Il lavoro autonomo non è più un tabù

Osservatorio Partitaiva24: contro il rischio della frammentazione è importante incoraggiare la creazione di società per una crescita sana del Paese

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Lavoro autonomo e partite iva: l'Osservatorio di Partitaiva24

La flessibilità del lavoro autonomo è un’esigenza che si è manifestata già da qualche anno, soprattutto in relazione alla conciliazione lavoro e vita privata. 

Secondo l’Osservatorio sulle tendenze in ambito fiscale di Partitaiva24, nei primi due mesi del 2022 il 69% di chi ha aperto la partita Iva è rappresentato da professionisti/lavoratori autonomi (es. consulenti, grafici, architetti, web designer). Il 17% da imprese individuali (commercianti, artigiani, ditte di servizi) e il 14% da e-commerce. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, aumentano le imprese e i freelance (rispettivamente +4% e +12%), mentre calano le aperture di ditte individuali dedite all’e-commerce.

Lavoro autonomo e Yolo Economy

Complice la pandemia, la riflessione che sta coinvolgendo i più giovani è proprio sul lavoro in sé, che non deve invadere la vita. Perché non esiste più distinzione tra vita privata e vita professionale, in questa continua fluidità nella quale siamo immersi grazie ai nostri smartphone. Esiste la vita come serie di esperienze che ci possono più o meno arricchire, ma che non necessariamente devono fare rima con lavoro. Esiste anche un acronimo anglosassone per indicare questa nuova tendenza: YOLO, you only live once.

Insomma, il posto fisso non interessa più ai neo laureati che puntano su sé stessi: fondano start up e cercano di innovare. Solo nel quarto trimestre 2021 sono state aperte 106.400 nuove partite Iva. Un incremento del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ben il 46,1% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 31,7% dalla fascia di età 36-50 anni.

Incoraggiare le aggregazioni

Un’analisi di CRIF sulle aziende nate nel triennio 2018-2021 evidenzia la significativa crescita delle start-up innovative. Si passa infatti dalle 266.000 nel 2018 alle 305.000 nel 2021 (+40% nel 2021 rispetto al 2019). E anche delle imprese neocostituite con un solo dipendente (+34% sul 2019), assimilabile a un lavoratore che apre una sua partita Iva per lavorare come libero professionista, o fa nascere una sua attività imprenditoriale. Queste imprese nel 2021 sono arrivate a rappresentare fino al 93% di tutte le neocostituite nell’anno.

Sempre secondo i dati del MEF relativi al quarto trimestre 2021, il 60,7% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche e il 4,2% da società di persone. “Questi dati riflettono una sorta di perversione del sistema fiscale italiano che incoraggia la nascita di partite iva singole – commenta Roberto Scurto, Managing Partner di Partitaiva24 –. Il regime fiscale attualmente in vigore con opzioni come quella del forfettario, per esempio, premia il piccolo lavoratore autonomo che opera da solo ma scoraggia le aggregazioni tra freelance. Dunque la nascita di società più competitive e di maggiori dimensioni. I singoli professionisti sono spaventati dal carico fiscale previsto per le società e preferiscono continuare a operare in autonomia, anche rinunciando a prospettive di crescita di medio periodo”.

Le proposte di Partitaiva24

Per ridurre questo divario, L’Osservatorio di Partitaiva24 ha identificato alcune possibili soluzioni:

  • introdurre un regime fiscale agevolato per le società di capitali almeno per i primi 5 esercizi, come previsto con il regime forfettario per le partite iva individuali;
  • detassare con meccanismi più efficaci il reinvestimento degli utili in azienda, andando ben oltre quanto previsto dalla normativa ACE;
  • rivedere i termini della contribuzione Inps sui soci lavoratori delle società di capitali, che oggi si trovano spesso a pagare personalmente fino a diverse migliaia di euro, anche quando la società non distribuisce alcun utile.

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