In uno scenario frenetico e imprevedibile come quello attuale, i manager devono agire proattivamente per aumentare la resilienza aziendale.
Il concetto si riferisce alla capacità di prevedere, rispondere e adattarsi a eventi imprevisti, incidenti ed emergenze, garantendo la continuità operativa. Nel contesto odierno fortemente caratterizzato da instabilità economica, calamità naturali e rischi di cybersicurezza, creare una forma di resilienza organizzativa dovrebbe essere tra i principali obiettivi per le aziende di ogni dimensione e settore.
L’importanza di un approccio proattivo si legge anche in un report di Verdantix del 2021. Più di due aziende su tre hanno registrato perdite per eventi imprevedibili legati al clima nei due anni precedenti. Ancora, stando al Cost of a Data Breach Report 2022 di IBM, l’83% delle aziende ha subito violazioni ripetute dei dati. Per questo, occuparsi della resilienza aziendale non è mai una perdita di tempo. Le aziende che lo fanno sono meglio attrezzate per affrontare interruzioni inattese e riescono a riprendersi rapidamente.
Come sviluppare un piano di resilienza aziendale?
Sviluppare un piano adeguato di resilienza e business continuity richiede un insieme di elementi che gli esperti di Everbridge hanno riassunto in 6 punti chiave.
Investire sulle persone
Le persone sono per le aziende il bene più prezioso e investire su di loro è il primo passo per costruire la resilienza aziendale. Il che vuol dire, tra le altre cose, garantire il benessere attraverso formazione e mentorship e sostenerne la salute mentale. In un’azienda resiliente, infatti, la forza lavoro è coinvolta, autonoma e abile nel problem-solving. Le competenze specifiche coltivate nei dipendenti diventeranno asset essenziali. È perciò indispensabile andare oltre i benefit convenzionali ed esplorare modalità innovative per coinvolgere e supportare i collaboratori.
Sviluppare una cultura solidale
Una cultura aziendale resiliente unisce le persone, incoraggia la produttività e favorisce la continuità e l’adattamento. Un buon punto di partenza è creare un ambiente in cui i dipendenti siano incoraggiati a imparare dai propri sbagli e riconosciuti per i loro risultati. In altre parole, in cui la collaborazione è incentivata in tutti i team e livelli gerarchici. Costruire una solida cultura organizzativa significa alimentare un senso di comunità e di appartenenza in grado di far sentire le persone realmente parte dell’azienda.
Promuovere una leadership efficace
I leader resilienti gestiscono l’azienda con obiettivi e valori allineati alla visione e alla missione. Danno il buon esempio e si assumono la responsabilità di favorire una cultura di resilienza e trasparenza che crei spirito di squadra. Una leadership efficace definisce piani dettagliati di gestione delle crisi in maniera puntuale. Mostrando chiaramente la direzione da seguire, fissando aspettative realistiche e mantenendo canali di comunicazione aperti con i dipendenti. Insomma, i veri leader sanno creare un senso di fiducia e stabilità anche durante i momenti più critici.
Adottare le giuste tecnologie per la resilienza aziendale
Le soluzioni tecnologiche sono un elemento cruciale nel percorso. Tuttavia, non sempre “di più” significa “meglio” e un approccio generalizzato può non essere la scelta vincente. La tecnologia che alimenta la resilienza dovrebbe creare efficienza e, contemporaneamente, essere scalabile per soddisfare le necessità (attuali e future) dell’azienda. Deve migliorare le operation e la continuità del business, il disaster recovery e la gestione dei rischi. Idealmente, questi strumenti devono potersi integrare perfettamente o operare nella stessa piattaforma, garantendo facilità d’uso durante una crisi. Inoltre, devono essere adattabili a rischi che non vengono attualmente considerati.
Promuovere metodi di lavoro agili
Per costruire la resilienza aziendale bisogna coltivare mentalità e metodologie di lavoro agili. L’agilità implica la creazione di processi decisionali e di risoluzione dei problemi, nonché capacità di adattamento al cambiamento, quando necessario. Un approccio agile consente di rispondere velocemente e in maniera flessibile a circostanze inattese, prendere decisioni basate sui dati e identificare e mitigare i rischi prima che si trasformino in problemi. Inoltre, efficienta la pre-selezione di gruppi specifici, che possano intervenire più velocemente in caso di necessità.
Essere proattivi anziché reattivi
Identificare pericoli e minacce potenziali prima che si verifichino e adottare misure di prevenzione e mitigazione è determinante. Così come avere dei canali di comunicazione predefiniti, capaci di coinvolgere solamente le persone necessarie alla risoluzione di una crisi. Per questo è necessario disporre di un solido piano di gestione delle crisi: definito, testato con regolarità e verificato. Le aziende reattive tendono a spendere di più per gestire le crisi e impiegano più tempo a riprendersi dagli incidenti. Al contrario, le aziende proattive rispondono alle situazioni impreviste in modo efficace. Infine, regolari valutazioni del rischio e piani di contingenza minimizzano l’impatto delle interruzioni e velocizzano la ripresa.