Come fare (bene) il nomade digitale

Luca Mastella, fondatore e Head of Growth di Learnn, vive il remote working da molti anni prima della sua “esplosione”. Ecco la sua opinione sulla situazione attuale e sugli strumenti a disposizione per poter lavorare efficacemente anche mentre si gira il mondo

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Strumenti del nomade digitale

di Maria Cecilia Chiappani | Dopo la “frettolosità” della remotizzazione in pandemia e il ritorno a una normalità che, comunque, non è più quella di prima, cosa significa oggi fare remote working e quali sono gli spazi del nomade digitale?

Lo abbiamo chiesto a Luca Mastella, imprenditore e fondatore di Learnn, piattaforma di formazione online con oltre 180mila iscritti, che promuove una modalità più flessibile e on-demand nella fruizione dei contenuti formativi. “Non c’è niente che nel nostro lavoro digitale non si possa fare da remoto e con un fuso orario diverso: ho fatto deep work, call, colloqui, workshop e tantissimo altro senza nessun problema”, spiega. La sua lunga esperienza nel marketing e nello sviluppo strategico per diverse realtà globali fa da sfondo a una tendenza ormai impossibile da invertire. Meglio cavalcarla e utilizzarla al meglio, sia per le aziende sia per i lavoratori coinvolti.

Il dibattito si è riacceso dopo il richiamo in presenza di alcune multinazionali, ritenute più propense alla flessibilità rispetto alle Pmi. Ci sono motivazioni particolari?

Il lavoro da remoto è diventata ormai la prassi per tantissimi lavoratori digitali che lo vedono come un benefit a cui non vogliono più rinunciare. Le aziende che fanno marcia indietro, sostanzialmente, sono consapevoli di non riuscire ad adeguarsi efficacemente all’evoluzione organizzativa che questo comporta, soprattutto sul fronte manageriale.

Nella sua esperienza di nomade digitale e remote worker, pensa che il luogo influenzi le attività da svolgere? Vantaggi e svantaggi del lavorare in asincrono?

Ritengo fondamentale ritagliarsi i giusti spazi nella propria città per le diverse attività. Io stesso, quando non ho chiamate, cerco di lavorare fuori casa per spezzare vita privata e professionale. Penso che il vero pro sia la flessibilità con cui si può decidere anche all’ultimo il luogo migliore da cui lavorare, anche in base alle esigenze immediate. Il contro è invece il rischio di alienazione e di poco contatto con altre persone durante la giornata. Per prevenire i lati negativi, suggerisco di “obbligarsi” a svolgere attività extra come sport e hobby.

Negli ultimi mesi si è parlato molto di “workation”. Come lavorare pur continuando a viaggiare? Come mixare le due sfere senza generare stress?

Torno agli esempi concreti: quest’estate ho lavorato viaggiando per due mesi e mezzo in Asia. Sono riuscito a farlo non solo perché la nostra organizzazione è full-remote, ma anche perché siamo in grado di lavorare in asincrono e per obiettivi. Non posso dire di essere tornato più riposato di prima, ma sicuramente più arricchito.

Ci può suggerire qualche strumento utile a organizzare, anche tecnicamente, il lavoro del nomade digitale?

Esistono strumenti molto utili come Calendy, Zoom, Miro, Canva, Slack e Notion, ma la cosa importante è implementare un tool di comunicazione che possa “replicare” l’ufficio. Noi, per esempio, usiamo l’applicazione Slack che ci permette di usare diversi formati di comunicazione come testo istantaneo, to-do, video recording e video-chiamata tenendo traccia di tutto.

L’esperienza di Learnn insegna che anche la formazione online può essere rivoluzionata. Una visione di agilità complessiva del mondo del lavoro?

Con il modello di Learnn cerchiamo di sopperire alle crescenti esigenze formative di professionisti e aziende, che preferiscono apprendere tutto ciò di cui hanno bisogno in un solo luogo digitale. Il grande tema, infatti, non è offrire una formazione verticale, per la quale già esistono tante soluzioni, bensì uno strumento di che possa aggiornare e formare le persone su nuovi temi, per acquisire maggiore autonomia e ottenere risultati.

In ultimo, quali ostacoli trova nel far comprendere ai suoi colleghi imprenditori e dirigenti il benessere e le performance che possono derivare da politiche flessibili?

Non penso di essere nella posizione di dare consigli ad altri imprenditori, che probabilmente sono consapevoli dei benefici ma portano avanti scelte dettate da altre ragioni. Secondo me non c’è un modo giusto in assoluto per fare le cose, ma solo il modo giusto per l’azienda che si vuole creare. Che si scelga una strada o l’altra, l’importante è averlo fatto dopo aver valutato tutte le possibilità e aver preso la decisione senza farsi influenzare dalle “mode” o dal “sentito dire”.

Luca Mastella, fondatore e Head of Growth di LearnnChi è Luca Mastella

Luca Mastella è fondatore e Head of Growth di Learnn, piattaforma di e-learning che conta oltre 180mila iscritti. Prima di fondare Learnn, Mastella ha studiato e lavorato all’estero per oltre 8 anni in aziende come Rocket Internet e Gameloft e in Paesi come Filippine, Romania e Australia. Inoltre, ha operato come Growth Advisor per diverse realtà prima della fondazione di Learnn, e ha condiviso le sue esperienze come guest lecturer all’Università di Birmingham e alla Bocconi di Milano.

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