Un 2024 positivo per l’occupazione femminile in Italia, soprattutto per la fascia d’età over 55.
La crescita in termini occupazionali delle donne si accompagna anche a un miglioramento della condizione professionale e contrattuale. Tra il 2019 e il 2024, infatti, aumenta il numero di quadri, dirigenti e imprenditrici (+31%), ma anche di occupate nelle professioni intellettuali (+6,5%) e tecniche (+6,8%). Su 385 mila nuove occupate, 284 mila svolgono una professione a elevata qualificazione.
È quanto emerge dal dossier della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Tendenze dell’occupazione femminile nel 2024” su dati Istat, che include anche un’analisi a livello provinciale delle dinamiche dell’occupazione femminile.
Occupazione femminile: tutti i dati
Se nel dopo Covid le donne faticavano di più a recuperare i livelli occupazionali, nel 2024, il tasso di crescita delle lavoratrici (+2,3%) supera nettamente a quello degli uomini (+1,4%). Nel complesso, l’occupazione femminile cresce in modo netto di 227 mila lavoratrici su 413 mila nuovi occupati. Dunque, le donne determinano il 55% del saldo occupazionale dell’anno. A trainare l’occupazione femminile le 55-64enni, ma dinamiche positive si riscontrano anche tra le giovani. Tra le 25-34enni il tasso di occupazione passa dal 54,3 al 60,8%.
A livello territoriale è il Sud ad avere livelli di crescita più elevati. Tra il 2019 e il 2024, l’incremento occupazionale femminile, 146 mila occupate in più, è del 6,4%. Il doppio del Centro (3,1%) e del Nord (3,2%). E, in particolare, nell’ultimo anno si registra una crescita del 3,9%, superiore a quella del Centro (3,1%) e del Nord (1,3%).
Colmare il divario Nord-Sud
La partecipazione femminile al lavoro nelle regioni del Sud tuttavia resta ancora molta bassa. Il tasso di attività negli ultimi cinque anni mostra un debole incremento, passando dal 40,9 al 41,8%. Un dato inferiore a quello del Centro (dal 62,2 al 63,8%) e del Nord (dal 64,6 al 65,6%).
“L’occupazione femminile registra segnali di crescita, ma il divario con la partecipazione maschile al lavoro rimane significativo, in particolare nel Mezzogiorno”, afferma il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. “Persistono criticità come il part-time involontario, il divario retributivo di genere e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e personale. Affinché questa crescita diventi strutturale, è essenziale rafforzare le politiche di sostegno all’occupazione femminile. Promuovere l’accesso delle donne alle professioni più qualificate e ridurre le disparità territoriali. Il futuro del mercato del lavoro italiano dipenderà dalla capacità di valorizzare il talento femminile e garantire pari opportunità”.