di Cleopatra Gatti |
Immaginate un mondo in cui tutti vadano al lavoro con entusiasmo, in cui sia facile destreggiarsi tra lavoro e vita privata. Non sarebbe fantastico?
Più di 2000 anni fa, Confucio diceva “Scegli il lavoro che ami e lavorare non ti peserà mai”. Forse la teoria del filosofo cinese è un tantino idealista, ma è innegabile che un lavoro soddisfacente renda le giornate meno faticose. Il benessere e il divertimento sul posto di lavoro cambiano in meglio la vita e permettono di proiettarsi con più energia nel futuro. La domanda che sorge quindi spontanea è: lavoro e divertimento sono conciliabili? Non è facile associare il concetto di felicità a un ambito come il lavoro, spesso considerato un luogo di profitto in cui le emozioni non trovano spazio. Eppure, è sempre più necessario.
I dati italiani
Attualmente, secondo il Barometro della Felicità 2022 realizzato da Pens.com, solo il 37,5% dei lavoratori italiani si dichiara soddisfatto del proprio lavoro, mentre per il 13,4% la massima di Confucio rimane un’utopia. Quasi la metà dei rispondenti preferisce non sbilanciarsi. Dati alla mano, le generazioni intermedie sono quelle meno contente del proprio lavoro, mentre i giovani sotto i 25 anni hanno una visione più ottimistica. Negli ultimi anni, pandemia, guerra e crisi energetica hanno rivoluzionato il mondo del lavoro e lo hanno sottoposto a sfide inimmaginabili.
Inoltre, instabilità e pressioni dovute alla concorrenza globale hanno aumentato i tassi di stress, burnout e disimpegno. Ciononostante, guardando al futuro, stando al Salary Satisfaction Report 2022 di JobPricing, gli italiani rimangono tutto sommato ottimisti. Il 52,9% degli intervistati si dice infatti fiducioso del fatto che l’anno successivo sarà un anno migliore dal punto di vista lavorativo.
Di cosa è fatta la felicità al lavoro
Quali sono le componenti della felicità professionale? Qual è il segreto che rende un lavoro soddisfacente? È indubbio che la retribuzione fissa rimanga un fattore decisivo nella scelta di un lavoro. Tuttavia, per la maggioranza dei nostri connazionali, le relazioni con colleghi, collaboratori e superiori sono più importanti. Anche la possibilità di sviluppo e formazione insieme all’equilibrio tra lavoro e vita privata sono elementi per cui gli italiani sceglierebbero una professione, oggi ancor di più rispetto al passato.
La necessità di formazione è indice del fatto che i lavoratori vogliono essere sempre pronti ad affrontare nuove sfide e non trovarsi impreparati di fronte agli imprevisti. Il bisogno e l’importanza del bilanciamento del lavoro con la vita privata, invece, oltre a riflettere l’emergente bisogno di disconnessione dal lavoro, indicano come le nuove generazioni siano portatrici di una visione del lavoro differente, che sempre più presta attenzione alle diverse sfere della vita.
Equilibrio, flessibilità e buone relazioni
Quante volte abbiamo la sensazione che le nostre giornate siano completamente assorbite da impegni e pensieri legati al lavoro? Troppe. Per questo motivo, l’equilibrio tra vita privata e professionale, ovvero il work-life balance, si conferma ad oggi uno dei fattori più ricercati dai lavoratori. Gli italiani, soprattutto le nuove generazioni, non sono più disposti a rinunciare agli elementi di flessibilità, qualità del lavoro e work-life balance emersi con grande forza nel periodo pandemico.
Il Workmonitor 2023 di Randstad ha infatti rilevato che il 58% dei lavoratori non accetterebbe un lavoro che influisce negativamente nel proprio equilibrio vita-lavoro. Inoltre, un po‘ di sano e organizzato divertimento nella vita lavorativa di tutti i giorni non può che migliorare i rapporti, unire colleghi e fare in modo che ci si prenda cura gli uni degli altri, soprattutto di fronte alle sfide quotidiane che la sfera professionale comporta. Non sorprende quindi che, secondo un sondaggio sul team building condotto da Corefab, chi vanta buone relazioni con i propri colleghi, va più volentieri al lavoro. Conversazioni piacevoli, supporto reciproco e umorismo in ufficio ci rendono più felici, giorno dopo giorno.
