Carriere “in divisa”: la carica delle ragazze

Le ragazze non scartano un futuro nelle Forze Armate o di Polizia, una su sei ci starebbe pensando seriamente, puntando ai gradi più prestigiosi. Ma la convivenza con i colleghi potrebbe trovare degli ostacoli. A segnalarlo è l’edizione 2021 dell’Osservatorio sulle Professioni in Divisa.

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donne in divisa

a cura di Greta Gironi |

Basta con gli stereotipi legati al genere. Le giovani donne chiedono il proprio spazio in settori che, storicamente, vengono immaginati quasi esclusivamente a misura d’uomo, come le forze armate e le forze di polizia.

Ad affermarlo è la quarta edizione dell’annuale “Osservatorio sulle Professioni in Divisa”, realizzato da Skuola.net in collaborazione con Nissolino Corsi. Tra i 50mila studenti e studentesse di scuole di secondo grado e università che hanno partecipato all’indagine, infatti, sono davvero numerose le ragazze che si dicono disposte a intraprendere questo tipo di carriera: siamo nell’ordine di 4 su 10, più o meno quello che si registra presso i coetanei uomini. Quasi 1 su 6, tra l’altro, ci starebbe pensando seriamente.

Con un tasso di ambizione decisamente superiore a quello dei ragazzi: il 40% vorrebbe intraprendere la carriera di rango più elevato – quella da ufficiale – e l’87% di loro pensa che una donna possa tranquillamente aspirare alle posizioni di vertice, basta avere la giusta determinazione. Non sempre, poi, le preferenze delle studentesse si discostano da quelle dei maschi. Lo si può verificare guardando ai percorsi più gettonati. A conti fatti, le indicazioni delle ragazze combaciano quasi alla perfezione con quelle dei ragazzi.

Per quanto riguarda le Forze Armate, sia le une che gli altri guardano, nello stesso ordine, a Esercito, Carabinieri, Aeronautica e Marina. In cima alla classifica delle Forze di Polizia, invece, si attesta per entrambi la Polizia di Stato, seguita dalla Guardia di Finanza; unica discordanza sull’ultimo gradino del podio, con le ragazze che optano per la Polizia.

Ancora ostacoli alla parità di genere

Per il completo sdoganamento della donna ‘in divisa’ e per il raggiungimento di una parità sostanziale, però, restano da superare dei grossi ostacoli. Su tutti, l’atteggiamento con cui i maschi accoglierebbero una collega tra le proprie fila. Ancora oggi, infatti, per un ragazzo su 2 la vita militare non è adatta a una ragazza: per il 10% è un mondo troppo lontano dall’universo femminile, per il 38% un tentativo lo potrebbero fare ma sarebbero destinate a mollare in tempi rapidi. C’è comunque da dire che la maggior parte (52%) non vede particolari problemi alla presenza di ragazze in caserma: è già un primo passo. Le dirette interessate, ovviamente, la pensano esattamente all’opposto: solo una su 5, pur immaginando un futuro in divisa, sembra rassegnata al fatto di non poter andare troppo lontano. Tutte le altre – 8 su 10 – sono convinte che il genere conti poco o nulla: il 67% non intravede impedimenti al proprio ingresso nelle Forze Armate o di Polizia, il 14% teme solamente l’impatto iniziale con un ambiente teoricamente ostile. Le cose si complicano ulteriormente se una donna dovesse arrivare a rivestire i ruoli che contano: per gli uomini sarebbe un ulteriore elemento di destabilizzazione.

Tra i ragazzi interessati alla vita ‘in divisa’, ben 4 su 10 ammettono che si troverebbero in forte disagio dovendo sottostare agli ordini di una superiore; per il 38% il genere non fa differenza, mentre il 15% la vivrebbe addirittura meglio, confidando nel fatto che sul lavoro spesso le donne si dimostrano più capaci degli uomini.

Ma, purtroppo, c’è anche chi lo spera per un mero tornaconto personale (in realtà molto ipotetico): per quasi 1 su 10 una donna avrebbe difficoltà a imporre le proprie decisioni a un uomo, seppur sotto di lei nella scala gerarchica. Sorprende, invece, la reazione allo scenario opposto, ovvero dover dare ordini a una donna: il 45% si sentirebbe comunque a disagio. Su questo punto, le posizioni non sono molto distanti.

Anche le ragazze sarebbero in difficoltà a dover gestire un gruppo composto prevalentemente da uomini: per il 29% sarebbe complesso farsi sentire, per il 18% addirittura impossibile; solo per il 53% non ci sarebbe nessun problema. Molto più semplice, per le ragazze, l’inversione dei ruoli: appena il 6% si sentirebbe a disagio nel ricevere ordini da un uomo. Tutte le altre non farebbero fatica ad adeguarsi. E se al 56% cambierebbe poco o nulla essere comandata da un maschio o da una femmina, il 38% ancora considera avere un superiore uomo una cosa addirittura scontata, a cui doversi abituare.

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