Non chiamiamole più Soft Skill ma Power Skill

0
198
Power Skill

Uno studio di Deloitte Insights ha dimostrato che per il 92% delle aziende le capacità umane o competenze trasversali contano tanto quanto o più delle hard skill nel mondo lavorativo di oggi. Allo stesso tempo, uno studio di BusinessNameGenerator (BNG) ha indagato i pensieri dei lavoratori americani circa le soft skill sul posto di lavoro e la formazione che viene loro fornita: l’indagine ha rivelato che l’introduzione di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale ha modificato la domanda di competenze specifiche, richiedendo così ai dipendenti di approfondire le abilità già presenti in loro o di integrarne di nuove, come ad esempio competenze non tecniche che aiutano a comprendere come le persone lavorano e interagiscono con gli altri.

Power skill essenziali per il futuro

Il mondo del lavoro è in continua evoluzione e con esso anche i concetti di soft e hard skill si modificano. Proprio per questo motivo le soft skill – secondo Josh Bersin, analista americano di fama mondiale specializzato in risorse umane – dovrebbero piuttosto essere rinominate “power skill”. Queste power skill sono infatti essenziali per il futuro: aziende come Facebook, Amazon e molte altre si stanno confrontando con problemi di strategia, etica, cultura, crescita e valori, piuttosto che questioni di natura esclusivamente tecnologica. Secondo l’esperto questa tipologia di competenze va costruita con il tempo e va nutrita e incoraggiata dalle aziende per cui si lavora.

Le power skill – le nuove competenze trasversali – sono quindi ciò che consente alle organizzazioni, ai loro leader e manager, e anche a coloro che non si trovano in posizioni di leadership, di prosperare. Molte aziende falliscono, non perché manchino le infrastrutture o la tecnologia, ma poiché non rendono prioritarie queste competenze essenziali in grado di alimentare l’economia.

La forza delle power skill emersa al Flowerista Festival

Di power skill si è parlato anche durante il Flowerista Festival, l’evento organizzato da Flowerista (www.flowerista.it), ecosistema aperto che si occupa di digital marketing, business strategy, orientamento di carriera e formazione con la mission di valorizzare e far crescere i brand in modo sostenibile. L’evento ha visto susseguirsi una serie di workshop, talk e interventi dedicati al futuro del lavoro, all’innovazione e alla crescita professionale, per ispirare chi è alla ricerca di un cambiamento ma vuole anche essere parte attiva nel promuoverlo.

“Storicamente le soft skill sono state spesso associate al genere femminile, poiché riguardanti tutte quelle qualità che hanno a che fare soprattutto con l’impiego di sensibilità ed empatia, valori attribuiti da sempre alle donne. Attraverso l’evento abbiamo cercato di trasmettere ai presenti – sia uomini che donne – l’importanza di sviluppare competenze trasversali per ritagliarsi uno spazio nel mercato del lavoro odierno. Per questo, abbiamo lasciato la parola a Giovanna Cosenza, prof.ssa ordinaria di Semiotica dei Nuovi Media presso l’Università di Bologna, che ha sottolineato l’importanza del capitale relazionale soprattutto con l’avvento dell’AI, mettendo l’accento sul fatto che in tutte le professioni e i settori, specie nelle posizioni apicali, saranno sempre più richieste (e pagate) le competenze umanistiche e relazionali, l’interdisciplinarità e le soft skills” – ha commentato Sara Malaguti, founder di Flowerista.

La stessa Sara Malaguti, in completo accordo con il concetto sviluppato da Bersin, ha elencato le tre power skill essenziali per il mondo lavorativo del futuro (ma soprattutto del presente):

  • Curiosità e apprendimento continuo

Mantenere una mentalità aperta e di crescita continuando a imparare e migliorarsi, personalmente e professionalmente. Per fare ciò, è essenziale leggere e informarsi quotidianamente. Attraverso l’apprendimento continuo è infatti possibile arricchire continuamente il nostro bagaglio di conoscenze, che possono poi essere impiegate sia nella vita privata che sul posto di lavoro.

  • Intelligenza culturale e coscienza della diversità

Avere una consapevolezza della diversità e del fatto che i luoghi di lavoro e le società stiano diventando sempre più diversificati, “contaminati” da differenti culture, ed essere in grado di relazionarsi con gli altri lavorando efficacemente con professionisti provenienti da contesti diversi. Anche in questo caso, la lettura è lo strumento che permette di entrare in profondità e conoscere mondi diversi dal nostro.

  • Pensiero critico

È la capacità di trovare dati affidabili e utilizzarli per prendere decisioni o porre giuste domande, senza affidarsi a giudizi impulsivi o superficiali. Formulare un proprio pensiero basandosi quindi su dati ed evidenze, elaborando un punto di vista che possa andare oltre i pregiudizi e gli stereotipi.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here