All’area della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nella quale si rileva una costante necessità di formazione continua, si sono aggiunte di recente quelle dell’informatica e della salvaguardia ambientale.
“L’interesse verso questi temi è certamente influenzato dall’indicazione del Fondo Nuove Competenze”, spiega Egidio Sangue, direttore di FondItalia. “In riferimento all’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze e di dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato del lavoro mediante le risorse stanziate per tale misura”. Sangue cita anche alcuni dati interessanti dal Rapporto FondItalia 2024.
L’Avviso 2023.01 – Fondo Nuove Competenze, di durata annuale, ha coinvolto principalmente micro e piccole imprese, rispettivamente per il 49 e il 39%. Situate principalmente in Lombardia (32%), Puglia (18%) e Marche (8%). E attive soprattutto nei settori Manifatturiero (27%), Commercio all’ingrosso e al dettaglio (24%), Costruzioni (12%), Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (10%).
Il ruolo crescente dei servizi pubblici
Stefania Tomaro, direttore di Fonservizi, osserva invece che nel settore dei servizi pubblici, cresciuto molto in termini di qualificazione richiesta al personale, la formazione ha un peso sempre più strategico. Anche perché “qualità ed efficienza dei servizi pubblici locali di interesse economico dipendono soprattutto dalle competenze del personale impegnato nei processi di organizzazione, pianificazione, affidamento e controllo”.
Nel settore di riferimento di Fonservizi sono diverse le tematiche oggetto degli interventi formativi. Dall’organizzazione amministrativa dei servizi pubblici locali, al controllo di gestione, alla sicurezza aziendale, e non si tratta solo di formazione specialistica. A quest’ultima si affianca anche “una formazione su tematiche trasversali, perché le soft skill si confermano fondamentali per lo sviluppo di un clima lavorativo ottimale. Capacità relazionali e comportamentali, modo di porsi nel contesto lavorativo, empatia, capacità di interazione, sono elementi che garantiscono valore aggiunto nelle organizzazioni. E completano le competenze prettamente tecniche e professionali. Questo conferma che il rapido affermarsi dei processi di transizione necessita di un’altra fondamentale transizione: quella sociale”.
Formazione continua più mirata
Rossella Spada, direttore generale di Fondo Formazienda, mette l’accento sulla necessità di una formazione mirata. “Le esigenze sono specifiche e si manifestano sulla base del confronto con il mercato che ogni azienda vive in modo unico e particolare. Nel caso di FormAzienda, il fabbisogno formativo viene rilevato dagli enti di formazione all’interno di una interlocuzione virtuosa. La quale promuove il rinnovamento delle competenze insieme alla qualificazione e riqualificazione delle risorse umane”.
Franco Valente, direttore di Fondoprofessioni, parla addirittura di formazione individuale: “I contenuti della formazione devono essere personalizzati, tenere conto dei bisogni di quel particolare lavoratore”. Non a caso Fondoprofessioni da qualche tempo emette Avvisi mirati. “In questo modo la formazione è più aderente alla realtà e meglio misurabile anche in termini di risultati”. Non solo, Valente cita anche un tipo di formazione one to one, nella quale dopo aver usufruito della teoria, il discente è affiancato da un consulente o un formatore nella messa in pratica di quanto ha appreso. La transizione digitale ed ecologica e le asimmetrie formative di genere sono invece per Carlo Parrinello, direttore di Fondolavoro, “le aree in cui emerge un maggior bisogno formativo e alle quali, pertanto, prestare particolare attenzione”.
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