Enti di certificazione e sviluppo delle imprese

I sistemi di gestione secondo le norme ISO promuovono efficienza ed efficacia oltre a gettare le basi per dare continuità e affidabilità alle imprese di ogni dimensione, tipologia e settore

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SQS certificazione imprese

di Antonio Lucchini *| Parlare di sistemi di gestione significa parlare di organizzazione delle imprese. Auspicati e descritti dalle normative mondiali ISO (International Organization for Standardization), i sistemi di gestione forniscono indicazioni importanti per definire l’ossatura di ogni organizzazione. Nella loro implementazione si affrontano gli stessi temi che oggi sono portati in evidenza dal grande tema trasversale della sostenibilità, ma che in tempi non sospetti hanno anticipato tutto: l’attenzione alla qualità dei prodotti a beneficio dei consumatori, l’enfasi sulle tematiche ambientali, il rispetto dell’ambiente e la priorità nel creare luoghi di lavoro sani e sicuri per i lavoratori. Come già evidenziato su queste pagine, impostare un sistema di gestione non è sufficiente nella definizione della sola architettura dei processi; è sempre necessario vigilare anche sulla piena implementazione e sul beneficio che la stessa può portare all’organizzazione. Quest’ultima si identifica con la propria specifica value chain e diventa motore per la creazione di profitto, secondo i servizi erogati e i prodotti forniti a beneficio di consumatori, parti interessate e comunità in generale. Stiamo parlando quindi di qualcosa di strettamente connesso: non possiamo ragionare a compartimenti stagni, ma occorre un’evoluzione sinergica dei diversi concetti, legati dagli stessi principi.

Il ruolo delle imprese

Le imprese rappresentano la ragion d’essere dell’umanità, come creatrici di opportunità di sviluppo, innovazione e posti di lavoro. Sono un patrimonio da tutelare e sviluppare secondo i tre assi classici, oggi portati in auge dalla sostenibilità e dai criteri Esg: buona conduzione, attenzione all’ambiente e rispetto dei diritti dei lavoratori a tutte le latitudini. Il reshoring in atto, ovvero il fenomeno di “rientro a casa” delle diverse fasi della produzione, è una delle dirette conseguenze di queste tendenze. Per esempio, avere un impianto in un Paese dove uno dei tre principi non può essere implementato per ragioni politiche, non giova sicuramente all’immagine aziendale.

Nell’era della condivisione delle informazioni o, meglio, della diffusione incontrollata di qualunque informazione, la coerenza tra le dichiarazioni dei manager, oggi quanto mai rilevanti, e la realtà è un valore per ogni impresa. L’attenzione si sposta da una logica di sviluppo di impresa secondo la cosiddetta “Dottrina Friedman”, orientata alla sola generazione di profitto e di valore per gli azionisti, con un’attenzione premiante alla riduzione dei costi, a un’organizzazione più attenta allo sviluppo, all’innovazione che mantenga i valori di tutela dell’ambiente e alla valorizzazione dei lavoratori attraverso una conduzione oculata e attenta. In quest’ottica, il ruolo giocato dai sistemi di gestione e dalla vigilanza nell’applicazione dei requisiti non può essere sottovalutato o ridotto alla mera soddisfazione e rispetto formale di regole.

Nel cuore dei sistemi

Una delle funzioni centrali è oggi rappresentata dall’area “organizzazione” alla quale fanno riferimento spesso le risorse umane, l’area IT e l’area sistemi di gestione. Uno degli strumenti di controllo e vigilanza, voluto e promulgato dal vertice aziendale, è rappresentato dagli audit interni, strumenti indispensabili e premianti per rendere efficaci i processi e garantire il rispetto di quanto definito. D’altronde, la maggior parte delle organizzazioni si dota di regolamenti e procedure per il personale, in modo che le operazioni siano ripetitive e consentano di garantire uniformità nell’erogazione dei servizi o nella qualità dei prodotti. Uniformità che comprende la componente rischio, con il suo contraltare dell’opportunità, binomio che oggi riveste un ruolo strategico e decisivo, in ottica preventiva e di sviluppo, secondo le scelte operate per la continuità di ogni singola impresa. Lo scopo di un audit è, quindi, quello di vigilare e verificare che tutto funzioni come il vertice ha deciso e il contributo che i sistemi di gestione hanno dato negli anni al mondo industriale, e non solo, è evidente, oggettivo e sotto gli occhi di tutti.

Il valore delle check list

Le tanto vituperate check-list non sono altro che lo strumento operativo che soggiace a un metodo di lavoro che prevede il motto “descrivi i processi, segui i processi, dimostra che rispettano la descrizione”.

Quando parliamo di efficacia di un sistema o di un processo trattiamo esattamente e soltanto di questo: se vogliamo dare concretezza al tema della sostenibilità nelle imprese, lo strumento check list, indispensabile in tante operazioni di processi critici (aeronautica, navale, automotive), deve essere rivalutato.

Abbiamo ancora tanto da inventare e innovare, ma l’eredità del passato, che ha contribuito in maniera non secondaria allo sviluppo delle organizzazioni fin dalla rivoluzione industriale, rappresenta ancora oggi un asset su cui far leva. Va applicato in modo responsabile e attento, senza sottovalutare nessun aspetto e nella piena convinzione che l’audit serva all’organizzazione per farla funzionare meglio, per creare consapevolezza su temi di attualità quali l’ambiente e la salute e sicurezza dei lavoratori. Questo crea le condizioni per garantire la continuità aziendale, attraverso processi di passaggi di consegne, nel rispetto dei valori e della purpose aziendale, mettendo in atto le azioni fondamentali per evitare sanzioni o interruzioni della produzione o dei servizi.


*Antonio Lucchini è AD della divisione italiana di SQS, associazione svizzera per la certificazione dei sistemi di qualità e di management.


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Il contributo delle norme ISO alla sostenibilità

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