Perché è importante valutare i percorsi di formazione

Le parole di Mauro Meda, segretario generale di Asfor, in occasione dell’Innovation training summit 2024, organizzato da Efi (Ecosistema formazione Italia) a Roma

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Mauro Meda interviene sul tema della valutazione dei percorsi di formazione

In Italia l’efficacia dei percorsi di formazione viene valutata poco.

Bisogna invertire questo trend, sfruttando appieno tutte le potenzialità del sistema di accreditamento. Ovvero, dare maggiore valore alle competenze ed essere sempre più collegati alle esigenze del mercato del lavoro. Solo così si potrà abbattere il mismatch tra domanda e offerta, un problema sempre più cronico. Questo il commento di Mauro Meda, segretario generale Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale), intervenuto durante la seconda giornata dellInnovation Training Summit 2024.

Percorsi di formazione tra qualità e competenze

In particolare, Meda ha partecipato alla tavola rotonda dal titolo: “Qualità dei processi formativi e sistema di accreditamento delle competenze”. Sottolineando che, per costruire percorsi formativi efficaci e in linea con le esigenze del mercato, “c’è bisogno di un’organizzazione in grado di progettare, con piena contezza dei cambiamenti in atto. Altrimenti, il rischio è di portare in aula temi che non sono obsoleti oggi, ma che lo erano già ieri”.

Serve, quindi, una formazione mirata. “In Italia si valuta poco l’efficacia dei percorsi di formazione, quando invece questo è un elemento centrale. Solo capendo quali siano i percorsi realmente efficaci, seguendo una serie di criteri rigorosi, propri del sistema di accreditamento Asfor, si potrà avere una formazione in linea con le esigenze dei nostri tempi”, continua Meda.

Le sfide manageriali del cambiamento

Una delle grandi sfide che ci attendono è quella delle microcredenziali. Ossia, delle microcompetenze che si acquisiscono in un breve percorso formativo, che però consentono di fare un salto di qualità. “Dobbiamo lavorare sulle competenze, dare valore alle conoscenze acquisite, poi sarà il mercato a giudicare il talento. Un percorso che deve essere guidato da manager e dirigenti, che devono essere coerenti. Se qualcuno professa la leadership gentile, deve poi comportarsi di conseguenza con i suoi collaboratori”, prosegue Mauro Meda.

Il tutto, infine, nel contesto di una rivoluzione digitale che con l’intelligenza artificiale sta facendo un ulteriore passo in avanti. Tuttavia, per quanto siano fondamentali le nuove tecnologie, la vera innovazione è riuscire a scoprire e valorizzare i talenti delle persone.

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