Nell’ambito del dibattito sul DDL Bilancio 2025, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha presentato il 4 novembre un documento alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.
Tra le osservazioni e le richieste effettuate dai rappresentanti dei consulenti del lavoro:
- mantenere il cuneo fiscale contributivo per i redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro, per evitare una penalizzazione della capacità di spesa dei lavoratori;
- includere in “Opzione donna” chi ha esaurito l’indennità NASpI, allineando i periodi di finestra mobili delle lavoratrici autonome a quelli delle dipendenti;
- estendere la decontribuzione per le lavoratrici madri di 2 o più figli alle lavoratrici con un solo figlio e al lavoratore padre, in caso di nuclei vedovili;
- mantenere la “Decontribuzione Sud” in regime de minimis per sostenere le imprese delle regioni svantaggiate e prevenire effetti negativi sul costo del lavoro.
DDL Bilancio 2025: ulteriori considerazioni
Tra le misure apprezzate, le modifiche ai congedi parentali, con la possibilità di fruire fino a tre mesi dell’indennità all’80% della retribuzione. Ma anche l’innalzamento e l’estensione al triennio 2025-2027 della soglia di non imponibilità per il welfare aziendale e la tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività.
Non si condivide, invece, la scelta effettuata per potenziare i controlli di finanza pubblica. Il Consiglio Nazionale ha, infatti, chiesto la soppressione dell’art. 112, che prevede l’obbligo di nominare un sindaco di indicazione ministeriale nelle società, enti, organismi e fondazioni che ricevono contributi pubblici. Pur condividendo l’obiettivo di contrastare la fruizione illecita di contributi, i consulenti pensano che tale norma possa minare la libertà d’iniziativa economica delle imprese. Proponendo dunque di prevedere un controllo efficace al momento dell’introduzione del contributo.