Perché molte donne non riescono a chiedere un aumento ai datori di lavoro?Mancanza di fiducia o di informazioni sui salari medi per il proprio ruolo, ma anche il timore di conseguenze negative.
Gender Pay gap e difficoltà a vedersi riconosciuto un giusto compenso, dunque, sono ancora un problema importante per le lavoratrici. Lo dice uno studio realizzato da Indeed su 14.500 donne in 11 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. La questione rimane centrale per la maggior parte delle donne nel mondo (82%). Il 57% di loro, e il 70% in Italia, ritiene che ci sia un divario salariale di genere significativo nel proprio Paese.
Riuscire a colmarlo è percepito come un traguardo ancora lontano per 1 lavoratrice italiana su 2. Un percorso possibile solo nell’arco dei prossimi 50 anni. Più della metà delle donne intervistate ritiene che il proprio stipendio (56%) e il proprio pacchetto di benefit (57%) non siano adeguati. Proporzioni che crescono significativamente in Italia, dove il 63% delle lavoratrici ritiene di essere sottopagata.
La paura di chiedere un aumento
Ciò nonostante, solo il 38% delle donne italiane ha chiesto nell’arco della propria carriera un aumento di stipendio, a fronte di una media globale del 43%. Gli unici Paesi a registrare percentuali inferiori sono Giappone (13%) e Singapore (32%). La mancanza di fiducia in sé stesse (14%) o la mancanza di informazioni su quale sia lo stipendio adeguato al proprio ruolo (13%) non sono gli aspetti che hanno maggiormente frenato.
Quasi il 20%, infatti, indica di non averla nemmeno considerata come un’opzione percorribile, mentre il 31% non ha avanzato pretese per timore di conseguenze negative.
Ma chiedere un aumento funziona? Il 22% di chi lo ha fatto, lo ha ottenuto. Il 44% si è vista accordare una cifra inferiore alle proprie richieste, mentre 1 donna su 3 non ha ottenuto alcun incremento salariale.
Successo e realizzazione professionale non sembrano ancora essere alla stessa portata per uomini e donne. La maggioranza delle donne nel mondo (61%) ritiene di dover lavorare più duramente rispetto ai colleghi uomini. Percentuale che sale al 71% in Italia. Il 55% delle partecipanti ritiene che per gli uomini sia più facile progredire nella carriera per pregiudizi o sessismo, e il 35% si sentirebbe a disagio nel chiedere una promozione.