La direttiva Csrd vista dai consulenti del lavoro

Il punto di vista di Luca Furfaro, consulente del lavoro torinese, sui prossimi obblighi normativi in tema Esg indicati alle aziende italiane dalla Direttiva Ue Corporate Sustainability Reporting Standard

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direttiva csrd: concetto di sostenibilità aziendale

di Virna Bottarelli |

“Il tema della sostenibilità è un concetto che si lega in maniera fortissima alla gestione delle risorse umane. Tale tematica poggia le sue basi, infatti, sulla cultura aziendale sostenibile, e la stessa si raggiunge solo quando condivisa e comunicata internamente ed esternamente in maniera da renderla coerente da tutti i punti di vista e le diverse angolazioni”.

È il punto di vista di Luca Furfaro, consulente del lavoro di None, in provincia di Torino, interpellato in seguito ai possibili esiti della nuova Direttiva Csrd (Corporate Sustainability Reporting Standard). “Si pensi alla sostenibilità ambientale all’interno dell’azienda: la stessa non può che passare attraverso una cultura di tutto il personale, ma anche attraverso una revisione dei processi interni”.

Luca Furfaro, consulente del lavoro di None (TO)
Luca Furfaro, consulente del lavoro di None (TO)

Nella sua attività di consulenza alle imprese, ha notato negli ultimi tempi una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità?

Sicuramente, negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è salito alla ribalta nelle discussioni relative al management e alla gestione aziendale. Tuttavia, l’argomento deve essere osservato e valutato non tanto sulla base dell’eco mediatico, ma sulla sua reale applicazione. Su tale punto abbiamo differenti livelli. Le grandi realtà, che hanno dovuto adeguarsi per una necessità del mercato nel quale operano, e le Pmi, che stanno rispondendo al richiamo della sostenibilità, in alcuni casi per etica, in altri per aggiungere competitività. Obiettivo per il futuro sarà definire il limite tra la reale volontà di sostenibilità e le misure di “washing”.

La Direttiva Csrd ha l’obiettivo di rendere le imprese ancora più consapevoli del proprio impatto sulla società, sul rispetto dei diritti umani e sull’ambiente. Pensa che questo possa aprire nuove opportunità anche per l’attività dei consulenti del lavoro?

I consulenti del lavoro sono attori privilegiati in questa dinamica che verte sui temi della sostenibilità, proprio perché parliamo di un tema che interessa la gestione del personale e il welfare aziendale, al di là della Direttiva Csrd. Stiamo parlando di professionisti trasversali che, da sempre, devono confrontarsi tra dinamiche giuridiche, valutazioni economiche, ma anche gestione sociale e procedurale delle risorse umane.

Molto spesso accade che le aziende, sebbene mosse da nobili motivazioni, attuino misure di welfare o procedure di gestione del personale che non sono conformi alle relative normative. Inoltre, spesso, non vengono sfruttate le agevolazioni o i benefici perseguibili attraverso certificazioni o asseverazioni. In questi casi, il ruolo dei consulenti del lavoro è fondamentale per raggiungere un perfetto equilibrio tra tutti i fattori citati, che devono coesistere in sinergia. I CdL hanno un ruolo fondamentale anche nella gestione della certificazione della parità di genere e nell’asseverazione dei rapporti di lavoro che possono, insieme agli altri principi Esg, costituire le fondamenta per la sostenibilità aziendale.

Ci sono esempi di impresa sostenibile tra i suoi clienti che l’hanno particolarmente colpita?

Molto spesso quando si parla di sostenibilità si pensa semplicemente al tema ambientale e si ragiona in termini molto “seriosi”. Ma con diverse aziende abbiamo valutato la gamification applicata alla sostenibilità. La creazione del coinvolgimento del personale dipendente passa in questo caso attraverso un’attività ludica che ha tuttavia una valenza più seria, raggiungendo un duplice obiettivo: sostenibilità, ma anche engagement e team building. La creazione di una coppa Esg legata ai comportamenti dei dipendenti è stato un esempio molto particolare, ma allo stesso tempo esistono pratiche di welfare aziendale che coinvolgono il territorio con dinamiche sostenibili, non semplicemente con l’utilizzo di modelli preimpostati e commerciali.

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