di Virna Bottarelli |
A ospitare la quindicesima edizione del Festival del Lavoro, quest’anno, Firenze.
“Etica e sicurezza nell’era dell’Intelligenza Artificiale” è stato il claim dell’evento, tenutosi negli spazi della centralissima Fortezza da Basso. In apertura dei lavori, il pomeriggio del 16 maggio, sul palco è salito Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, insieme a Roberto Beconcini, presidente dell’Ordine dei CdL della Toscana, Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università degli Studi di Firenze, e Benedetta Albanese, assessore al Lavoro del Comune di Firenze.
Quest’ultima ha ricordato come la città sia stata profondamente scossa dall’incidente mortale del cantiere di via Mariti, dove lo scorso febbraio persero la vita cinque operai. “Cominciamo dalle persone e dai professionisti che popolano il mondo del lavoro per investire nel futuro e nell’innovazione, ma senza tralasciare i punti cardine della legalità e della sicurezza”, ha aggiunto Albanese. Significativo, sempre in apertura, l’intervento di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che ha voluto innanzitutto ringraziare il Ministro del Lavoro Marina Calderone per la vicinanza e la sensibilità dimostrate proprio in occasione della strage di via Mariti.
Giani ha ricordato che etica e sicurezza devono essere temi centrali quando si parla di lavoro, perché centrale è il lavoro nel nostro ordinamento, come sancito dalla Costituzione. “Il lavoro è citato all’articolo 1, come fondamento della Repubblica, e all’articolo 4, come diritto e dovere”, ha detto. “Dobbiamo adoperarci, come istituzioni e in collaborazione con professionisti come i Consulenti del Lavoro, affinché il lavoro possa concorrere al progresso materiale e spirituale della nostra società. Perché è sul lavoro che si gioca la sfida del benessere di quest’ultima”.
Non temiamo l’Intelligenza Artificiale
“Come Consulenti del Lavoro non temiamo l’Intelligenza Artificiale”, ha affermato Rosario De Luca introducendo il filo conduttore del Festival. “Quella dell’AI è una rivoluzione, ma non è certo la prima che abbiamo studiato o vissuto. È sicuramente una rivoluzione più invasiva, che farà sparire alcuni mestieri ma che ne farà nascere di nuovi”. L’Ordine, secondo De Luca, ha tutte le carte in regola per adattarsi anche a questo grande cambiamento. “Il Consiglio nazionale ha già avviato una sperimentazione con un sistema di Intelligenza Artificiale a supporto dei Consigli provinciali, mentre la Fondazione Studi sta testando un sistema di AI per lo studio professionale, Clia”.
Meno pronto, invece, il Paese. “Credo serva un salto culturale, una sorta di verifica delle proprie competenze che molte persone ancora stentano a compiere”, ha aggiunto. “Non si può pensare di essere spendibili in ogni mercato e in ogni situazione se non ci si interroga sull’adeguatezza della propria capacità lavorativa alle richieste del mercato”. Si è entrati, quindi, nello spinoso problema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, sicuramente accentuato dall’avvento delle nuove tecnologie. “Le aziende ci dicono che il lavoro c’è, ma non ci sono i lavoratori. È chiaro che occorre lavorare sulla formazione, fare in modo che tutti possano avere delle chance per cogliere le opportunità che il mercato del lavoro oggi offre. Sarà la stessa Intelligenza Artificiale a spingerci verso la formazione, perché obbligherà tutti ad aggiornarsi per non essere esclusi”, ha concluso il presidente.
L’importanza du upskilling e reskilling
Sull’Intelligenza Artificiale si è soffermata anche Giorgia Meloni, intervenuta al Festival con un videomessaggio. “Vogliamo rendere più dinamico il nostro mercato del lavoro e stiamo concentrando la nostra attenzione anche sulle nuove sfide che lavoratori e imprese sono chiamati ad affrontare”, ha detto. “Una di queste è l’Intelligenza Artificiale generativa, una tecnologia che avrà certamente un impatto sui sistemi economici e produttivi”. Secondo la presidente del Consiglio “non possiamo fermare questa rivoluzione, ma dobbiamo lavorare per fare in modo che questo processo sia sempre a misura d’uomo, che sia incentrato sull’uomo e controllato dall’uomo. L’AI sarà una risorsa nel momento in cui il suo sviluppo migliorerà la qualità del lavoro, se lo renderà più efficiente e sempre più a misura di persona. Al contrario, non lo sarà se porterà alla sostituzione dei lavoratori o all’espulsione di milioni di lavoratori dal mercato del lavoro”.
