Uso di sostanze chimiche, sicurezza e percezione dei lavoratori

Solo 1 lavoratore su 4 si sente pienamente informato sui rischi: un’indagine Landoil evidenzia l’esigenza di formazione e di maggiore attenzione nel maneggiare materiali tossici e pericolosi

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Bidone sicurezza Landoil Technology al Ministero del lavoro

Gli infortuni sul lavoro continuano a rappresentare un’emergenza nazionale: per approfondire la consapevolezza dei rischi, soprattutto per l’uso di sostanze chimiche potenzialmente pericolose, Landoil Technology ha condotto un’indagine insieme a Brain on Strategy.

Lo studio ha coinvolto nel mese di novembre oltre 1000 lavoratori, tra personale operativo e dirigenziale. Rivelando un livello di consapevolezza insufficiente sui rischi legati all’utilizzo di sostanze chimiche e richiedendo attenzione e investimenti maggiori da parte delle aziende per raggiungere livelli di sicurezza eccellenti. Infatti, solo il 24,6% dei lavoratori interpellati si dichiara “molto” informato sui rischi. Mentre la maggioranza (48,6%) si considera “abbastanza” informata.

Consapevolezza nell’uso di sostanze chimiche

Se i ruoli direttivi hanno una consapevolezza superiore del 34% rispetto alla media nazionale, è importante far percepire l’attenzione a tutti i livelli aziendali. Esiste infatti un gap informativo negli operai: qui la percezione di informazione sui rischi chimici è inferiore del 18% alla media italiana. Ma quando esiste un potenziale rischio per la salute, il 50% tra gli operai si sente ascoltato dalla propria azienda. Un dato superiore di circa il 10% rispetto alla media nazionale del 37%.

Esistono performance differenziate anche a livello settoriale. Il segmento chimico si conferma uno dei più virtuosi in termini di consapevolezza e informazione sui rischi, con un risultato superiore del 18% alla media. Segue il metalmeccanico, dove la percezione di informazione sull’uso di sostanze chimiche supera del 15% la media nazionale.

Divario tra Nord e Sud

Significative le disparità a livello territoriale. I risultati più incoraggianti arrivano dal Centro Italia, insieme alla Sardegna: l’informazione sui rischi chimici supera del 15% la media nazionale. Segue il Nord Ovest, con performance superiori alla media del 10%, rispetto al Nord-Est dove la percezione di sicurezza sul lavoro si attesta al 12% sotto la media nazionale. Suggerendo che gli investimenti percepiti in sicurezza in questo contesto sono inferiori. Grave la situazione al Sud Italia, dove la consapevolezza è ancora la più bassa a livello nazionale, sotto del 20%.

Investimenti in sicurezza per l’uso di sostanze chimiche

I dati rivelano un gap significativo tra le aspettative dei lavoratori e la percezione degli investimenti aziendali in sicurezza. Solo il 20,3% giudica gli investimenti “molto” adeguati, mentre il 36,5% li considera “abbastanza” sufficienti. Solo il 21,5% dei lavoratori che riceve aggiornamenti regolari sui protocolli di sicurezza.

Focus su oli refrigeranti e lubrorefrigeranti

L’indagine dedica attenzione particolare al mondo degli oli refrigeranti e lubrorefrigeranti, fondamentali nei processi di lavorazione meccanica. I quali richiedono una gestione attenta e consapevole per prevenire rischi significativi, dall’irritazione cutanea fino alle patologie respiratorie. In particolare, solo il 10,3% dei lavoratori si dichiara “completamente” informato sui rischi specifici. La maggioranza mostra una conoscenza superficiale delle corrette procedure di manipolazione e dei potenziali pericoli.

I lavoratori lamentano che solamente quasi il 22% delle aziende effettua verifiche regolari sullo stato delle emulsioni lubrorefrigeranti. Dato che sale al 30% nel settore metalmeccanico. Si distingue positivamente invece il settore manifatturiero, dove la percezione di controlli regolari sui lubrorefrigeranti è superiore del 12% ralla media nazionale. Qui, il 45% dei lavoratori considera costanti le verifiche.

Conoscenza e supporto tecnico

Quanto al supporto tecnico, sebbene il 40,8% dei lavoratori riconosca un’assistenza regolare da parte dei fornitori, emerge la necessità di un approccio più strutturato. Nel settore chimico, il 40% dei lavoratori dichiara di ricevere formazione occasionalmente, dato inferiore del 10% rispetto alla media nazionale. Tuttavia, gli aggiornamenti sui protocolli di sicurezza sono frequenti, al +8% sulla media.

Risultati che richiamano un’attenzione particolare e interventi tempestivi. Considerando che l’esposizione quotidiana esige una preparazione approfondita per garantire la sicurezza operativa nell’uso di sostanze chimiche. Riccardo Bailo, presidente e Ceo di A+B Industrial Tools Company, conclude che “la maggior parte dei lavoratori mostra una conoscenza solo parziale dei rischi legati agli oli refrigeranti e lubrorefrigeranti. Anche il supporto tecnico, riconosciuto come adeguato da meno della metà degli intervistati, necessita di un sostanziale potenziamento attraverso programmi di formazione continua, sistemi di monitoraggio più rigorosi e una consulenza specializzata che accompagni le aziende nell’intero ciclo di utilizzo del prodotto”.

Dunque, secondo Bailo “solo un approccio così strutturato può efficacemente prevenire criticità come la proliferazione batterica e il deterioramento delle emulsioni. Questo scenario ci spinge a intensificare il nostro impegno nell’offrire non solo prodotti sicuri, ma anche un supporto tecnico completo e formazione specifica per colmare le lacune che ancora oggi esistono”.

 

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