Reskilling: nuovi strumenti per la ripartenza nel mondo del lavoro

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competenze soft skills

Il ruolo del reskilling per cogliere le opportunità della ripresa: 3 lavoratori su 4 hanno necessità di riqualifica, ma solo 1 uno su 10 rinnova le sue competenze.

“Con lo sblocco dei licenziamenti, sono disponibili nuovi strumenti legislativi per sostenere la ripartenza e favorire il reimpiego: nuovi contratti di lavoro e nuovi ammortizzatori sociali, che le aziende devono conoscere a fondo per poterli utilizzarle al meglio a seconda delle esigenze. Ma non ci sono solo strumenti di protezione per affrontare l’emergenza: nei prossimi mesi prevediamo una forte richiesta di lavoro flessibile a sostegno delle richieste di personale delle realtà in crescita. Le imprese oggi hanno a disposizione una ‘cassetta degli attrezzi’ per costruire la ripartenza sulla flessibilità buona”.

Lo ha detto Sirra Arnoldi, Legal & Corporate Affairs Director di Randstad Italia, al termine del webinar “Le sfide del lavoro per la ripresa”, l’evento online organizzato da Randstad, primo operatore mondiale nelle risorse umane, per approfondire i temi del mercato del lavoro in questa fase di uscita dall’emergenza, a cui sono intervenuti  Marco Ceresa, Group CEO di Randstad, Arnaldo Carignano, Head of Career Transition di Randstad Risesmart, e Giampiero Falasca, Partner dello Studio Legale DLA Piper.

Nuove skills e strumenti per ripartire

L’incontro ha approfondito i nuovi strumenti legislativi a disposizione delle imprese con lo sblocco dei licenziamenti. Come il contratto di rioccupazione, il nuovo contratto di lavoro subordinato che prevede un progetto formativo di 6 mesi per lavoratori disoccupati con un esonero contributivo di sei mesi per le aziende. E il contratto di espansione, rivolto a reindustrializzazioni o riorganizzazioni di aziende con almeno 100 dipendenti, che prevede un accordo sindacale per l’accompagnamento alla pensione e un programma di riqualificazione con ricorso alla CIGS. E ancora gli ammortizzatori sociali disponibili dopo  la Cassa Covid19: la cassa integrazione “con sconto”, il contratto di solidarietà (che prevede la copertura del 70% delle ore di lavoro non svolte in base a accordi collettivi aziendali di riduzione dell’attività) e la proroga della CIGS per cessazione di attività.

“La sfida del lavoro per la ripresa passa dal reskilling – ha detto Arnaldo Carignano, Head of Career Transition di Randstad Risesmart -: di fronte allo sblocco dei licenziamenti e, contemporaneamente, alle difficoltà a soddisfare le richieste di lavoro delle imprese a causa della scarsità di profili adeguati, è urgente riqualificare le competenze dei lavoratori per permettere alle persone di cogliere le opportunità che si aprono in altri ruoli o settori”. Secondo l’osservatorio Randstad Risesmart oggi ben tre lavoratori su quattro hanno necessità di reskilling, ma solo uno su dieci riconosce questo bisogno e decide di prendere in seria considerazione la necessità di riqualificarsi per migliorare la propria carriera.

“Le aziende in questo momento delicato segnalano la necessità di essere guidate a livello strategico per mantenere la loro brand reputation – ha spiegato Carignano -, e questo può essere fatto in due modi: comunicando bene alle persone il motivo del cambiamento e garantendo loro un servizio distintivo di transizione e reskilling, che è un’azione migliorativa rispetto al proprio percorso professionale, perché garantisce maggiore agilità di carriera e più velocità nella ricerca di un nuovo lavoro. L’esigenza di riqualifica coinvolge l’intero mercato del lavoro, ma alcuni settori hanno maggiore urgenza, come l’automazione industriale, la logistica e l’ICT, in cui la ripresa sta dando segni forti di crescita, ma è difficile reperire i profili con le competenze richieste dalle nuove tecnologie”.


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