Burocrazia e mancanza di informazioni frenano la riscossione dei bonus pubblici, con impatti negativi sul budget personale e familiare.
Gli ultimi dati del Centro Studi Confindustria dicono che il 51,3% delle imprese ha introdotto iniziative destinate al benessere dei lavoratori. Il 78,7% nelle imprese con oltre 100 addetti. Ma le aziende da sole possono fare poco o nulla per mettere i dipendenti nelle condizioni di conoscere ed acquisire i numerosi bonus previsti dal welfare pubblico riconosciuti a persone e famiglie a livello nazionale, regionale e comunale.
A complicare lo scenario, da parte dei lavoratori, la diffusa rinuncia all’acquisizione dei bonus pubblici. Anche laddove se ne conosca l’esistenza, spesso non vengono richiesti per la complessità burocratica o perché, a torto, si ritiene di non averne diritto.
I motivi della disinformazione sui bonus pubblici
Un recente rapporto INAPP rileva che il 37% degli italiani non è a conoscenza dell’esistenza di bonus e contributi pubblici cui potrebbe accedere. I fattori che causano questa disinformazione sono diversi. Nonostante la numerosità dei bonus e l’ampiezza della loro “copertura”, le campagne di comunicazione sono insufficienti o poco efficaci. Le informazioni spesso sono disperse in molteplici piattaforme istituzionali (statali, regionali, comunali) che rendono difficile comprendere a quali benefici si ha diritto.
Immancabili, poi, le complicazioni burocratiche che rendono complessa la comprensione dei requisiti per accedere. Addirittura i bonus pubblici possono essere interpretati in modo errato portando, soprattutto i lavoratori dipendenti, a ritenere di non possedere i requisiti per il solo fatto di disporre di un reddito stabile.
La fotografia attuale di Bonoos
Sulla base di queste premesse, il welfare partner Bonoos ha condotto un’analisi per determinare il valore economico medio dei bonus acquisiti dai beneficiari dei propri servizi. Il questionario ha coinvolto più di 19mila lavoratori della piattaforma. I risultati forniscono un’interessante panoramica su uso e percezione dei bonus pubblici dei dipendenti. Alla rilevazione hanno partecipato nel 55% dei casi donne e per il 45% uomini. In termini di età, il 34,6% aveva fino a 40 anni, il 49% tra i 41 e i 55 anni e il 16,4% oltre i 55 anni. Non supera l’11% chi richiede i bonus al di sotto dei 30 anni. Inoltre, il 59% ha dichiarato di avere figli, mentre il 12% si è identificato come caregiver.
La quasi totalità dei beneficiari utilizza la piattaforma almeno una volta al mese e il 44% ha trovato uno o più bonus di proprio interesse, mentre il 23% ha presentato domanda per procedere alla sua acquisizione. Quest’ultima ha portato nelle tasche dei richiedenti un importo medio annuo di 1.200 euro. Attualmente, il valore medio riconosciuto in welfare aziendale è pari, in Italia, a poco più di 900 euro per dipendente. Dunque, grazie al sostegno generato dai bonus pubblici, l’importo complessivo disponibile per il welfare è superiore rispetto a quello messo a disposizione dalle imprese e dalla contrattazione.
L’assistenza favorisce l’accesso
La piattaforma ha catalogato i bonus in base alla natura dell’ente che li eroga (statale, regionale, comunale) e alla categoria di bisogno (famiglia, salute, istruzione, mobilità, casa, assistenza ed altre). Ogni bonus è descritto in una scheda dettagliata e aggiornata in tempo reale, con link diretti per presentare le domande sui portali pubblici dedicati. Inoltre, offre supporto online per risolvere problemi con le amministrazioni che gestiscono i bonus pubblici.
In particolare, il 16% dei beneficiari ha usato il servizio di Assistenza Bonus, con l’85% di feedback positivi. Seguono i servizi di Assistenza Fiscale, apprezzati dal 90% dei beneficiari e quelli di supporto per la Legge 104, considerati utili dall’87%. Anche il servizio di gestione delle pratiche (ISEE, modello 730, SPID, certificazioni varie) ha ottenuto un gradimento elevato, prossimo al 90%.
“Il nostro obiettivo è migliorare continuamente l’esperienza dei lavoratori, sostenendo il loro reddito attraverso l’accesso ai bonus pubblici e offrendo supporto consulenziale gratuito. A un anno dal lancio, abbiamo già supportato oltre 24.000 lavoratori potenziali beneficiari. Un numero destinato a crescere grazie al riscontro positivo delle aziende che continuano ad aumentare trasversalmente rispetto a dimensione e settore di provenienza. Perché le necessità di sostegno sociale cui diamo riscontro ovviamente prescindono dalle caratteristiche delle imprese e dai mercati in cui queste operano”, affermano Giovanni Scansani ed Emanuele Cipriani, fondatori di Bonoos.
Nel 2025 nuovi servizi gratuiti
Bonoos introdurrà nuovi servizi sinergici ai contenuti della piattaforma. Anzitutto quello di Consulenza Legale gratuita, che risponde a una richiesta del 30% dei partecipanti al sondaggio. Il desiderio è ricevere assistenza su tematiche quali diritto di famiglia, condominio, diritto dei consumatori e risarcimenti. In aggiunta, saranno attivati nuovi servizi come lo Sportello Famiglia, anche questo gratuito, e un servizio per attivare percorsi di Educazione Finanziaria, disponibile su richiesta delle aziende clienti. Tutto il mix dei servizi è digitale, con sistemi di videocall che consentono risposte personalizzate e interlocuzione con consulenti esperti.
L’insieme delle varie iniziative testimoniano l’impegno di Bonoos nel voler offrire servizi complementari al welfare aziendale, innovativi e mirati che possano rispondere alle esigenze reali dei lavoratori e delle loro famiglie e che siano il frutto dell’ascolto delle necessità dei lavoratori e delle esigenze delle aziende che chiedono di sviluppare soluzioni sempre più efficaci e su misura per accrescere l’efficienza delle proprie politiche di welfare e per personalizzare le risposte ai bisogni sociali dei propri dipendenti e delle loro famiglie.