Per Meloni tutte le professioni saranno toccate dal cambiamento e sarà necessario acquisire nuove competenze: “Sono convinta che sia fondamentale lavorare tutti insieme per promuovere un vasto programma di reskilling e upskilling per giovani e adulti lungo tutto l’arco della vita. In quest’anno di Presidenza italiana del G7 stiamo lavorando proprio per lanciare un piano d’azione sull’uso dell’IA nel mondo del lavoro”.
Meloni ha ribadito anche che il lavoro è al centro dell’impegno del suo Governo: “In un anno e mezzo abbiamo adottato provvedimenti avendo chiaro che il ruolo dello Stato è mettere le aziende e i lavoratori nella condizione di creare occupazione e ricchezza. I primi risultati ci dicono che siamo sulla strada giusta. Il tasso occupazionale ha toccato il record del 62,1%, le lavoratrici hanno superato per la prima volta il tetto dei 10 milioni, i contratti stabili sono in aumento mentre la precarietà è in calo. Così come sono in calo gli inattivi. Certo, c’è ancora da fare per consolidare questi dati e migliorarli e il nostro impegno continua. In occasione del 1° maggio abbiamo approvato un pacchetto di norme che stanzia circa tre miliardi di euro per incentivare l’assunzione di donne, giovani e lavoratori più fragili, soprattutto al Sud”.
Continua l’impegno per l’occupazione
“Il nostro non è un festival di categoria ma un momento di confronto per tutti coloro che hanno la competenza per parlare di lavoro”, ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone. Salita sul palco nel giorno inaugurale del Festival, ha sottolineato come la propria esperienza di Consulente del Lavoro la stia aiutando nel coprire un ruolo istituzionale così importante. “Se oggi sono in grado di scrivere una norma e comprenderla, è perché ho esercitato la professione”, ha aggiunto. Evidenziando come serva ancora un grande impegno per “colmare il gap sul fronte occupazionale e della partecipazione al lavoro di alcune categorie”.
Sulle ultime misure varate dal Governo, ha ricordato quanto previsto dal Decreto Coesione, con interventi a favore del lavoro per quasi tre miliardi di euro, in buona parte destinati all’autoimpiego. “Abbiamo stanziato incentivi a sostegno di professionisti iscritti agli ordini perché abbiamo bisogno di coltivare una società fatta di professionisti. Perché attraverso i professionisti lo Stato raggiunge i propri obiettivi. E i Consulenti del Lavoro lo dimostrano costantemente, operando spesso per migliorare i servizi erogati dagli enti statali”, ha spiegato il ministro.
Sul tema centrale del Festival del Lavoro 2024, l’Intelligenza Artificiale, Calderone ha ricordato quanto sia fondamentale il ruolo dell’individuo, anche in un mondo del lavoro sempre più digitalizzato. “Se le macchine si evolvono e svolgono compiti sempre più sofisticati è perché sono educate dall’individuo”. Infine, secondo Calderone, digitalizzato o meno il lavoro deve essere “buono”, deve “far crescere i territori e consentire alle persone di vivere dignitosamente”.
