Tra le esigenze più sentite dai lavoratori, oggi, ci sono maggiore flessibilità, equilibrio tra lavoro e vita privata e particolare attenzione al benessere psicologico.
I dipendenti, infatti, sono pronti ad abbandonare il proprio posto di lavoro in caso non vengano considerati questi aspetti. Ecco perché i datori di lavoro devono focalizzarsi molto più di prima sul benessere psicologico e sulla prevenzione di situazioni di stress e di burnout.
Benessere psicologico al primo posto
La tendenza si riflette anche nei risultati del nuovo studio di Alight “Cosa pensano i dipendenti europei?” Infatti, i 3 motivi principali per cui i dipendenti europei decidono di rimanere nella loro attuale posizione lavorativa sono: work-life balance (18%), stabilità (17%) e stipendio (17%).
Eppure, non sempre questi elementi bastano per mitigare le situazioni di stress. Lo stesso studio riporta che quasi un terzo (32%) dei lavoratori europei ritiene la propria salute mentale è diminuita in modo lieve o significativo a causa dell’attuale situazione economica. Un altro 43% sta riscontrando difficoltà a dormire a causa dello stress lavorativo. Come intervenire per migliorare il benessere psicologico sul lavoro? Ecco 4 aspetti da non trascurare.
Comprendere l’influenza delle esperienze dei manager
I manager sottovalutano la loro influenza sul benessere psicologico del team, ma in realtà hanno un ruolo fondamentale nel tutelarlo. Empatia e compassione sono qualità essenziali per chi ricopre questo ruolo. E permettono di creare una connessione profonda e genuina con i dipendenti.
Creare un’autentica cultura del benessere
Molte aziende hanno deciso di porre particolare attenzione sul benessere, investendo in iniziative come programmi di assistenza ai dipendenti e giorni liberi da dedicare alla salute mentale. Non tutti i dipendenti ne beneficiano. Questa disparità ha portato all’emergere di un nuovo termine, “wellbeing washing”, che si riferisce alle imprese che dichiarano pubblicamente di offrire sostegno ai dipendenti ma in realtà non lo fanno in modo corretto.
Parlare apertamente della salute mentale
La capacità di parlare apertamente della salute mentale varia in base alla posizione geografica. Lo studio Alight rileva che i dipendenti degli Stati Uniti si sentono più a loro agio a parlare liberamente di questo tema rispetto a quelli europei. Questo contrasto evidenzia l’importanza di diffondere e normalizzare queste tematiche e creare un ambiente in cui i dipendenti si sentano sicuri nel condividere le loro preoccupazioni.
Adattare l’approccio al benessere psicologico a culture differenti
È essenziale che i manager, in particolare coloro che gestiscono team in Paesi diversi, siano consapevoli dei differenti approcci culturali relativi al benessere. Infatti, in alcuni Paesi i dipendenti possono dire che tutto va bene, ma in realtà potrebbero non sentirsi realmente così. Magari non si sentono a proprio agio nel parlarne apertamente. Perciò, è necessario che i datori di lavoro siano culturalmente consapevoli quando parlano di benessere, per assicurarsi di sostenere i loro collaboratori nel modo più appropriato.