“I primi macrodati dei bilanci delle agenzie associate a nostra disposizione fanno registrare un decremento rispetto al 2022 dei lavoratori avviati in missioni di somministrazione a tempo determinato, mentre si è registrato un incremento dei lavoratori somministrati con rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.
È il commento di Michele Regina, segretario generale di Assosomm, l’associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro, sull’andamento del settore per il 2023. Regina, già direttore generale di Assosomm, ha assunto la carica di segretario generale lo scorso giugno. E ha da subito evidenziato l’importanza di diffondere la conoscenza sull’operato delle Apl “in una logica di svincolo da stereotipi negativi, che vede nelle Agenzie soggetti portatori di precarietà”.
Secondo Censis è opinione diffusa che il lavoro disponibile sia sottopagato. Qual è il suo punto di vista?
Il tema delle remunerazioni, nel senso di salari e stipendi, è una questione legata alla contrattazione collettiva. Le Agenzie per il Lavoro somministrano lavoratori nel rispetto di questa importante contrattazione assicurando, tra l’altro, tutele previste dallo specifico welfare contrattuale di settore. Le nostre evidenze mostrano quanto non si possa parlare di lavoro poco qualificato, anzi. Esiste tuttavia un disallineamento tra domanda e offerta e molti posti con remunerazioni al di sotto dei minimi risultano vacanti, perché non si trovano candidati allineati alla maggiore richiesta di qualificazione delle imprese.
Restando in tema di retribuzioni, avete preso, come Assosomm, una posizione sul salario minimo?
Riteniamo, come suggerito anche dagli studi dei Consulenti del Lavoro, che il tema vada affrontato con le organizzazioni sindacali dei lavoratori datoriali. In Italia, al netto di alcuni casi specifici, la contrattazione da parte delle associazioni maggiormente rappresentative tutela i lavoratori. Ci rendiamo conto che il ritardo nei rinnovi di alcuni importanti Ccnl crea delle situazioni di disagio, ma non pensiamo che una legge possa rappresentare la panacea per risolvere un problema salariale. Le parti sociali devono fare la loro parte.
Alla luce della soppressione di Anpal e con l’attivazione del SIISL, come sta evolvendo il rapporto tra le Apl e il settore pubblico?
È certamente iniziato un percorso virtuoso, che dal Decreto Calderone del maggio dello scorso anno vede un maggior coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro. Auspichiamo che si consolidi, per creare le maggiori sinergie con il settore pubblico, che ricordiamo vede coinvolte non solo le amministrazioni centrali del Ministero, ora rafforzate con l’incorporazione di Anpal, ma anche le Regioni. Con queste ultime bisognerà trovare le giuste sinergie per fornire risposte sempre più tempestive al mercato del lavoro.
Come sarà il 2024 per il mercato del lavoro italiano?
I primi dati ufficiali forniscono una risposta positiva in termini di riduzione della disoccupazione. Le Apl, ce lo auguriamo, faranno la loro parte per confermare questo trend, ma non nascondiamo le preoccupazioni legate allo scenario internazionale e alle crisi belliche in atto.