Italia poco preparata a gestire le nuove modalità di lavoro

Lo dicono i dati di una ricerca WTW: l’attitudine al cambiamento nelle modalità di lavoro tocca il 44% delle aziende europee, ma solo il 29% di quelle italiane

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Nuove modalità di lavoro ricerca wtw

Prima della pandemia il lavoro in sede interessava l’84% dei dipendenti italiani: oggi questa percentuale si attesta al 61%, a vantaggio delle nuove modalità di lavoro quali approccio ibrido (16%) e totalmente da remoto (22%).

Emerge tuttavia che i dipendenti preferirebbero lavorare in modalità ibrida o totalmente da remoto più di quanto sia consentito dal loro attuale datore di lavoro. Lo evidenzia la ricerca “The Dynamics of Work” di WTW, condotta su un campione globale di 720 aziende per 8,6 milioni di dipendenti.

Secondo la ricerca, il numero di aziende in Europa che prevedono e sono pronte a identificare nuove fonti di talenti chiave si attesta al 22%, contro il 12% dell’Italia. Infatti, meno di 2 organizzazioni su 5 a livello globale ritengono di aver gestito efficacemente i rischi associati alle nuove dinamiche lavorative negli ultimi tre anni. Tra queste, il cambiamento delle modalità di lavoro, la digitalizzazione e l’utilizzo di fonti di talento alternative.

3 vie per affrontare le nuove modalità di lavoro

I datori di lavoro stanno attualmente pensando a come affrontare questi rischi. Le strategie includono i 3 elementi elencati in seguito.

  • Digitalizzazione: oltre un terzo degli intervistati in Europa (36%) è pronto a introdurre un maggior livello di digitalizzazione nelle modalità di lavoro. Ciò si confronta con il 33% globale. Sempre a livello globale, il 39% sta riprogettando posti di lavoro o ruoli per riallocare il lavoro tra dipendenti, collaboratori e nuove tecnologie.
  • Nuove modalità di lavoro: il 44% degli intervistati in Europa e a livello globale si aspetta un ulteriore cambiamento delle modalità di lavoro. Tra questi, il 37% ha dichiarato di aver condotto attività di ascolto dei dipendenti per identificare i cambiamenti nelle relative preferenze o misurare l’impatto delle mutevoli condizioni di lavoro. Un altro 36% sta ripensando l’employee experience per promuovere il passaggio a una nuova cultura del lavoro.
  • Fonti di talento alternative: oltre un quinto degli intervistati in Europa (22%) è pronto a identificare nuove fonti di talento. Due intervistati su 10 a livello globale (21%) sono preparati a questo cambiamento. Tra questi, il 39% sta ridisegnando l’employee experience per allinearsi ai nuovi modelli di lavoro e di carriera e il 15% sta pianificando di rafforzare la comunicazione esterna su questi cambiamenti ai potenziali dipendenti.

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