Sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo delle risorse umane si stanno interrogando in molti.
Personio, società europea di software HR per le Pmi, ha condotto un’indagine sul tema intervistando 1.500 decision maker HR. Tra i dati emersi, c’è che il 93% dei responsabili delle risorse umane, che già utilizzano strumenti di AI di qualche tipo, ha avuto o si aspetta risparmi sui costi all’interno dei propri reparti. Tra le altre motivazioni per investire nell’AI vi è l’efficienza: il 61% degli intervistati ritiene che l’AI li aiuterà a risparmiare tempo nei processi di gestione delle risorse umane.
Rendendo più efficienti attività amministrative quali l’onboarding di nuovi dipendenti, l’elaborazione delle buste paga e delle timbrature, la gestione dei benefit, l’organizzazione dei training, i team HR avranno più tempo per concentrarsi su altre attività a maggior valore. Tra cui la talent acquisition, per migliorare la gestione complessiva e i risultati della propria organizzazione.
Tuttavia, i gap di conoscenza e i dubbi legati alla perdita di posti di lavoro potrebbero creare delle resistenze all’adozione dell’AI tra i dipendenti. Enrico Provenzale, Country Development Lead Italia di Personio, ha commentato: “Quando i computer arrivarono per la prima volta nei luoghi di lavoro, i dipendenti dovettero imparare a utilizzare Excel. Educare i dipendenti all’intelligenza artificiale non è diverso. L’impatto dell’intelligenza artificiale e la sua introduzione devono andare di pari passo con la formazione in materia. Sia per i reparti delle risorse umane sia per i collaboratori. Fornendo alla forza lavoro le competenze necessarie per utilizzarla in modo responsabile ed efficace, possiamo trasformare in fiducia le loro paure. E migliorare complessivamente l’employee experience”.
Se l’impatto dell’intelligenza artificiale è “fiduciario”
Anche Workday, fornitore di applicazioni cloud aziendali per la gestione finanziaria e HR ha pubblicato un’indagine globale da cui emerge una mancanza di fiducia nell’AI nei luoghi di lavoro. I leader e i dipendenti concordano sul fatto che essa offra grandi opportunità per la trasformazione aziendale, ma c’è un certo scetticismo, soprattutto da parte dei dipendenti, su una sua implementazione responsabile. Il 23% di questi ultimi, addirittura, non è sicuro che la propria organizzazione metta gli interessi dei dipendenti al di sopra dei propri quando implementa l’AI.
Jim Stratton, Chief Technology Officer di Workday, ha così commentato: “Per ridurre questa mancanza di fiducia, le organizzazioni devono adottare un approccio globale alla responsabilità e alla governance dell’AI, ponendo particolare attenzione al sostegno di politiche che possano aiutare a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e fiducia”. Le persone, in generale, desiderano essere coinvolte nei processi di AI: gli stessi leader, nel 70% dei casi, sostengono che l’AI dovrebbe essere sviluppata in modo da consentire facilmente la revisione e l’intervento umani.