Profili professionali vincenti nel cambiamento in atto

Intelligenza Artificiale e machine learning influenzano i settori professionali più promettenti per il mercato del lavoro

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Report su intelligenza artificiale e nuovi profili professionali

Dopo avere interpellato le Apl, c’è una questione sulla quale è utile tornare: quali settori daranno lavoro in futuro e quali saranno i profili professionali più richiesti?

Questa volta a rispondere è uno studio presentato lo scorso novembre e realizzato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia. Si intitola “Il futuro delle competenze nell’era dell’Intelligenza Artificiale” e nasce con l’obiettivo di costruire un modello predittivo della domanda di professioni e competenze in Italia da qui al 2030. Usando, non c’è forse bisogno di dirlo, anche tecniche di Intelligenza Artificiale e algoritmi di machine learning.

Che cosa è emerso? Per cominciare, nel complesso la domanda di lavoro in Italia rimarrà in crescita per il resto del decennio. Aumenterà sempre più la domanda di professioni tecniche e ad alta qualifica. Non solamente legate all’informatica e alla tecnologia, ma anche alla cura e ai servizi legati alle persone, incluso l’orientamento, la formazione e l’inserimento socio-lavorativo. Caleranno invece le richieste per i gruppi professionali a qualifica più bassa, nonché per le professioni qualificate e quelle imprenditoriali collegate ai settori a bassa crescita, vedi settore primario e industrie tradizionali.

A quali profili professionali gioverà l’AI?

Parlando nello specifico di intelligenza artificiale, la crescita rallenterà a partire dal 2024 e poi, in modo più significativo, dal 2027. In corrispondenza della diffusione sempre più importante dell’adoption di soluzioni di IA generativa e robotica avanzata nelle aziende. L’impatto negativo sarà essenzialmente sulla domanda di profili professionali a livello di qualifica media: tecnici, conduttori d’impianti, lavoratori della logistica, chi svolge mansioni d’ufficio che hanno a che fare con la gestione dei dati.

Niente panico: sempre grazie all’IA la domanda di lavoro aumenterà in 9 settori su 23. Tra questi, telecomunicazioni, public utility, chimica, servizi di cura, servizi di educazione, formazione e lavoro. Tra quelli in cui si prevede invece un calo, proprio perché comparti che hanno da tempo intrapreso percorsi di ristrutturazione legati all’uso delle tecnologie dei dati, vi sono le banche e le assicurazioni.

Infine, guardando alle professioni, la crescita della domanda interesserà non solo ingegneri e fisici (+7%), ma analisti di mercato e psicologi del lavoro e della formazione (+3%). Insieme a profili professionali ad alto contenuto creativo, come architetti, progettisti, pianificatori, professioni legate al marketing e alle vendite (+5%). E profili manageriali, come i direttori di amministrazione e finanze e gli specialisti di organizzazione, proprio per l’impatto che l’IA avrà sulla riorganizzazione di processi e modelli lavorativi.

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