L’indagine su 500 tra titolari e responsabili HR di Pmi evidenzia come la gestione del personale e delle paghe sia ancora un’area critica per la digitalizzazione.
Alla luce di ciò, Excel o strumenti affini restano la soluzione più semplice e intuitiva per gestire la parte di presenze, assenze e analisi dei dati sui dipendenti. Stando alle risposte, questi strumenti danno una migliore visione d’insieme del personale e una maggiore libertà gestionale, soprattutto vista la mancanza di sistemi integrati che comunichino con il proprio consulente del lavoro.
Anche nella parte di archiviazione documenti, gli HR prediligono piattaforme come Google Drive o Dropbox (indicati dal 39%) per cercare più facilmente i documenti in pochi passaggi. Questo, nonostante i rischi di privacy a cui si può andare incontro.
Gestione del personale automatizzata o no
Guardando alle risposte, solo il 62% delle aziende italiane utilizza uno strumento per la gestione del personale, gli Human Capital Management o HCM. Ancora più bassa, circa il 54%, la percentuale di Pmi che utilizza strumenti digitali per condurre le attività di recruiting, i cosiddetti Application Tracking System.
Quando si parla di gestione del dipendente dal punto di vista della crescita e del benessere in azienda, i dati sono ancora peggiori. Meno di 1 azienda su 3 utilizza un software per lo sviluppo dei talenti e delle competenze. E solo il 26% digitalizza la cura dell’engagement dei propri dipendenti. Fanalino di coda il cosiddetto “employer branding”, l’insieme delle attività che portano a percepire l’azienda come accattivante per i potenziali candidati e i dipendenti. Il tasso di utilizzo di un software tra le Pmi censite è del 24%, percentuale che scende al 15% quando parliamo di microimprese con meno di 5 dipendenti.
