Il progetto Girls Code it Better festeggia con l’anno scolastico 2023/2024 il decimo anno di attività tra migliaia di ragazze in tutta Italia. Perché è così importante?
In Italia il divario di genere nelle competenze Stem resta tra i maggiori ostacoli alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro. Le aziende cercano sempre più figure professionali con competenze tecniche e digitali, ma la percentuale di specialisti donna, secondo il Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea, è ferma al 16% rispetto a una media UE al 19%. Senza considerare che, nel secondo trimestre 2023, il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni si è attestato al 52,6%. In poche parole, appena una donna su due in Italia lavora.
Da queste premesse riparte Girls Code it Better, iniziativa di Officina Futuro Fondazione W-Group. Per il decimo anno consecutivo, ha avviato un percorso di imprenditoria digitale per avvicinare le studentesse alla tecnologia e alle carriere Stem.
Girls Code it Better 2023/2024
Forte la risposta delle studentesse, che hanno inoltrato quest’anno oltre 2.800 candidature. Questo ha portato Girls Code it Better a organizzare sessioni online, oltre che in aula, per riunire studentesse provenienti da diverse regioni italiane e dare a tutte la possibilità di partecipare. I club partiti a novembre, circa 140, si svolgono nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Costanza Turrini, ideatrice e responsabile di Girls Code it Better, che abbiamo avuto il piacere di intervistare recentemente, spiega: “In questi dieci anni abbiamo avuto un solo e unico obiettivo: sradicare la convinzione delle studentesse di non essere portate per le materie Stem. I dati raccolti su un campione delle partecipanti sono particolarmente rappresentativi di questa convinzione. L’80% delle ragazze iscritte a GCIB frequenta le scuole medie. Di queste, il 46% frequenta la prima, il 32% la seconda e il 22% la terza. Sembra dunque che le ragazze più motivate siano quelle appena uscite dalla scuola primaria, cioè coloro che hanno avuto meno tempo per subire lo stereotipo che le vede poco inclini alle materie Stem. A questo dato si aggiunge poi che solo il 25% pensa di continuare gli studi in un liceo scientifico, appena il 5% in un istituto tecnico a indirizzo informatico. Il nostro compito deve essere dunque mostrare a queste studentesse le potenzialità delle risorse digitali, certo, ma anche le proprie”.