Puntiamo sui tecnici

Con il programma StarTech, un progetto pilota per la formazione e l’assunzione di giovani tecnici per l’ Industria 4.0, Tesya Group investe strategicamente sul proprio futuro e su quello dei giovani, ai quali offre concrete opportunità di crescita e sviluppo professionale

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tesya group

di Franco Amicucci | Tesya Group è un gruppo italiano con radicata presenza internazionale, fornitore di servizi e soluzioni integrate B2B per costruzioni, generazione di potenza elettrica e meccanica e gestione di cantieri, logistica e transizione energetica.

Oltre 3.500 dipendenti, 1,7 miliardi di fatturato e 90 anni di storia rendono l’idea della complessità di questa realtà, che ha avviato un progetto pilota a vocazione internazionale per formare e assumere giovani tecnici per l’Industria 4.0. Ce ne parlano Andrea Camera, direttore HR, e Alberto Garavaglia, Group Training & Development Manager del gruppo.

Quali sono le principali sfide che l’area risorse umane di Tesya sta affrontando in questa fase?

Andrea Camera | Il nostro presidente e Ceo, Lino Tedeschi, ci ha lanciato la sfida di creare un modello per diventare un punto di riferimento per la formazione tecnica nei Paesi in cui operiamo. Per costruire il futuro del nostro Gruppo, ma anche per dare ai giovani concrete opportunità di crescita e sviluppo professionale. Siamo partiti con una ricerca, affidata ad AstraRicerche, dove sono state fotografate ambizioni, bisogni e desideri dei giovani nel mondo del lavoro in Italia, penisola iberica e Balcani, le aree di nostra presenza.

Il primo dato rilevato verso figure professionali tecniche è che queste sono avvolte ancora da pregiudizi e stereotipi. Per il 35% dei giovani italiani hanno uno stipendio basso e non sono figure professionali stimate. Quanto agli indicatori giudicati importanti, che potrebbero influenzare la scelta di accettare o meno un lavoro, i giovani italiani mettono in primo piano una retribuzione adeguata (56%). Seguita dalla possibilità di crescita personale (43%) e dalla certezza sul futuro o, almeno, dall’assenza di precarietà (40%). Quest’ultimo indicatore passa in primo piano rispetto a penisola iberica e Balcani, che invece indicano come terza preferenza la flessibilità di orario.

Di fronte a questo scenario, dove si sta orientando la vostra ricerca di personale?

Andrea Camera | Abbiamo una forte necessità di figure tecniche, ma mancano figure professionali qualificate. La capacità del tecnico è analizzare, comprendere e prevenire i problemi e di conseguenza intervenire direttamente per risolverli. Il Gruppo Tesya è orientato verso sistemi di manutenzione predittiva basati sulla teoria del guasto zero. La figura del tecnico si è evoluta in quella del tecnico predittivo, in cui l’interpretazione dei dati e l’utilizzo efficace di tecnologia e Intelligenza Artificiale giocano un ruolo determinante.

In generale, la rapida trasformazione tecnologica a cui stiamo assistendo porterà a una sempre maggiore diversificazione e specializzazione della figura del tecnico e delle sue competenze per singoli settori e tecnologia di riferimento. Inoltre, essere competenti nell’utilizzo di una determinata tecnologia richiederà spesso il possesso di competenze interdisciplinari e dunque curricula specifici di apprendimento. In Tesya, su oltre 3.500 dipendenti, 1.500 sono tecnici che offrono un’assistenza altamente qualificata.

Basti pensare che il Gruppo annovera più di 16.000 contratti di servizio di assistenza tecnica e gestisce oltre 32.000 macchinari complessi, che monitora da remoto attraverso sistemi di telemetria satellitare. Questo consente di offrire un servizio qualificato anticipando i guasti, controllando il buon funzionamento e offrendo una pronta consulenza. La decisione di investire direttamente sulla formazione di figure tecniche altamente specializzate è per noi un fattore strategico rispetto al futuro.

Quali sono stati gli interventi in ambito formativo?

Alberto Garavaglia | La preparazione delle persone del Gruppo è per noi determinante. Ecco perché Tesya investe fortemente nella formazione, con piani che nel 2021 hanno visto 95mila ore di training, nel 2022 118mila e 123mila nel 2023. Obiettivo, far sì che le persone possano dare il meglio di sé. Lavorando con passione, qualità e impegno, all’interno di una compagine aziendale altamente integrata e con un forte senso di appartenenza, mettendo a sistema robuste sinergie.

Come state intervenendo, invece, per attrarre e formare giovani tecnici?

Andrea Camera | La carenza di figure professionali nei settori di interesse del Gruppo e nei Paesi in cui opera, e la grande percentuale di disoccupazione giovanile, hanno dato origine a un progetto con un significativo impatto sociale. Costruito e gestito insieme alla rete delle scuole professionali salesiane, presenti in un gran numero dei Paesi in cui operiamo: il programma StarTech. Si tratta di un’iniziativa focalizzata sulle persone e sulla collaborazione tra impresa e sistema formativo, con l’obiettivo di ridurre il mismatch sul mercato del lavoro.

