di Virna Bottarelli | Il percorso di formazione ITS Energy & Digital Process Specialist, sviluppato in co-progettazione dall’ITS Angelo Rizzoli e Schneider Electric, forma tecnici superiori specializzati e professionisti smart & green.
Lo scorso settembre, al Kilometro Rosso di Bergamo, l’evento “We are EDP” ha presentato e commentato i risultati della prima edizione dell’iniziativa. La quale ha viste protagoniste, oltre a Schneider Electric come capofila del progetto, diverse realtà lombarde del settore industriale: Comoli Ferrari, Omnicom, F.M Automazione e Mondini.
Il corso è nato nel 2023, nel quadro di una collaborazione già esistente tra i soggetti aziendali interessati. Ed è pensato per coinvolgere l’intera filiera che ricerca questi nuovi professionisti. Le aziende partecipanti, oltre ad aver contribuito alla definizione delle linee strategiche e alla progettazione, sono coinvolte in modo sostanziale nella formazione degli studenti per oltre il 40% della didattica. Erogata attraverso professionisti, manager e tecnici delle rispettive organizzazioni.
“Il corso è nato come corso di filiera imperniato sull’innovazione tecnologica”, ha commentato Laura Bruni, Development Plan & Influence Strategy Director di Schneider. “Ogni soggetto che ha partecipato al progetto ha condiviso tutti i passaggi dell’iniziativa e ha contribuito con le proprie competenze. Ne è scaturita un’iniziativa di successo, dalla quale abbiamo tratto anche un insegnamento prezioso, proprio osservando l’esperienza maturata in questo primo anno dai giovani professionisti che si sono formati nelle nostre aziende. Non è il controllo l’elemento vincente di un percorso, ma la fiducia”. In occasione dell’evento è stato presentato anche il “Technological Wall”, l’innovativo laboratorio realizzato dal partner Mondo Scuola Lavoro e finanziato con i fondi del Pnrr.
Al via la seconda edizione
Avviata a ottobre 2023, la prima edizione del corso ha concluso il primo anno e ha avviato il secondo. Frequentata da 26 studenti e studentesse, prevede duemila ore di formazione. Il 50% in aula e il 50% attraverso project work e casi applicativi, sperimentati in azienda con la formazione in alto apprendistato.
Partendo dalle basi dell’automazione industriale per arrivare alla cybersecurity, i partecipanti possono conoscere a fondo la filiera dell’energia e le sfide della transizione energetica. Valore aggiunto è, infatti, la capacità di unire i mondi dell’energia e della sostenibilità, dell’automazione e del digitale. Elementi che caratterizzano lo scenario industriale di oggi e di domani. L’ITS Academy Angelo Rizzoli nasce dall’esperienza dell’ex-Polo Formativo Grafico. Un network di scuole di formazione, aziende, associazioni di rappresentanza, enti di ricerca, università e agenzie del lavoro del settore grafico.
“Gli ITS hanno il compito di formare i giovani in modo che, al loro ingresso nel mondo del lavoro, questi abbiano delle basi solide per essere, da subito, il più possibile produttivi”, ha detto Fabrizio Filippone, presidente dell’ITS Angelo Rizzoli. Nel caso del percorso ITS Energy & Digital Process Specialist l’obiettivo è formare profili specializzati ma flessibili, che possano inserirsi in ogni anello della filiera industriale. Di cui fanno parte Schneider e le altre aziende partecipanti al progetto: dai produttori di tecnologie per l’industria e l’energia, come Schneider, appunto, alle realtà della distribuzione, dai costruttori di macchine industriali agli sviluppatori e system integrator.
Project work per professionisti smart & green
Parte integrante della didattica della Fondazione ITS Rizzoli sono i project work. Ossia progetti proposti dalle aziende su casi reali di business, sviluppati da gruppi di studenti sotto il monitoraggio delle aziende stesse. Tra gli aggiornamenti della nuova edizione del corso, nella formazione trasversale sono entrati il tema dell’Intelligenza Artificiale, il diritto digitale e le metodologie “agile”. Mentre, per quanto riguarda le competenze specialistiche, c’è un maggiore focus contenutistico su gestione dell’energia e sostenibilità. Tra le novità, anche più attenzione ai linguaggi di programmazione per l’automazione. Con il potenziamento dei corsi su Digital Twin e Realtà Aumentata e più spazio alla manutenzione degli impianti. Ampliando, di fatto, il “bagaglio” dei futuri professionisti smart & green.
Una formazione per il presente e il futuro
“Stiamo lavorando molto sugli ITS e sui giovani, con l’obiettivo di costruire il loro futuro insieme, possibilmente nelle nostre imprese”, ha detto Paolo Piantoni, direttore generale di Confindustria Bergamo. “Abbiamo bisogno di coltivare nuove competenze e abbiamo sposato immediatamente questo progetto, che vede studenti, imprese e associazioni lavorare insieme, in una logica prospettica”.
Filippone ha poi ricordato che la carenza di competenze ha anche una connotazione demografica. “In Italia nascono ogni anno 350mila bambini, mentre negli anni Sessanta e Settanta ne nascevano circa un milione e duecentomila. Questo indica che la carenza di competenze ha un’origine lontana e che, anche nel caso remoto in cui la curva demografica nel nostro Paese dovesse tornare a salire, per vederne gli effetti positivi dovremmo aspettare anni. Nel frattempo, se le aziende vogliono continuare a produrre, lo devono fare con meno risorse, che però devono essere sempre più qualificate”, ha aggiunto.
Sulle competenze tecniche si è soffermato Davide Casati, consigliere di Regione Lombardia e membro della Commissione per le Politiche del Lavoro e della Formazione, che ha fornito numeri significativi. “Si stima che annualmente il fabbisogno di figure specializzate, con diploma ITS, sia di circa 47mila persone. Il sistema però ne forma non più di 7-8mila”, ha detto. Il gap, quindi, è piuttosto importante. Le iniziative come il corso Energy & Digital Process Specialist andrebbero moltiplicate, puntando sempre più sulla collaborazione tra mondo della formazione e imprese.
Ivan Rota, anch’egli consigliere regionale, ha aggiunto: “La difficoltà delle aziende nel trovare le competenze che servono comporta la necessità di fare formazione nelle aziende stesse”. Infine, sulla responsabilità delle imprese in questo processo, sono state significative le parole di Paolo Ferrari, AD di Comoli Ferrari: “I valori che un tempo erano ritenuti quelli più attrattivi verso i lavoratori non sono più attuali e le imprese devono prenderne atto”. Secondo Ferrari, l’impresa per prima deve capire che ai giovani servono nuovi stimoli. Che gli elementi che la rendono attrattiva sono altri, che i modelli organizzativi devono essere agili: “Le imprese che non colmano adesso questo gap in futuro saranno in difficoltà, perché faticheranno ad attrarre i talenti migliori”.