Inevitabile, a questo punto, un passaggio sul salario minimo, che non deve essere imposto per legge ma essere frutto della contrattazione, e sulle tutele. “Abbiamo bisogno di recuperare produttività ma non possiamo dimenticare le tutele”, ha spiegato il ministro. “Perché non tutti i lavoratori sono uguali e non tutti hanno la stessa capacità di reagire alle diverse situazioni”. Adottare misure di sostegno non significa, però, assistenzialismo. “Nella riforma degli ammortizzatori sociali abbiamo puntato, accanto all’Assegno di inclusione, su uno strumento che riporta a lavorare chi ha bisogno di essere accompagnato e formato. Oggi abbiamo la piattaforma per l’inclusione sociale e lavorativa, che mette in relazione tutti i soggetti competenti che possono attivare percorsi di lavoro. Ci sono più di un milione e cinquecentomila posti vacanti nel mercato del lavoro, ma per fare in modo che queste opportunità vengano colte dobbiamo lavorare su una formazione di qualità”, ha concluso.
AI e sicurezza: cosa ne pensano gli italiani?
I dati sull’occupazione, abbiamo visto, sono positivi. Ma è altrettanto positiva l’opinione che hanno gli italiani del lavoro oggi nel nostro Paese? Anche di questo si è parlato al Festival del Lavoro 2024, con Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli. Il quale ha presentato i risultati di un sondaggio condotto ad aprile su lavoro, sicurezza e Intelligenza Artificiale.
“In generale i dati sono positivi, soprattutto se si considera che per la maggior parte degli intervistati la qualità del lavoro in Italia non è peggiorata”, ha detto Gigliuto. Anche sul futuro del lavoro c’è un cauto ottimismo. Il 24% degli italiani ritiene che nei prossimi sei mesi il numero delle persone occupate aumenterà e il 50% considera stabili livelli retributivi e potere d’acquisto. Per quanto riguarda l’AI, un italiano su tre pensa che questa possa alleggerire le attività dispendiose. Il 61% degli intervistati, inoltre, ritiene necessaria una regolamentazione del lavoro gestito con l’AI. E, soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, vorrebbero seguire corsi di formazione sul tema.
Fanno riflettere, infine, le risposte alle domande su sicurezza e incidenti sul lavoro. Il 51% si ritiene più che informato sulle misure di prevenzione agli incidenti sul lavoro contro un 36% poco informato, che nella maggior parte dei casi risiede al Sud e ha più di 54 anni. Una scarsa informazione che, in parte, dipende anche dalle imprese, che per il 39% dei soggetti intervistati dedicano poca attenzione al tema.
AI e occupazione
Un altro studio che ha offerto spunti di riflessione, realizzato in occasione del Festival del Lavoro 2024, è quello condotto dalla Fondazione Studi, in collaborazione con Confapi, su un campione di 488 imprese del settore manifatturiero e rappresentative di tutta Italia. L’indagine ha sondato la loro propensione a investire in Intelligenza Artificiale. Circa l’11% delle imprese ha già sviluppato sistemi di IA e quasi un terzo (29,7%) è attualmente impegnato in iniziative di diverso tipo. Si va dalla realizzazione di progetti pilota (9,1%) alla partecipazione ad attività formative e informative in materia (13,9%). Ciò che ostacola una maggiore diffusione dell’IA tra le imprese è la scarsa conoscenza dei nuovi sistemi.
A oggi l’Intelligenza Artificiale è impiegata per applicazioni che consentono una più rapida ed efficace analisi dei dati, l’automazione dei processi e l’assistenza alla clientela. Quali sono, però, le conseguenze dell’impiego dell’AI sul lavoro e i lavoratori? Le nuove tecnologie possono effettivamente aiutare nella riduzione dei carichi lavorativi, sostituirsi alle persone nello svolgimento di attività ripetitive e di routine e, in generale, migliorare la qualità del lavoro. Non si nascondono però i rischi come lo spiazzamento dei lavoratori più anziani e meno digitalizzati, temuto dal 42,6% del campione. In ogni caso, il 45,5% delle imprese interpellate prevede un incremento dei livelli occupazionali, anche se con un impatto rilevante sull’organizzazione e sulle competenze dei lavoratori.
“Riteniamo che l’Intelligenza Artificiale possa rappresentare un’enorme opportunità per tutto il nostro sistema produttivo industriale”, ha detto Cristian Camisa, presidente Confapi. Certo è che per coglierla sarà necessario lavorare sulle competenze e, quindi, sulla formazione, che potremmo definire una conseguenza “naturale” dell’AI.