di Gianluca Staglianò |
Probabilmente possiamo affermare con certezza che il mondo di oggi corre a grande velocità. In un mondo che corre i 100 metri, le organizzazioni necessitano di una continua capacità di adattamento per non soccomber e e farsi inghiottire dall’era moderna.
Ma perché questo preambolo? La risposta risiede in alcune caratteristiche del lavoro ai tempi di oggi e allo stesso tempo delle persone che svolgono il loro ruolo e la loro mansione all’interno degli ecosistemi aziendali. Come sempre, il perno che tiene in equilibrio questi fattori, fa capo ai leader e allo stile di leadership adottato negli ambienti di lavoro.
Prima di procedere con ordine e affrontate il tema fondamentale, penso sia doveroso fare un’altra premessa. Ovvero che, si afferma spesso, anche in alcune delle mie pubblicazioni, sia necessario adottare un certo stile di leadership volto all’inclusione. Inclusione che deve riguardare i lavoratori dipendenti che fanno parte di un’organizzazione, al fine di coinvolgere le persone all’interno di processi per ottenere maggiori risultati, performance e forse (di conseguenza) maggiore soddisfazione. Ebbene sì, nella teoria dovrebbe funzionare così.
Ma tutto questo si verifica? La risposta è “ni”, o meglio, dipende dai diversi contesti e dall’attenzione posta dalle organizzazioni verso questa materia. Partendo quindi dal primo preambolo e dalla successiva premessa, quanto può essere sfidante il ruolo della leadership nell’era moderna? E se aggiungiamo il fatto che all’interno delle organizzazioni si sta allargando sempre di più la forbice generazionale tra i team e i loro membri?
Per queste brevi e ovvie ragioni il ruolo non è solo sfidante, ma è di vitale importanza per la sopravvivenza delle organizzazioni più e meno complesse nel panorama economico odierno, soprattutto in Italia. Cito il nostro Paese perché il contesto oltre a essere molto frammentato è ancora poco orientato a focalizzare l’attenzione su questi aspetti che stanno diventando invece sempre di maggiore importanza. Un’attenzione che è presente spesso solo presso le organizzazioni multinazionali che traslano il loro modus operandi alle filiali nel nostro Paese.
Il ruolo della leadership tra generazioni differenti
Come detto, l’adattamento delle organizzazioni al contesto che corre i 100 metri, passa non solo da una continua formazione umana e tecnica, da un upgrade delle soft skill, ma anche dalla capacità di fungere da collante tra membri della squadra appartenenti a diverse generazioni. La prima ragione risiede nella diversità culturale tra le generazioni. Cultura che viene modellata dalle diverse ere che i lavoratori hanno vissuto e stanno vivendo.
Difficile paragonare l’era moderna, e in particolare gli ultimi dieci anni, con le generazioni che negli anni Novanta e Duemila erano nel pieno della loro carriera professionale. Da qui, perciò, nasce l’esigenza da parte del leader, di fare in modo che le generazioni diverse siano allineate. Fare ciò significa adottare uno stile di comunicazione che riesca ad abbracciare “modus operandi” diversi. Infatti, è sempre più presente il problema dell’unione di generazioni a confronto, che lavorano insieme e che sono abituate a stili di leadership e ambienti di lavoro diversi. Basti pensare ai superati stili di leadership basati sull’elargizione di direttive e il confronto con l’abitudine da parte delle nuove generazioni a prediligere ambienti di lavoro open space, con strutture sempre meno gerarchiche e più piatte.
Il ruolo fondamentale della leadership in questo caso risiede nel favorire momenti di confronto tra i membri della squadra. Affinché le generazioni mettano a confronto stili e pensieri diversi per diventare complementari, per condividere obiettivi e perché no, magari riscoprire anche dei valori a volte dati per scontati. Questo ultimo aspetto può diventare di fondamentale importanza, in un’epoca in cui il contesto economico è prevalentemente incerto e ogni crisi sembra dietro l’angolo a causa del periodo post pandemico, della guerra nel cuore dell’Europa e da linee politiche europee e non solo, che si trovano a combattere con il fenomeno inflazionistico attuale. Aggiungerei inoltre che l’allineamento di generazioni differenti può servire per sostenere le reciproche paure che possono emergere in un contesto volatile e incerto come quello di oggi, accompagnato da continui cambi di paradigma, specialmente tecnologici.
