La fidelizzazione dei dipendenti nell’era ibrida

Quasi il 60% dei datori di lavoro teme di perdere i dipendenti e di non riuscire ad attrarre talenti se non affronta efficacemente il tema del lavoro ibrido

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Fidelizzazione dei dipendenti e recruiting dei talenti: l'indagine Poly

La fidelizzazione dei dipendenti e la possibilità di attrarre nuovi talenti è la sfida dei nostri tempi.

Lo conferma l’ultimo report di Poly, che esamina la risposta delle aziende alla crescente richiesta dei dipendenti di poter disporre di luoghi di lavoro ottimali. Con il titoloRecruit, Retain and Grow”, l’inchiesta analizza la percezione delle politiche di welfare aziendale. Raccogliendo il parere di oltre 2.500 dirigenti di 16 paesi a livello globale. La situazione post-pandemica e le aspettative analizzate mostrano che la tendenza attuale è recarsi in ufficio tre volte alla settimana (il giorno più gettonato resta il mercoledì). Riportiamo in seguito i principali risultati dell’indagine.

Selezione e fidelizzazione dei dipendenti

Oltre la metà delle aziende (56%) crede che non implementare il lavoro ibrido gli farà perdere personale e appeal sui nuovi talenti. Un problema particolarmente pronunciato per il 60% dei dirigenti della regione APAC, seguiti dal 55% dei direttori EMEA e dal 53% dei leader aziendali del continente americano. A livello globale, il 58% del campione afferma di aver sperimentato un elevato ricambio di lavoratori dall’inizio della pandemia.

Tra le principali ragioni di questo esodo ci sarebbero anche quelle legate all’approccio del datore di lavoro con il lavoro ibrido. Infatti, secondo i dirigenti intervistati fra i maggiori motivi delle dimissioni del personale ci sarebbero:

  • nuove opportunità per la crescita professionale (19%);
  • mancanza di una politica del lavoro flessibile dell’azienda (16%);
  • scarsa soddisfazione per la gestione della pandemia da parte dell’azienda (9%).

Strategia e equanimità sono disallineate

Poco meno della metà delle aziende (48%) afferma di essere completamente preparata per il lavoro ibrido. Mentre il 37% sostiene che lo è solo a breve termine. Un 52%, inoltre, crede che il lavoro ibrido sia solo una tendenza momentanea. Non a caso, poi, il 24% dei datori di lavoro del continente americano e dell’APAC, insieme al 17% della regione EMEA, già sta chiedendo ai dipendenti di tornare in ufficio a tempo pieno.

Dalla ricerca sorgono anche altri dati relativi alla percezione della modalità di lavoro da parte delle aziende. Per l’80% dei dirigenti, i dipendenti dovrebbero avere il diritto di richiedere il lavoro flessibile sin dal primo giorno. Invece, per l’84% del campione è necessario definire bene le regole rispetto al numero di giorni di lavoro in presenza. Un ulteriore 22% pensa sia necessario ridimensionare gli spazi di lavoro se si riduce la presenza dei dipendenti in ufficio.

Meno benessere, meno produttività

Grazie al lavoro ibrido, il 72% delle aziende intervistate afferma di aver visto crescere la produttività, con un +27% a livello globale. Tuttavia, il 62%, il 61% e il 56% delle imprese delle regioni APAC, EMEA e Americhe credono che senza venire ufficio sia difficile per le persone costruire le basi di una carriera di successo.

Inoltre i dirigenti sostengono che:

  • il lavoro ibrido comporta il rischio di una cultura dell’eccesso di lavoro (49%);
  • le aziende non sanno prendere provvedimenti per evitare il diffondersi della cultura del presentismo tra i dipendenti (49%);
  • il lavoro a distanza potrebbe creare ostacoli per promuovere una cultura del lavoro (74%).

Fidelizzazione dei dipendenti: le strategie

Secondo la ricerca di Poly, l’immagine delle aziende non si basa più solo sull’ufficio come luogo di rappresentanza. Infatti, la tecnologia e le esperienze sono viste ora dalla maggior parte delle imprese (64%) come il principale biglietto da visita. Quindi, ampliare il concetto di spazio di lavoro per includere sia luoghi fisici che virtuali aiuterà i dirigenti a sviluppare una solida strategia di lavoro ibrido.

In primis, serve eliminare le differenze tra collegamenti virtuali e in persona per offrire pari opportunità a tutti i dipendenti. Le aziende stanno investendo in soluzioni cloud e software di collaborazione (92% delle imprese a scala globale). Ma anche in cuffie (89%), videocamere (86%) e sistemi vivavoce (83%). Altrettanto importante, riprogettare gli uffici per offrire esperienze di lavoro migliori. Il 77% delle aziende sta pensando di offrire più aree open space, spazi di collaborazione, zone tranquille e punti per riunirsi e socializzare. In definitiva, i dipendenti sono ora al centro dell’attenzione dei datori di lavoro, per permettere alle aziende di creare spazi che rispondano alle nuove necessità.

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