Impara l’arte del saper delegare

Everli, il marketplace della spesa online, e il servizio di psicologia online Unobravo hanno analizzato la difficoltà a delegare agli altri, nella vita come nel lavoro

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Saper delegare: l'analisi di Everli e Unobravo

“Chi fa da sé, fa per tre!”. Sarà capitato a molti di pronunciare questo detto almeno una volta nella vita. Ma sarà poi vero fino in fondo? Sebbene la capacità di fare da sé sia preziosa, lo è altrettanto l’arte del saper delegare.

Perché, allora, spesso è tanto difficile riuscirci? Everli e Unobravo hanno voluto far luce sul tema e incoraggiare le persone a chiedere aiuto, quando necessario. I due brand hanno di recente siglato un accordo di welfare che permetterà al team di Everli di usufruire di molteplici sessioni di psicoterapia online gratuite sulla piattaforma Unobravo. Per l’occasione, hanno analizzato le abitudini degli italiani quando si tratta di delegare.

Priorità, saper delegare e chiedere una mano

La frenesia della vita di tutti i giorni spesso incide sul modo in cui le persone – soprattutto le donne che, tra casa e lavoro, portano sulle spalle un enorme carico mentale – tendono a cercare di fare più cose possibili da sole. Si tratta di una percezione molto diffusa, dettata dallo stigma che vede nel richiedere aiuto un segno di debolezza, invece che di maturità e consapevolezza. La difficoltà di prioritizzare gli impegni e definire quali delegare è un comportamento che spazia dal mondo del lavoro a quello personale. Il blocco più diffuso è proprio quello del saper delegare. Ovvero, riuscire a chiedere un aiuto per ottimizzare il proprio carico quotidiano e, quindi, il proprio benessere.

“La difficoltà è connessa al bisogno di controllo. Ci si convince che nessuno potrà svolgere quel compito come faremmo noi. Ed è proprio così: delegare significa lasciare andare la pretesa che qualcun altro gestisca le cose esattamente come faremmo noi. E fidarsi del fatto che riuscirà a trovare il proprio modo di raggiungere l’obiettivo. Una quota di fiducia è indispensabile, ma lo sforzo, spesso, vale l’iniziale sacrificio”, spiega Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo.

Viva la “to do list”

Uno strumento prezioso per l’organizzazione del tempo è indubbiamente la lista di cose da fare. Stilare un elenco giornaliero è il modo più efficace capire cosa poter eventualmente rinviare o delegare. Una volta realizzata, la “to do list” aiuterà a stabilire un ordine di priorità. A distinguere le attività urgenti da quelle importanti, che possono essere pianificate e completate con l’aiuto di qualcuno, e da quelle eliminabili. Se le scadenze professionali e gli impegni familiari saranno quasi certamente tra le prime voci, altre incombenze verranno velocemente individuate come delegabili.

Un esempio? Fare la spesa. Una survey effettuata da Everli su un campione di utenti ha rivelato come la difficoltà a delegare si riproponga anche quando si sbriga una commissione pratica come fare la spesa settimanale. A oltre un quarto (27%) degli intervistati non piace affatto fare questo tipo di shopping. Ma quasi un terzo (29%) si sentirebbe in ansia all’idea di delegare questa attività, indipendentemente che piaccia o meno.

Insomma, anche quando si tratta di spesa scattano stress e “mania di controllo”. Ma cosa potrebbe mai accadere? Il 38% degli italiani teme, anzi dice di essere certo, che la persona prescelta non avrebbe la stessa cura nella scelta dei prodotti, soprattutto quelli freschi. Ma Everli tranquillizza: grazie alla preparazione degli shopper, si riesce a garantire la massima attenzione nella scelta del singolo prodotto a carrello. Compresa la possibilità di interagire col cliente per proporre eventuali sostituzioni in tempo reale.

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