Punite per aver difeso i diritti delle colleghe e dei militari, nonostante la reintegrazione ordinata dal Tribunale: l’aeronautica militare di Guidonia impedisce il loro rientro nella mensa dell’aeroporto.
Le porte dell’aeroporto militare di Guidonia, sede del 60° Stormo dell’Aeronautica Militare, restano chiuse per due lavoratrici che, con coraggio, hanno difeso i diritti delle colleghe e degli utenti della mensa, rivendicando il diritto a un servizio adeguato.
Il mancato reintegro all’aeroporto militare di Guidonia
E’ la storia di due donne trasferite a marzo 2024 dalla ditta “Ladisa srl”. A seguito di una vertenza sindacale avviata dal sindacato Fesica Confsal che contestava l’ingiustificata applicazione di un ammortizzatore sociale da parte dell’azienda. E la conseguente riduzione degli orari di lavoro, con pesanti disservizi.
La causa legale ha visto il Tribunale del Lavoro di Roma pronunciarsi, a inizio dicembre, con un’ordinanza che imponeva il reintegro immediato delle lavoratrici presso l’aeroporto militare di Guidonia. Riconoscendo la condotta anti-sindacale della ditta e la discriminazione nei loro confronti. Nonostante l’ordinanza, però, il Comando ha continuato a impedire il rientro delle due lavoratrici, che da quasi un anno stanno subendo danni economici gravi. Sono state addirittura trasferite su un altro impianto nel comune di Roma, a circa 30 km di distanza. Comportando un aggravio di spese per il trasporto che erodono il già esiguo stipendio part-time di circa 800 euro al mese.
L’appello al Ministero della Difesa
Un comportamento che appare ancora più ingiustificabile, spiega il sindacato, considerando che la battaglia non era solo una difesa dei propri diritti. Ma anche un’azione mirata a tutelare gli interessi dei militari che quotidianamente usufruiscono del servizio mensa, da tempo gravemente carente. La discriminazione, ulteriormente stigmatizzata dal giudice del lavoro, risulta ancora più grave alla luce della condizione delle lavoratrici (di cui una titolare di 104).
“È inaccettabile l’atteggiamento del Comando dell’Aeroporto, che non ha nemmeno risposto alle richieste di chiarimenti e incontro inviate dal sindacato, ignorando quanto ordinato dalla Magistratura,” ha dichiarato Fesica Confsal con il segretario provinciale Paolo Trivisonno. Facendo dunque appello al Ministro della Difesa, affinché faccia luce su questa vicenda. “Un simile comportamento non fa onore all’aeronautica militare né alle istituzioni in generale, mortificando le leggi dello Stato e ulteriormente le condizioni della lavoratrice coinvolte”, conclude Trivisonno.