto SmartMed di riorganizzazione flessibile del lavoro e degli spazi, già approfondito con voi dall’HR Director Alessandra Sama. Il tutto accompagnato da una value proposition e da survey regolarmente condotte per ascoltare le esigenze, individuando insieme cosa proporre e come migliorare. Riteniamo inoltre fondamentale partire dalla valorizzazione della cultura aziendale per esportarla nella società. Guidando il cambiamento nell’azienda si guida anche l’impatto positivo all’esterno.
La certificazione Top Employer 2023 non è il primo traguardo in tal senso, ma premia un percorso costante di inclusione e ascolto.
Inclusione ed equità sono elementi chiave del business, non qualcosa di parallelo ed esterno. Sono acceleratori della creazione di valore per la comunità e per l’innovazione, dunque del nostro vantaggio competitivo. Insieme alla certificazione Top Employer 2023, siamo orgogliosi dell’ingresso nelle 25 Top Companies di Linkedin. La classifica aiuta infatti i professionisti a individuare i modi migliori per fare carriera usando dati legati alla piattaforma. Questo conferma la forza della nostra cultura aziendale. Un altro momento importante è rappresentato dall’Annual Meeting FY23, gestito anche con l’aiuto della community dei Millennials, per dare l’empowerment di gestire bisogni, temi e opportunità in ottica generation.
Nella sua partecipazione al Women’s Equality Festival ha parlato proprio di “liberare i talenti”: c’è una ricetta vincente per Medtronic?
Viviamo in un’epoca affascinante, per chi sa coglierne le sfide. Cambiamenti e instabilità che possono diventare grandi opportunità per le risorse umane. Non sono più le aziende a scegliere i talenti, viceversa i potenziali candidati chiedono purpose, innovazione e crescita ma anche e soprattutto inclusione, flessibilità e sostenibilità. I talenti ci scelgono perché attirati dalla nostra expertise e dalla nostra mission, dalla promessa mantenuta di offrire un ambiente agile e stimolante.
Come otteniamo questo? Tramite una governance inclusiva delle persone e dei processi, non di natura top-down, unita alla volontà di contribuire con la tecnologia alla tutela dell’ambiente e al benessere sociale. Le persone oggi si aspettano aziende davvero responsabili e reattive, con contenuti autentici.
State sviluppando nuovi progetti di welfare e attività in ottica DEI?
Anche le DEI viene gestita come un elemento di business, tramite kpi, obiettivi e review, rientrando anche nella valutazione dei manager. A oggi, le donne ricoprono il 55% del totale delle nostre persone. Il 37% è manager e il 31% fa parte del leadership team. In generale, si incentiva costantemente il dialogo tra tutte le community aziendali per favorire la contaminazione tra generazioni e culture. La ritengo una vera e propria abilità organizzativa, fatta di governance inclusiva, ascolto bidirezionale e feedback tra leadership team e organi aziendali.
L’approccio al welfare di Medtronic, inoltre, è strettamente connesso alla motivazione e al benessere. Tramite survey periodiche identifichiamo le necessità, coinvolgendo i dipendenti nel processo decisionale delle attività da promuovere. Le sviluppiamo su tre livelli: coaching, mentoring, formazione e lato sanitario per il singolo; come azienda policy di lavoro agile, cura della genitorialità e sviluppo di Erg (Employee Resource Group), ovvero community di Millennials 100+, Pride 200+, Women Network 200+ e Mentor che danno voce ai bisogni verso il management e, infine, facendo sistema con le organizzazioni esterne nel supporto alle associazioni di pazienti e nelle ore di volontariato.
Alla luce della sua esperienza, cosa consiglierebbe alle giovani donne che desiderano costruire una carriera nel nostro Paese?
La situazione dell’empowerment femminile è ancora molto sfidante. L’Italia è indietro rispetto ad altri Paesi europei. Dunque è il momento giusto per agire, a beneficio delle generazioni future. Il mio consiglio, a prescindere dal genere, è inseguire i propri sogni e le proprie ambizioni con determinazione, senza precludersi possibilità. Le aziende hanno estremamente bisogno di differenze, di inclinazioni diverse, di talenti con voglia di imparare e di cambiare continuamente.
Inoltre, suggerisco di sfidare lo status quo e avere il coraggio di sbagliare, per liberare la creatività e l’innovazione. Altro elemento importante, mantenersi aperti alla diversità e prendersi cura delle persone, non guardare solo al proprio percorso ma alla sua connessione con gli altri.
Quali potrebbero essere, in una visione sinergica con istituzioni e mondo scolastico, le soluzioni alla carenza di figure Stem?
Ritengo fondamentale investire a livello di scuola, fin dalla materna, per guidare i bias insiti nella società. Fortunatamente, noto che le nuove generazioni si stanno già liberando dai pregiudizi, aprendosi un mondo ricco di opportunità. Le istituzioni hanno un ruolo centrale nella valorizzazione delle discipline Stem e la nostra azienda può contribuire in modo significativo. Per esempio, collaboriamo con università e corsi di laurea per favorire la contaminazione tra approccio scientifico e umanistico.
Puntando anche sulla capacità di lavorare in squadra, pur con background diversi. Cito, ad esempio, il programma di formazione Make Xp: abbiamo selezionato e portato in azienda alcuni studenti universitari che si sono messi in gioco anche attraverso un hackathon interno. Tre di loro sono successivamente entrati nella squadra di Medtronic Italia. Collaboriamo inoltre con associazioni che ci aiutano a portare l’esperienza delle nostre donne Stem nelle scuole. Ci teniamo molto perché il mondo della sanità è composto prevalentemente da figure femminili, ma poche di loro raggiungono ruoli apicali.