Cosa pensano gli stagisti dell’essere stagisti?

La piattaforma GoodHabitz punta i riflettori sul futuro dei giovani e su come le aziende possono investire su di loro

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Giornata mondiale degli stagisti 2023

Oggi, 10 novembre, si celebra la giornata mondiale degli stagisti, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le aziende sulla necessità di migliorare l’accesso dei più giovani alle opportunità di lavoro.

Per l’occasione, GoodHabitz, piattaforma internazionale che promuove la formazione continua come buona abitudine per tutta l’organizzazione, punta i riflettori sul futuro dei giovani e sul ruolo delle aziende.

Giornata mondiale degli stagisti: cosa manca?

Lo stage è, per definizione, un percorso formativo in cui l’acquisizione di nuove conoscenze svolge un ruolo cruciale. Investendo nella formazione dei dipendenti, le aziende possono infatti sviluppare le competenze necessarie per affrontare le sfide del mercato e raggiungere i propri obiettivi aziendali. Questo però non avviene sempre, soprattutto per le figure in stage.

Spesso le aziende stentano a offrire opportunità formative avanzate agli stagisti, che vadano oltre quelle di base e obbligatorie per legge. Molte volte si tratta di problemi legati al budget. Noi di GoodHabitz crediamo che lo sviluppo personale debba essere accessibile a tutti per questo abbiamo deciso di adottare un modello di business che lasci libero il team HR di fornire i nostri corsi a tutte le nuove risorse senza incorrere in costi aggiuntivi. Il successo di un’azienda dipende dal talento di tutti i suoi membri e investire nelle competenze (trasversali e non) dei giovani è un passo fondamentale per un futuro solido”, afferma Paolo Carnovale, Country Director di GoodHabitz in Italia.

Formare, investire e condividere

Secondo una ricerca condotta da GoodHabitz, lavoratori e datori di lavoro sono d’accordo: la crescita personale è indispensabile.

Ma come viene vissuta dai lavoratori under 35? Ecco i dati più interessanti:

  • 6 su 10 credono che la formazione sia una responsabilità condivisa tra datore di lavoro e dipendente, ma molti ritengono che l’organizzazione non investa equamente nelle risorse, soprattutto sulla base del livello (38%) e del team di appartenenza (41%);
  • le competenze variano a seconda dell’età: gli under 35 tendono a considerare importanti le competenze trasversali legate alla salute e al benessere mentale;
  • i tre modi migliori in cui i datori di lavoro possono aiutare i dipendenti a sviluppare nuove competenze sono, a pari merito: tempo per svilupparmi durante l’orario di lavoro (41%) e opportunità di formazione che si adattano alle mie esigenze di apprendimento (40%), seguire al 30% da migliore qualità dell’ offerta formativa.

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