Il lavoro ai nostri tempi

Il tema delle generazioni a confronto è un evergreen particolarmente affascinante perché si intreccia con le tendenze del mondo del lavoro e con le attuali problematiche sociali

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Generazioni a confronto

di Virna Bottarelli |

Non fatevi ingannare dagli adolescenti, che liquidano come boomer chiunque non mostri la loro stessa disinvoltura con i linguaggi tecnologici dell’ultim’ora.

Gli adulti che oggi popolano il mondo del lavoro appartengono a più di una generazione, come ci insegnano le scienze sociali: quella dei boomer, i nati dal secondo dopoguerra al 1965, la generazione X, che identifica i nati dal 1965 al 1980, la Y, o dei millennial, per i nati tra il 1980 e la fine degli anni Novanta, e la Z, quella dei nati tra la fine degli anni Novanta e il 2012. Parliamo di persone che sembrano appartenere a vere e proprie ere diverse, con priorità ed esigenze che, rispetto al lavoro, sembrano molto distanti le une dalle altre.

Ma potrebbe essere altrimenti? La nostra società ha vissuto cambiamenti epocali in un lasso di tempo relativamente breve e il contesto in cui vive oggi un ventenne è profondamente diverso anche solo da quello vissuto da chi ha compiuto vent’anni nei primi anni duemila. Figuriamoci, quindi, che cosa possa avere in comune un under 30 di oggi con il proprio genitore cinquantenne o con i propri nonni, figli degli anni del boom economico.

Un lavoro è per sempre. Anzi, lo era.

Per i baby boomer ancora attivi gli obiettivi principali sono stabilità finanziaria e pensione sicura, che vanno di pari passo con l’impegno a mantenersi attivi e in salute per non dover gravare, in prospettiva, su figli e nipoti. Grazie all’esperienza e alle competenze maturate, questa generazione rappresenta spesso la memoria storica delle aziende, che, se valorizzata, diventa un vero e proprio valore aggiunto. I boomer sono anche particolarmente esigenti quando sono alla ricerca di un nuovo lavoro. Questo, per lo meno, rivela un sondaggio condotto da Randstad nel 2022, che ha coinvolto oltre 6.590 persone in Italia.

Certo, la cosa non stupisce: a differenza delle generazioni successive, i boomer hanno vissuto periodi di crescita economica e goduto di una stabilità lavorativa divenuta via via sempre più difficile da mantenere. Per la generazione X, invece, quello che conta è il proprio percorso di carriera. Lavoro e vita privata sono sfere da tenere nettamente separate e la stabilità, non più così scontata come per la generazione che li ha preceduti, è un tesoro da conservare con cura. Discorso ancora diverso per i millennials, una generazione che è da subito stata attratta da aziende con missione e valori forti, con un impegno per la sostenibilità e la responsabilità sociale, ma che vive ancora il lavoro, il reddito e la disponibilità economica come elementi incerti. Tanto che in molti casi ha ancora l’obiettivo di uscire dalla precarietà.

E poi ci sono loro: i giovani della generazione Z, che in questi anni stanno facendo il proprio ingresso nel mondo del lavoro. Come spiega Silvia Orlandini, People & Culture Manager di Reverse: “L’emergenza sanitaria, la crisi finanziaria, l’instabilità della situazione internazionale e l’aumento del costo della vita hanno profondamente segnato la nuova generazione di professionisti. La quale si approccia al lavoro in maniera molto diversa rispetto ai genitori. Non è per niente raro che una posizione lavorativa venga rifiutata perché il candidato non ritiene l’azienda in linea con i propri principi etici. Per quanto siano molto consapevoli delle proprie scelte e delle proprie opportunità, la loro enorme sensibilità ai problemi del mondo li rende anche molto fragili e soggetti ad ansie e preoccupazioni”.


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