Jointly ha ottenuto la certificazione per la parità di genere rilasciata da Bureau Veritas in base alle Linee Guida Uni/PdR 125:2022.
L’azienda ha ottenuto la certificazione per la parità di genere dopo l’audit di Bureau Veritas che ha misurato il grado di maturità dell’azienda rispetto a sei aree specifiche. Analizzando indicatori qualitativi e quantitativi, e valutato il piano strategico di miglioramento. Dall’audit sono emerse alcune specificità che contraddistinguono Jointly.
Fondata nel 2014 da due donne, Francesca Rizzi (Ceo) e Anna Zattoni (Presidente), l’azienda ha da subito ha avuto nel suo dna l’ambizione di creare innovazione sociale. Oggi che si è trasformata in una BCorp, l’impegno è confermato dai numeri emersi con la certificazione. Il 51% dei dipendenti sono donne (51 totali). Il Cda è composto da un 60% di donne e il numero di quelle che a livello manageriale hanno delega di budget è pari al 60% contro un benchmark di settore del 22%.
L’approccio alla genitorialità è a 360° gradi, grazie a una policy interna che supporta i genitori prima durante e dopo il periodo di congedo. Oltre a garantire il mantenimento dei benefit durante i periodi di maternità e paternità, offre alle madri la possibilità di tenersi in contatto (su base volontaria) con il proprio responsabile. E al rientro è prevista la figura di un buddy, ovvero un accompagnatore che faciliti il reinserimento della persona nel team di lavoro. Oltre alla possibilità di lavorare per un mese da remoto (Newborn smartworking), per le madri al rientro dai congedi e per i padri dal momento della nascita del figlio. Inoltre i genitori possono usufruire dei servizi che Jointly propone ai clienti. Come Jointly 0-18, un programma modulare che accompagna i genitori da quando i figli sono neonati a quando vanno a scuola, fino alla scelta delle scuole secondarie e dei percorsi post diploma.
Infine, Jointly ha introdotto la figura della “Person of Trust”, selezionata esternamente all’azienda e dotata di piena autonomia nell’esercizio delle sue funzioni. La Person of Trust agisce con imparzialità e assoluta riservatezza, possedendo competenze professionali nel campo della mediazione dei conflitti e nelle questioni legate alle discriminazioni, al mobbing e alle molestie morali o sessuali sul luogo di lavoro.