I risvolti sociali e occupazionali dei green building? Gli interventi di efficientamento e le nuove costruzioni possono generare 250.000 posti di lavoro.
Il documento “Building a Green Future: Examining the Job Creation Potential of Electricity, Heating, and Storage in Low-Carbon Buildings” di Schneider Electric Sustainability Research Institute (SRI) e Boston University Institute for Global Sustainability indaga proprio i dettagli di questo potenziale. I dati riguardano in specifico il potenziale di impiego legato all’adozione di impianti fotovoltaici sui tetti; pompe di calore e batterie per l’accumulo energetico. Il tutto, nell’ottica di ottimizzare l’uso dell’energia auto prodotta.
Il lavoro nei green building
Lo studio prende in considerazione dei modelli di edifici di vario genere (case, condomini, ospedali, hotel, uffici, negozi, scuole, ecc.), in diverse aree del Nord America, dell’Europa e dell’Asia. In Italia, gli esperti stimano 252.000 posti di lavoro. In Francia se ne calcolano 295.000, Germania 257.000, Regno Unito 347.000, Spagna 212.000 e Olanda 66.000. Negli Stati Uniti, un totale di 642.900 posti di lavoro. In ogni caso, i numeri dipendono dal tipo di edificio e dall’area geografica di appartenenza ma, nella media, negli immobili residenziali hanno un’aggiunta pari a 0,05 posti di lavoro per struttura. Nel terziario, si va da 0,3 a 4,7 posti di lavoro per edificio.
Infine, il percorso verso edifici net-zero potrebbe creare oltre 141 milioni di anni-lavoro. Cosa significa? L’unità di misura considera gli anni cumulativi di lavoro (full time equivalent – equivalente a tempo pieno) in un certo periodo di tempo. Si tratta della cifra totale del progetto del nostro green building: dal picco occupazionale delle fasi di costruzione alla stabilizzazione durante il funzionamento, che può continuare per 20 anni o più.