Il secondo aspetto rilevante riguarda lo stile di interazione nei gruppi multigenerazionali. Questo aspetto però potrebbe in qualche modo essere agevolato del tema appena descritto. Generazioni abituate a stili di interazioni diversi potrebbero incontrarsi in momenti di riunione e confronto. È pur vero che lavorare su questo implica scontrarsi con una generazione inevitabilmente abituata a confrontarsi “vis a vis” e un’altra abituata a comunicare attraverso gli strumenti digitali. Questi due stili di interazione possono anche portare a successivi fraintendimenti, scontri o mancanza di collaborazione all’interno del gruppo, con conseguenti risultati negativi sulle performance aziendali.
Una nuova definizione di competenze
L’altro tema di cruciale importanza è legato alle capacità che le organizzazioni e i propri leader avranno per rimanere competitive nel contesto globale, sempre più digitalizzato, con l’aggravante però di una popolazione sempre più avanti con l’età. È una situazione che nel mercato del lavoro europeo conosciamo molto bene. Non è pertanto solo una questione di vision e di leadership intraprendente, ma anche di “talent management” ovvero di gestione vera e propria delle persone e delle loro competenze.
Durante l’era attuale, che con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale attraversa una fase in cui molti posti di lavoro sono a rischio, molte organizzazioni per sopravvivere in futuro dovranno accelerare e cercare di anticipare i tempi. Per fare ciò, sarà necessaria una ridefinizione delle competenze dei lavoratori, ovvero in alcuni casi una vera e propria trasformazione. Penso sia sotto gli occhi di tutti come negli ultimi anni sono nati molti nuovi tipi di professioni, specialmente nell’ambito digitale e del marketing, ma non solo. Per questo, molte aziende si sono trovate e sono tuttora nella situazione di dover sviluppare nuove competenze. E in un contesto dove la popolazione invecchia e quella giovane non basta, è davvero necessario riqualificarsi.
La leadership in questo svolge un grande ruolo di responsabilità perché è incaricata di intavolare piani di formazione o di appoggiarsi a coach esperti, per attuare programmi di formazione umana e di hard skill. Inoltre, si tratta di una vera e propria gestione del cambiamento, che comprende anche l’importante lavoro svolto dai reparti HR delle aziende. Sempre più coinvolti nei processi di reclutamento e selezione delle risorse dall’esterno e nel riposizionamento di quelle operative in nuovi ruoli o mansioni. A tutto questo si aggiunge anche la capacità del management di prevedere dove la domanda e l’offerta si incontrano per investire le giuste risorse in un processo così impegnativo e sfidante, ma di vitale importanza.
Affrontare il dinamismo attuale
In questo articolo non abbiamo messo in evidenza semplicemente il ruolo fondamentale che ricopre un buon stile di leadership, ma quanto la stessa sia importante in un contesto estremamente dinamico come quello attuale. È pertanto lecito affermare quanta importanza abbia la formazione e soprattutto l’inclusione delle persone che tutti i giorni partecipano alla vita di gruppo. Far sentire i dipendenti come parti fondamentali di un processo, pianificare attività e iniziative prendendo in considerazione il loro punto di vista, rendere disponibili tempo e risorse per la loro qualificazione non solo tecnica ma anche umana: sono tutti aspetti vitali.
Le organizzazioni che lo hanno già fatto o stanno approcciando il nuovo contesto economico seguendo queste indicazioni, potranno probabilmente giocare un ruolo importante negli anni avvenire. E contribuire affinché il cambiamento non diventi una minaccia ma una grande opportunità per tutte le generazioni.
* Gianluca Staglianò è laureato in Economia e Direzione d’impresa, è specializzato in Life & Business Coaching, autore di blog e scrittore in ambito formazione, sviluppo personale e aziendale. È amministratore di GLM Security.