Se prendiamo come riferimento l’inizio del 2023, le imprese italiane cercavano mezzo milione di lavoratori (ndr: dati Unioncamere). Mentre in Spagna per settori come l’industria e le costruzioni mancano 140mila occupati. Ridare centralità all’istruzione tecnica è anche il senso della recente riforma degli Istituti Tecnici e Professionali in Italia, voluta dall’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Il progetto pilota StarTech è partito dalla Lombardia nell’ambito del corso di Its Lombardia Meccatronica, che prevede 400 ore di tirocinio in azienda sul totale delle 1.000 ore programmate nell’anno formativo.

L’obiettivo è formare la figura professionale di un tecnico all’avanguardia, in grado di operare su sistemi meccatronici avanzati applicati all’industria. Una figura che si colloca fra le professioni che provvedono alla manutenzione di apparati di natura meccanica, elettrica, pneumatica e oleodinamica. Utilizzando strumenti di diagnostica e applicando metodologie preventive e predittive ispirate ai paradigmi dell’industria 4.0.

Come è organizzato il programma formativo?

Alberto Garavaglia | Il programma formativo, progettato insieme alla Federazione Nazionale Cnos-Fap, Cnos Fap Lombardia, Its Meccatronica e GI Group, prevede un’alternanza tra ore di formazione in aula e ore di formazione e affiancamento al lavoro in azienda, finanziate dalla Regione Lombardia con la modalità prevista per l’apprendistato. Per un totale complessivo di 860 ore. Nel concreto, gli studenti sono impegnati per cinque giorni alla settimana, per cinque ore nel periodo di formazione in aula e per otto ore nel periodo di pratica in aziende del nostro Gruppo. Dove sono seguiti dai tutor di riferimento e possono fare esperienza come tecnico macchine movimento terra, tecnico carrelli elevatori, tecnico manutentori camion, tecnico motori marini.

Il programma prevede le seguenti Unità Formative di area tecnico-professionale: processi di produzione, conduzione degli impianti industriali, organizzazione del servizio di manutenzione, analisi dati e software di manutenzione 4.0, comportamento dei principali materiali tecnici, metodi e strumenti di diagnostica, installazione e manutenzione di sistemi meccanici, installazione e manutenzione di sistemi elettrici ed elettronici, installazione e manutenzione pneumatici e oleodinamici, automazione integrata.

Al termine del percorso gli studenti riceveranno un “Certificato di specializzazione tecnica superiore”. Un passo importante, dato che l’obiettivo di Tesya è stabilizzare la posizione lavorativa alla fine del periodo di formazione.

Come pensate di estendere a livello europeo questo programma?

Andrea Camera | L’obiettivo per il 2024 è di estendere il progetto, nelle forme consentite dalla legislazione di riferimento, anche in Portogallo e in Spagna. La nostra società in Portogallo sta avviando una collaborazione con Atec, una Academy focalizzata nella formazione tecnica, per replicare il modello StarTech. Il progetto didattico costruito sia con i Salesiani (in Italia) sia con il nostro Centro Scuola, sarà “adattato” da Atec e utilizzato per la formazione dei tecnici Tesya.

La Spagna, con Finanzauto, ha già avviato delle collaborazioni in tal senso. L’obiettivo del 2024 è incrementare la numerica. Attualmente, la nostra società in Spagna collabora con oltre 75 centri di formazione a livello nazionale: dal 2021 ha ospitato una media di 150 tirocinanti, il 44% dei quali continua a lavorare in azienda. A ottobre 2023, nell’ambito del programma StarTech, Finanzauto ha inoltre firmato un accordo con i Salesiani per offrire agli studenti di Formazione Professionale del Centro salesiani di Madrid Atocha sia formazione specializzata sia la possibilità di accedere a un contratto di stage.

Il vostro progetto è un caso di eccellenza nel panorama italiano ed europeo. Quali suggerimenti vi sentite di dare ai colleghi delle HR e della formazione in Italia?

Andrea Camera | Direi loro di adottare un approccio alla formazione “people centric”. Centrato sui bisogni in continuo mutamento delle persone, che rifugga dalla tentazione della facile standardizzazione, focalizzato sul presente e sulle innovazioni tecnologiche in corso. Essere agili, reattivi.

Un approccio di questo tipo non implica soltanto costante esplorazione, sperimentazione e studio del contesto attuale, ma richiede anche di allenare la capacità di cogliere e interpretare in modo rapido i cambiamenti. E di passare, con altrettanta tempestività, dalla lettura dei segnali all’esecuzione di una strategia di “azione”, tenendo presente la molteplicità dei target e canali di comunicazione.

Per effetto della crescente servitization, oggi il valore aggiunto che un’azienda può dare a livello di formazione non riguarda più solo le persone che operano al suo interno, ma anche i direct user.


* Franco Amicucci è presidente del CdA di Skilla.

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