Proprio perché la trasparenza è sempre più un dovere per le imprese, immaginate quale danno potrebbero creare errori e inesattezze nella gestione del payroll.
“Il payroll è una parte integrante di qualsiasi azienda e può danneggiare la reputazione di un’organizzazione qualora qualcosa andasse storto”, dice Luca Saracino, Executive Vice President of payroll and professional services di Alight. La piattaforma Alight Worklife combina le funzioni HR come payroll e benefit in uno strumento unico. Un buon esempio di come la semplificazione dell’elaborazione delle buste paga non solo faccia risparmiare tempo e riduca il rischio di errori umani, ma contribuisca anche “a salvaguardare l’azienda e a promuovere il benessere dei dipendenti”.
Alight ha recentemente pubblicato il Company Payroll Complexity Report 2024. Un’indagine rivolta a chi si occupa delle retribuzioni dalla quale emerge che oltre la metà delle aziende è incappata in sanzioni sul payroll per mancata conformità e che fogli di calcolo e processi manuali o cartacei sono ancora molto diffusi. Per ritornare sul tema dell’AI, un altro dato fa riflettere: solo l’8% degli intervistati ha espresso l’intenzione di incorporare l’AI nei processi di gestione delle retribuzioni nei prossimi due anni.
Il tempo è prezioso, anche nella gestione del payroll
Secondo Jet HR, tech company italiana, i modelli di gestione del payroll funzionano meglio se sono integrati in piattaforme che accompagnano i manager delle risorse umane a gestire tutte le fasi della vita lavorativa dei collaboratori. E se aiutano a eliminare la complessità burocratica, un aspetto che spesso complica il lavoro dei dipartimenti HR, se non, nel caso di realtà più piccole, direttamente dei titolari di impresa.
“Chi fa impresa in Italia spesso deve dedicare ore e ore alla burocrazia, ad adempimenti amministrativi e a decifrare requisiti oscuri. In una Pmi è difficile delegare materie delicate come il personale e gli stipendi: il tempo dedicato alla burocrazia è quindi spesso quello dell’amministratore delegato”, dice Marco Ogliengo, Ceo e fondatore di Jet HR insieme a Francesco Scalambrino, Chief Product Officer. Il quale aggiunge: “Durante le mie esperienze all’estero ho riscontrato quanto imprenditori, amministrazioni, Cfo e HR Manager possano occuparsene con un livello di complessità estremamente inferiore rispetto a quello richiesto nel nostro Paese. Vogliamo colmare questo gap automatizzando attività che assorbono troppo tempo prezioso a risorse che, per ruolo e capacità, dovrebbero concentrarsi su attività strategiche”.
Coinvolgere le persone nel cambiamento
Potremmo proseguire citando numerosi altri strumenti software pensati per semplificare la gestione delle risorse umane e automatizzare i processi in azienda: piattaforme, tool di intelligenza artificiale, app. Quello che conta, e che ogni HR impegnato in un percorso di innovazione e cambiamento in azienda deve avere presente, prescinde, però, dalla tecnologia in senso stretto.
Come ricorda Marco Poggi di Mida, già “incontrato” nel primo articolo del Dossier People Management di Forme 25, “non basta formare le persone in modo che utilizzino correttamente una nuova tecnologia. Occorre accompagnarle nello sperimentare nuovi comportamenti e nuove abitudini. Il cambiamento è generato e realizzato dalle persone quando queste sono direttamente coinvolte nel cambiamento stesso”.
E qui chiudiamo il cerchio: “C’è un inglesismo molto adatto a descrivere il concetto di cui parliamo: human in the loop”, conclude Francesco Ferri di Gellify. “L’espressione indica che i protagonisti del cambiamento devono essere le persone. Perché è l’essere umano che dà valore aggiunto all’innovazione, guidandola”.
