Più formazione, meno accidental manager

Secondo un'indagine di Robert Walters, il 66% dei manager italiani non ha mai ricevuto una formazione formale

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preoccupa il fenomeno degli accidental manager

Accidental manager: un fenomeno presente e radicato in Italia.

L’ultimo sondaggio condotto da Robert Walters su oltre 2.000 professionisti svela una preoccupante carenza di formazione tra i manager. In particolare, il 66% dei manager intervistati ammette di non aver mai ricevuto alcuna formazione formale per il proprio ruolo. Questo dato allarma, considerando le crescenti complessità del mondo del lavoro e le nuove sfide che i manager devono affrontare quotidianamente.

Accidental manager in promozione silenziosa

La ricerca evidenzia che molti manager si ritrovano improvvisamente a gestire team senza le competenze necessarie. Oltre un quinto degli intervistati dichiara di essere stato “promosso silenziosamente”. Ovvero di aver assunto responsabilità senza riconoscimento formale, aumento di stipendio o cambio di titolo. Questa pratica, seppur diffusa, sta mettendo a dura prova molti manager che si sentono sopraffatti e inadeguati.

La carenza di formazione ha ripercussioni significative sia sui singoli manager che sulle aziende nel complesso. Il 35% dei manager ha dovuto richiedere ripetutamente una formazione formale, mentre il 47% ammette di sentirsi “sopraffatto” o “inadeguato” nel proprio ruolo. Queste sensazioni di inadeguatezza possono portare a un aumento dello stress, del burnout e, in ultima analisi, a un turnover più elevato.

I leader sono cambiati

Oggi, i leader devono saper gestire team remoti, promuovere la diversità e l’inclusione, e affrontare le sfide legate alla salute mentale dei dipendenti. Il 71% dei manager intervistati dichiara di non aver ricevuto alcuna formazione specifica su temi come la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI).

In passato, il ruolo principale di un manager era mantenere i dipendenti motivati e produttivi. Nel mondo di oggi, devono guidare la cultura e l’inclusione nel team, promuovere l’adozione digitale, possedere un’innata capacità di riconoscere se un membro del team sta affrontando problemi. Inoltre, essere portatore di cattive notizie, che si tratti di promozioni ritardate o aumenti di stipendio limitati.

Nuove ricerche indicano che i manager sono a rischio di “esaurimento empatico” dove viene chiesto loro troppo dal punto di vista emotivo. Detto questo, mentre le richieste ai manager sono cambiate drasticamente, non è accettabile che i professionisti debbano ripetutamente chiedere formazione. Se si decide di promuovere qualcuno, bisogna considerare se è preparato per diventare un manager e cosa è necessario fare per metterlo nella condizione di farlo.

Cosa possono fare le aziende?

  • Investire nella formazione: offrire programmi di formazione personalizzati e continui.
  • Promuovere una cultura dell’apprendimento: incoraggiare i dipendenti a sviluppare le proprie competenze.
  • Offrire supporto ai manager: fornire coaching, mentoring e risorse per affrontare le sfide quotidiane.
  • Riconoscere il valore della diversità: creare ambienti di lavoro inclusivi che valorizzano le differenze individuali.

Le aziende che non investono nello sviluppo delle competenze dei loro leader rischiano di rimanere indietro rispetto alla concorrenza.

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