di Maria Cecilia Chiappani | Nel 1996, a Peschiera del Garda, Jodo lanciava la prima caldaia a condensazione e la missione di realizzare un futuro più sostenibile per tutti, riducendo l’impatto ambientale della climatizzazione e migliorando la qualità della vita delle persone.
Un impegno che ha poi toccato diverse frontiere dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza energetica, dal modulo termico degli anni duemila agli impianti ibridi con pompa di calore, fino al solare termico, all’integrazione con il fotovoltaico e alla totale elettrificazione dei sistemi legati al comfort.
Ma la tecnologia, da sola, non fa il successo di un’azienda. Il “quid” che ha fatto e tuttora fa la differenza è nella capacità di valorizzare le persone, promuovendo la crescita professionale e il lavoro di squadra. Sia all’interno, con il proprio capitale umano, sia all’esterno, con la rete di professionisti che ogni giorno progettano e installano sistemi Jodo. A loro sono dedicati servizi di qualità anche in tema di formazione tecnica e trasversale. Tra questi c’è la nuova Academy Service in Tour, il roadshow di due giorni che ha toccato cinque città italiane, portando “direttamente” conoscenza e competenza nelle mani dei tecnici qualificati. Abbiamo approfondito le strategie dell’azienda e i dettagli del progetto con Antonio De Simone, direttore commerciale di Jodo.
Come è strutturata l’azienda? Come si sviluppa, e quali team coinvolge, il rapporto con il vostro ampio network di professionisti qualificati?
L’azienda è una realtà italiana di medie dimensioni, molto radicata sul territorio, con circa 40 persone in organico. Lavoriamo con un network di circa 300 assistenze autorizzate e qualificate e circa 450 aziende partner tra distributori e installatori. La vendita è affidata a una rete di circa 40 agenzie, in maggioranza plurimandatarie.
Qual è l’identikit del partner Jodo? Su quali conoscenze e attitudini puntate in particolare?
La nostra è una vera vocazione all’innovazione. Infatti, uno dei nostri claim è: “Innovation Dna”. È quindi scontato che il nostro partner condivida con noi questa attitudine. L’interesse per una tecnologia che sia davvero distintiva, facile nell’utilizzo per chi la installa e per chi la deve utilizzare è quindi un presupposto fondamentale. Creare competenze e legami duraturi, in un settore ad alto livello di innovazione, è una sfida importante.
Ci racconta la nascita e le finalità dell’Academy?
Per un’azienda come la nostra, nata e cresciuta per innovare, l’Academy è sempre stata un’attività fondamentale. Condividere con le nostre reti fidelizzate di assistenza e installazione le evoluzioni della tecnologia, attraverso la presentazione di nuovi prodotti, delle loro specificità e del loro utilizzo, oltre che svolgere un’attività formativa, rafforza il senso di appartenenza, lo spirito di collaborazione e il lavoro di squadra.
La novità si chiama “Academy Service In Tour”, un roadshow formativo dedicato ai centri di assistenza tecnica e agli installatori qualificati di tutta Italia. Come funziona e quali sono gli obiettivi?
La nostra sede di Peschiera del Garda si presta molto, per le caratteristiche del territorio e per come è stata concepita, a essere un importante riferimento per i nostri partner. Qui possono apprezzare i prodotti in esposizione e in molti casi anche verificarne il funzionamento. Ciò detto, dopo l’esperienza di Mostra Convegno Expocomfort 2024, abbiamo sentito il bisogno di rafforzare il nostro legame con le realtà locali di tutta Italia, di avvicinarci a loro attraverso un roadshow formativo dedicato ai nostri Centri Assistenza Tecnica e Installatori Qualificati.
Il modulo di due giorni si prefiggeva l’obiettivo di formare la rete sulle novità di prodotto e di servizio appena introdotte. Ma anche di presentare il progetto Clima Training, che intende potenziare le competenze relative ad ambiti emergenti come le tecnologie al propano e il “phase down” degli F-Gas. Non solo, il Clima Training prevede anche di validare e certificare in un secondo step il livello professionale raggiunto.
Avete avuto modo di raccogliere riscontri sul campo?
I riscontri sono stati eccellenti. Abbiamo organizzato tra aprile e maggio cinque tappe, coprendo tutto il territorio nazionale, da Peschiera del Garda a Torino, da Bologna a Roma, per concludere a Benevento. Ovunque abbiamo riscontrato grandissimo interesse, attenzione e partecipazione. A conferma di ciò, il soldout ottenuto in tutte le occasioni.
Parallelamente, continuano i corsi nella sede di Peschiera del Garda. Quali sono i temi più richiesti?
Naturalmente il percorso di formazione “tradizionale” prosegue, presso la nostra sede e anche via web. In particolare, questa ultima modalità è stata fortemente potenziata durante il periodo covid. L’attività segue il percorso di formazione e informazione di prodotto con un’attenzione ancora più particolare ai sistemi di climatizzazione, alle fonti rinnovabili e all’autoproduzione energetica, alle pompe di calore e ai sistemi fotovoltaici. Il tutto, sia in ambito residenziale sia sulle alte potenze. Inoltre, continua l’offerta di formazione sulle competenze trasversali, che le aziende e i professionisti del settore devono oggi possedere per affrontare le sfide quotidiane e del futuro.
In chiusura, torniamo a parlare di Jodo e delle sue persone. Quanto contano la formazione e i percorsi di crescita interni? Vi sono particolari iniziative di welfare?
Il senso di appartenenza che cerchiamo di instaurare con i nostri partner fidelizzati, viene a maggior ragione coltivato prima di tutto all’interno della nostra azienda. Va da sé, dunque, che formazione e percorsi di crescita per i dipendenti siano seguiti con attenzione. Per quanto riguarda il welfare, siamo in grado di proporre ai colleghi dei percorsi personalizzati, che possano valorizzare le singole esigenze. Per farlo ci affidiamo a una partnership con una realtà specializzata, che segue e sviluppa le nostre richieste.
Anche voi, come molte aziende italiane, riscontrate difficoltà nell’attrarre e trattenere talenti?
Pensando alle mie precedenti esperienze in ambito multinazionale, riscontro all’interno della nostra realtà una tipicità e una unicità che rendono più facile instaurare quel senso di appartenenza al quale mi sono già richiamato e che diventa, allo stesso tempo, motivo di attrazione di nuovi talenti e barriera alla loro fuoriuscita. Naturalmente, il ricambio è fisiologico e non deve preoccupare se, come dimostra la nostra storia, vengono preservati i valori e gli obiettivi su cui l’azienda basa il proprio successo.