Le aspettative riposte sull’Assegno Unico e Universale sono state disattese. Questa in sintesi la valutazione della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sulla misura varata lo scorso marzo. Novità che ha di fatto sostituito e unificato le misure di sostegno economico per le famiglie.
Ora che lo stipendio di marzo e il bonifico dell’Assegno sono stati accreditati, infatti, ci si rende conto di come questa riforma abbia generato confusione, false aspettative e delusione in capo a molti nuclei familiari.
Assegno Unico: i primi dati
Le criticità riscontrate sono state illustrate nell’approfondimento mettendo a confronto 5 casi concreti:
- lavoratore dipendente con Isee di 6.400,00 euro, moglie a carico e 2 figli minori di 3 anni;
- convivente con Isee di 11.537,00 euro e un figlio maggiore di 3 anni;
- lavoratore dipendente con Isee di 24.900,00 euro, moglie a carico e 4 figli minorenni;
- madre separata con Isee di 15.298,00 euro, 2 figlie minorenni;
- dirigente con moglie a carico, 2 figli minorenni e reddito pari a 98.258,00 euro.
In tutti i casi, emergono contraddizioni e scarsa soddisfazione. Le discrepanze, anche notevoli, tra le precedenti situazioni e i nuovi importi percepiti, sono imputabili in parte anche al tema Isee.
La perplessità dei Consulenti del Lavoro
La determinazione dell’Isee familiare, infatti, tiene conto non solo della situazione reddituale, che ha sempre caratterizzato tutte le forme di sostegno alla famiglia, ma anche della situazione patrimoniale (abitazioni, autovetture, giacenze medie dei conti correnti, assicurazioni, ecc.). Quest’ultima non necessariamente fotografa la ricchezza di un nucleo familiare. Ci si chiede, quindi, se sia stato veramente opportuno eliminare misure che per anni hanno sostenuto, su parametri di natura reddituale, i sussidi alle famiglie. Sostituendole con un meccanismo complesso, basato su informazioni che non sono in grado di misurare correttamente la situazione delle famiglie.
Scarica il documento “Buste paga prima e dopo l’Assegno Unico e Universale”.