di Virna Bottarelli | Sempre più AI nelle risorse umane e nel lavoro in generale: secondo la ricerca “Global Workforce of the Future 2024” di The Adecco Group, pubblicata a fine 2024, chi utilizza quotidianamente strumenti di Intelligenza Artificiale risparmia in media 48 minuti nella giornata lavorativa.
Più di 1 lavoratore su 5 (23%) afferma di sfruttare questo tempo risparmiato per dedicarsi ad attività più creative e di maggior valore. Il 39% degli intervistati è inoltre convinto che i propri dirigenti siano preparati a comprendere pienamente i rischi e le opportunità legati all’adozione dell’IA. Ma solo il 16% di loro afferma di essere stato correttamente istruito all’utilizzo di questi strumenti.
Infine, il 42% degli intervistati esprime preoccupazione per la propria stabilità occupazionale alla luce del crescente utilizzo dell’IA. Questi dati confermano il sentiment generale che si percepisce quando si parla di IA: tutti sono consapevoli dei vantaggi che offre in termini di risparmio di tempo, molti hanno ancora dei dubbi sul suo utilizzo e parecchi temono i suoi effetti a lungo termine.
Tra incertezze e opportunità
Anche secondo Angelo Lo Vecchio, AD di Adecco e Presidente di The Adecco Group in Italia, dalla ricerca emerge che i lavoratori italiani stanno vivendo una fase di trasformazione, nella quale alle incertezze si affiancano però anche tante opportunità.
“In questo contesto, è compito delle aziende affrontare queste sfide investendo in programmi di formazione dedicati, per migliorare le competenze dei lavoratori nell’utilizzo della tecnologia, ma anche per permettere loro di affrontare con maggiore sicurezza il proprio futuro lavorativo. Solo attraverso un approccio strategico e proattivo alla formazione e allo sviluppo professionale sarà possibile promuovere un ambiente lavorativo più solido e innovativo, dove IA e talento umano possano crescere insieme”. Formazione e sviluppo professionale sono prerogative dei dipartimenti HR ed è proprio in questi uffici che si sta sperimentando in prima persona che cosa significa lavorare con strumenti di Intelligenza Artificiale.
L’impatto dell’AI nelle risorse umane
Dalla survey “Are you AI ready?”, realizzata da Talent Garden per indagare lo stato della conoscenza in materia di Intelligenza Artificiale e la sua applicabilità in alcuni settori lavorativi, emerge che l’IA sta rapidamente diventando uno strumento indispensabile nel campo delle risorse umane. E che sta aprendo nuove prospettive in particolare nel processo di reclutamento.
Alla domanda su come può essere utilizzata questa tecnologia nella fase di recruiting, gli intervistati hanno dato la loro preferenza all’automatizzazione dello screening dei curriculum e della classificazione dei candidati. Riguardo a un ipotetico aiuto nella gestione delle prestazioni dei dipendenti, secondo la maggior parte degli intervistati l’AI può fornire approfondimenti basati sui dati (78%). Mentre il 73,8% del campione ritiene che sia assolutamente in grado di prevedere il turnover dei dipendenti.
E per quanto riguarda il benessere, l’AI nelle risorse umane può dare un contributo? Secondo l’83,3% degli intervistati la risposta è affermativa. Un’altra indagine di Smartive, società di change management italiana dedicata alla trasformazione digitale, rileva che le HR delle aziende sono in forte accelerazione quando si parla di trasformazione digitale.
Cosa pensano gli HR italiani
Quattrocento responsabili HR in Italia sono stati interpellati per capire come le tecnologie stanno influenzando la strategia e i piani di lavoro. Il 41,5% di loro ha affermato di utilizzare strumenti di IA. Oltre un quarto (26,6%) degli HR manager, tuttavia, ritiene che la cultura aziendale sia mediamente poco aperta al cambiamento. Eppure, la trasformazione è in atto, come sostengono in F2A. La società di servizi milanese, che negli ultimi sette anni ha completato oltre 20 acquisizioni, sta investendo molte risorse per inserire l’AI nelle risorse umane tramite le proprie soluzioni.
Il suo direttore commerciale, Davide Bonalumi, spiega come l’AI integrata nella piattaforma MyArea F2A stia facilitando il lavoro degli HR in diversi ambiti, dall’ESG Reporting alla conformità dei fornitori. “Quando un Ceo richiederà dati sulla diversità di genere, gli HR director potranno ottenere informazioni dettagliate e precise in pochi secondi attraverso una query in linguaggio naturale, invece di dover analizzare manualmente numerosi dataset. Così come, nel caso di nuove regolamentazioni, l’AI consentirà di ottenere risposte immediate e accurate per calcolare, ad esempio, i risparmi potenziali derivanti da nuove agevolazioni. Come quelle per dipendenti sotto i 30 anni assunti nel 2024, senza dover eseguire calcoli complessi”.
In F2A prevedono che entro due o tre anni l’AI non si limiterà a gestire le attività ripetitive, ma assisterà attivamente i professionisti nell’offrire servizi HR di alta qualità. La trasformazione non è però priva di difficoltà. “Sarà necessario affrontare un processo di riqualificazione dei dipendenti, specialmente considerando che l’età media nel settore è generalmente medio-alta. Inoltre, sarà indispensabile adottare anche nuove politiche di assunzione e formazione, per garantire che il personale abbia competenze tecnologiche aggiornate e sappia utilizzare gli strumenti AI”, conclude.