Happy work, happy life
Oggi non concepiamo più il lavoro come lo si concepiva anni fa. In generale, gli italiani sono sempre meno disposti ad accettare lavori che incidono negativamente sulla loro vita e sul loro benessere. Si cercano sempre più luoghi di lavoro dove le relazioni siano autentiche e la cultura organizzativa positiva e non tossica. Soprattutto le nuove generazioni sono molto poco inclini a ripetere il processo illusorio già visto nelle tensioni e frustrazioni dei genitori e hanno un approccio più intraprendente.
Se per la maggior parte dei lavoratori la vita personale è più importante della carriera, stando ai dati Randstad ciò è particolarmente vero per la Generazione Z (tra i 18 e i 24 anni) e per i Millennials (tra i 25 e i 35 anni), che mettono al primo posto la felicità. Il 56% di loro, infatti, ha detto che lascerebbe il lavoro se impedisse loro di godersi la vita, contro il 38% nella fascia 35-67 anni. Anche secondo un recente sondaggio dell’Osservatorio Welfare di Edenred, ansia, stress e nervosismo condizionano pesantemente la vita lavorativa degli under 35, soprattutto a causa della pressione sociale dovuta alle aspettative degli altri. Più di un intervistato su due ha dichiarato infatti di aver sofferto di disagi perlopiù emotivi, ma anche fisici (nel 13% dei casi) sul luogo di lavoro, dovuti principalmente a esaurimenti emotivi da burnout o all’estrema pressione associata al carico di richieste di lavoro sui dispositivi mobili personali.
Team building e gamification: la fun-formula che serve
In uno scenario che sempre più deve fare i conti con un crescente tasso di abbandono delle risorse, è dimostrato come il divertimento possa contribuire, almeno in parte, a un clima di lavoro sano e produttivo. In questo senso le attività di team building, essendo un ottimo modo per favorire la collaborazione, sono sempre più diffuse. Stando al sondaggio Corefab 2023, solo il 13% dei lavoratori italiani intervistati non ha mai partecipato a un’attività di team building.
Un’altra tendenza osservabile nel tentativo di rendere il lavoro più divertente, innovare la formazione e aumentare benessere emproduttività, è la cosiddetta gamification. Con questo termine si intende l’applicazione di aspetti propri del gioco (sfide da vincere, punti da accumulare, livelli da raggiungere, ricompense a cui ambire) in contesti non ludici, per migliorare il coinvolgimento, la motivazione e influenzare positivamente i comportamenti dei partecipanti. Secondo Inside Marketing, almeno l’80% degli italiani è favorevole all’introduzione in azienda di forme ludiche di apprendimento esperienziale.
Per concludere, il lavoro è una cosa seria, ma lo è anche il divertimento e soprattutto il modo in cui questo può contribuire al miglioramento delle relazioni e del clima aziendale. Una risata con i colleghi può trasformarsi in vero e proprio stimolo professionale. L’essere sereni e il sentirsi sicuri sul luogo di lavoro sono aspetti che favoriscono il benessere aziendale e l’aumento della produttività. L’umorismo incoraggia le persone a lavorare insieme. Un terapeutico scambio di risate con i vicini di scrivania aiuta a costruire fiducia, ridurre i livelli di stress e migliorare le prestazioni.
5 MUST PER AUMENTARE IL DIVERTIMENTO SUL POSTO DI LAVORO Da dove si deve iniziare per rendere il lavoro del team più divertente? Sono 5 i punti della fun-formula a cui bisogna prestare attenzione. 1 |ORARI DI LAVORO
2 | AMBIENTE DI LAVORO
3 | RISPETTO DELLE PAUSE
4 | COMUNICAZIONE
5 | LAVORO DI SQUADRA
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