Stabilità, competenze e collaborazione: l’opinione di Assolavoro

Francesco Baroni, Assolavoro: "l’obiettivo delle apl, in collaborazione con la scuola, le aziende e le istituzioni, è un mercato del lavoro più inclusivo"

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Intervista a Francesco Baroni di Assolavoro

Un quadro della situazione viene da Francesco Baroni, presidente di Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro.

“Nonostante le incertezze legate al conflitto tra Russia e Ucraina e lo scenario economico in frenata che hanno caratterizzato i primi mesi dell’anno, generando una leggera flessione per le Agenzie, nel 2023 l’occupazione in Italia è cresciuta sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, e questo è stato possibile anche grazie al contributo del lavoro in somministrazione”, dice Baroni, che proprio da un anno presiede l’associazione.

“Per le Agenzie il 2023 è stato un anno di ulteriore consolidamento della componente a tempo indeterminato, tanto che oggi un lavoratore su quattro ha un contratto stabile. Il mondo del lavoro in questa fase storica è caratterizzato da mutamenti strutturali che impongono un cambio di paradigma, che pone al centro la persona e la sua professionalità. Le Agenzie hanno percepito queste trasformazioni già da tempo, puntando a stabilizzare i talenti. Per quanto, come abbiamo sempre detto, la continuità professionale sia un tema di competenze e di politiche attive, più che un tema contrattuale”.

Al momento della sua elezione, aveva ribadito l’importanza di collaborazione con la Pa, contrasto al lavoro illegale, sviluppo di un dialogo tra scuola e tessuto produttivo. Che cosa state facendo, come Assolavoro, in questi ambiti?

Francesco Baroni, presidente di AssolavoroSiamo da sempre convinti che un sistema di servizi per il lavoro realmente efficace debba assolutamente passare attraverso una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Superare l’approccio ideologico e inconcludente degli anni passati in favore di una reale cooperazione è la via migliore per rendere occupabili le persone e per creare un sistema di politiche attive efficienti. Forti di questa convinzione, non solo abbiamo apprezzato il riconoscimento che questo governo ci ha dato identificandoci come un attore essenziale per migliorare le politiche attive. Ma ci siamo anche immediatamente messi al lavoro per segnalare opportunità di lavoro e formazione, per condividere esperienze utili allo sviluppo del nuovo sistema informativo SIISL e per collaborare con tutti i soggetti nazionali e regionali coinvolti in questa grande sfida dell’inclusione lavorativa.

Al tempo stesso, un più stretto dialogo tra scuola e mondo del lavoro è obbligatorio se si vuole combattere il mismatch del quale tanto si dibatte. Riallineare i programmi scolastici alle esigenze del mercato, potenziare l’orientamento e creare una formazione di qualità sono azioni essenziali per le quali noi come Assolavoro e come Agenzie siamo in prima linea. Nel nostro settore formiamo ogni anno più di 300mila persone e di queste almeno una su tre accede poi a una reale occasione di lavoro. Per questo motivo guardiamo con grande interesse alla riforma degli Istituti tecnici-professionali la cui sperimentazione partirà già nell’anno scolastico 2024-2025.

Relativamente al tema dell’illegalità sono convinto che le Agenzie siano la via migliore per combattere questo fenomeno. Come dimostrano i dati, in tutte quelle zone in cui la nostra presenza è maggiore troviamo un più basso tasso di lavoro irregolare o di economia sommersa. Veniamo molto spesso additati come soggetti precarizzanti, andrebbe però distinto il concetto di precarietà da quello di flessibilità.

Chi lavora tramite Agenzia ha gli stessi diritti, le stesse tutele e lo stesso trattamento economico di chi è alle dirette dipendenze dell’azienda. Oltre a un potente sistema di welfare e formazione gratuita. Incentivare la buona flessibilità, come è la somministrazione di lavoro, è senza dubbio un primo importante passo in avanti per ridurre e superare tutte quelle forme di lavoro illegali o sotto tutelate.

Con la soppressione di Anpal e la nascita di Sviluppo Lavoro Italia, interno al Ministero del Lavoro, che cosa è cambiato nel rapporto tra le Apl e il settore pubblico?

Si tratta di un cambiamento organizzativo formale importante, che di fatto riporta in capo al Ministero tutte quelle tematiche legate al mondo delle Politiche Attive che prima erano gestite da Anpal. Questo determina uno spostamento delle nostre interlocuzioni e fa sì che si apra presso il Ministero un ulteriore tavolo.

Nella sostanza, però, continueremo ad esercitare il nostro ruolo di player specializzati nel mercato del lavoro. Offrendo al legislatore e alle istituzioni tutte le nostre conoscenze, sempre con la finalità di una proficua e leale collaborazione tra soggetti pubblici e privati orientata, innanzitutto, a dare un servizio di qualità a tutti i cittadini che hanno bisogno di supporto per entrare o rientrare nel mondo del lavoro. È una partita fondamentale, che vede il coinvolgimento di tanti soggetti diversi, auspichiamo che ognuno possa fare la propria parte.

Abbiamo recentemente intervistato l’europarlamentare Daniela Rondinelli, che ha sottolineato come la legislatura europea si sia dedicata molto attivamente ai temi del lavoro e dell’occupazione. Avete avuto modo di interloquire con le istituzioni comunitarie?

È importante leggere e interpretare i cambiamenti in atto nel mercato del lavoro in un’ottica integrata, anche rispetto a ciò che accade negli altri Paesi europei e nel mondo. Negli ultimi anni abbiamo infatti seguito con molta attenzione l’attività del legislatore europeo grazie al nostro ruolo all’interno della World Employement Confederation. La confederazione mondiale delle Agenzie per il Lavoro che ha sede a Bruxelles, di cui Assolavoro è espressione italiana.

Nostro obiettivo per il 2024, anche in vista del rinnovo della composizione del Parlamento europeo, è utilizzare tutti i possibili veicoli normativi per migliorare il servizio a candidati, lavoratori e aziende, e semplificare e valorizzare la fruizione dei servizi offerti. Ci sono molti temi che dovranno essere affrontati: l’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, la certificazione delle competenze, la mobilità dei lavoratori e l’inclusione dei lavoratori extraeuropei e dei rifugiati, la corretta interpretazione delle norme che indirizzano la flessibilità. Sono tutti temi che ci vedono fortemente coinvolti e su cui intendiamo essere in prima linea attraverso il dialogo costruttivo con le istituzioni europee.

Infine, come si prospetta il 2024 per l’occupazione? 

Il 2024 si prospetta come un anno ancora difficile, dove gli squilibri geopolitici causeranno ripercussioni negative anche sulla nostra economia. Per il nostro Paese sarà necessario introdurre gli strumenti migliori per aumentare la produttività e affrontare il mismatch fra domanda e offerta di lavoro, che continuerà ad acutizzarsi.

La nostra missione principale come Assolavoro sarà dunque contribuire alla creazione di un mercato del lavoro sempre più inclusivo, soprattutto per donne e giovani. In aggiunta, inizierà ad affacciarsi sul mercato un nuovo soggetto che prenderà sempre più piede nel prossimo futuro: l’intelligenza artificiale. Questo ci porterà a fronteggiare nuovi scenari e a ripensare ulteriormente il nostro lavoro mettendo sempre più al centro la formazione e l’attrattività di nuovi talenti.

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