Alla guida di un’editoria che corre verso il futuro

La sua visione e la sua capacità imprenditoriale hanno permesso di trasformare una casa editrice tradizionale in una media company evoluta. Parliamo di Maria Giovanna Mazzocchi, Presidente di Editoriale Domus, recentemente premiata con l’Asfor Award for Excellence 2022.

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Editoriale Domus: intervista a Maria Giovanna Mazzocchi

di Marco Vergeat |

Fondata a Milano nel 1929 da Gianni Mazzocchi, Editoriale Domus è la più storica delle aziende italiane di periodici specializzati, con pubblicazioni che ancora oggi sono punti di riferimento per i rispettivi settori. Basti pensare a testate come Quattroruote, Domus, Meridiani, autentici brand che, conservando un’autorevolezza indiscussa, sono stati traghettati con successo nell’era digitale.

Editoriale Domus è infatti una realtà che è stata capace di affrontare le sfide del comparto, trasformandosi in un sistema d’informazione, servizi, formazione che produce valore per la comunità e gli stakeholder. Ragion per cui Maria Giovanna Mazzocchi, Presidente della casa editrice, è stata premiata con l’Asfor Award for Excellence 2022 in occasione della XX Giornata della Formazione Manageriale Asfor.

Nel 1974 lei inizia a lavorare con suo padre, Gianni Mazzocchi, che Enzo Biagi definiva il più geniale editore del dopoguerra. Ha sviluppato la leadership e l’internazionalizzazione delle testate storiche, Domus e Quattroruote, creandone tante altre e sviluppando una gamma di servizi che hanno trasformato la casa editrice.

Qual è stato il motore di questo successo?

Sono entrata in azienda nel periodo d’oro dell’editoria. C’era la televisione di Stato, iniziavano le primissime trasmissioni della Tv commerciale, ma fondamentalmente le persone si informavano attraverso i giornali, sia quotidiani e sia periodici. Credo che il successo sia legato, quasi come una conseguenza naturale, alla capacità di intercettare gli interessi e i desideri del pubblico, a cui abbiamo sempre risposto con prodotti di qualità, cercando i contributor più ferrati nella materia e con un’informazione veritiera e corretta, capace di garantire un approfondimento critico e un contributo al miglioramento generale.

Siamo sempre stati editori di periodici con interessi estremamente verticali e target di lettori ben precisi. E abbiamo sempre cercato l’eccellenza, attirando i collaboratori migliori, basti pensare che nel primo dopoguerra, mio padre ha inventato il rotocalco. L’Europeo è nato in casa nostra, così come Settimo Giorno e il Mondo di Pannunzio. Sul fronte dei valori siamo restati fedeli alla ricerca, all’approfondimento di qualità. Questo ha consentito alle testate di Editoriale Domus di svilupparsi e di diventare dei brand, e oggi la nostra informazione non è più solo sulla carta, ma su diverse piattaforme, accessibile a tutti.

Quali scelte vi hanno consentito di attraversare la crisi della carta stampata e quella dell’automotive? E a quali condizioni oggi si può fare ancora l’editore se le edicole, come da lei provocatoriamente dichiarato in qualche intervista, sono diventate elementi di arredo urbano e i margini con la sola carta non ci sono più?

Abbiamo attraversato la tempesta perfetta. Finché l’unico mezzo di informazione era la carta stampata, rimanendo su certi binari e adottando certi principi, i risultati si ottenevano. Con la diffusione del digitale molto è cambiato. La nostra sfida è stata quella di continuare a diffondere il nostro grande know-how al maggior numero di persone. Negli ultimi dieci anni il numero di edicole si è più che dimezzato, il fatturato dei periodici, che nel 2013-2014 si attestava sui 2,5 miliardi di euro, oggi raggiunge a malapena 1,3 miliardi. E la trasformazione non riguarda solo le nuove generazioni, ma un po’ tutti: per questo è fondamentale presidiare tutti gli spazi, dividendo e adattando il contenuto, usando linguaggi diversi a seconda del mezzo. C’è il web e ci sono i social, ognuno con la sua specificità, le sue regole e il suo target di riferimento. Abbiamo dovuto affrontare un cambiamento tecnologico e culturale.

Sono completamente cambiate le regole del gioco…

Si calcola che sul digitale l’attenzione sia di circa otto secondi e mezzo. Se entro in un sito e non trovo la risposta in questo breve arco temporale, passo oltre. L’attacco di un bell’articolo, come lo si concepiva un tempo, la titolazione, l’occhiello e tutto quello che faceva parte del giornalismo classico, non esiste più. Se non rientri nei primi 10-12 nominativi selezionati dal motore di ricerca praticamente non esisti. Gli algoritmi utilizzati da Google sono impiegati dall’intelligenza artificiale che non guarda al contenuto, ma alla frequenza di cambiamento. È in atto un mutamento profondo.

Editoriale Domus ha creato il circuito-laboratorio di Vairano, vicino a Pavia. Come è nata questa iniziativa e quale valore ricopre per il vostro Gruppo?

Abbiamo sempre provato le auto, per verificarne il comportamento su strada e la veridicità delle informazioni fornite dalle case costruttrici. Quando è nata Quattroruote, nel 1956, i test si svolgevano sulle piste dell’aeroporto di Ciampino a Roma, ma con l’aumento del traffico aereo siamo stati sfrattati! Non è stato facile trovare un’alternativa. A lungo abbiamo cercato rami ferroviari dismessi o terreni agricoli, finché non abbiamo trovato e acquistato il terreno presso Vairano. Siamo l’unica testata al mondo con un circuito di prova proprio. È diventato un polo importante: lo sfruttiamo noi al 60% e per la restante parte i nostri clienti, tra cui aziende come la Brembo o case automobilistiche che vi presentano le proprie vetture o, ancora, le imprese assicurative. Oggi le possibilità di sviluppo sono in crescita, basti pensare alla sperimentazione dei sistemi a guida autonoma.

Avete sempre anticipato le tendenze, l’evoluzione del mondo dell’auto. Quale futuro prevede per il settore?

L’automobile è l’unico mezzo che ti permette di andare dove vuoi e quando vuoi, è uno strumento di libertà senza pari. Oggi, con la prospettiva dell’eliminazione dei combustibili fossili, il settore automotive attraversa un momento drammatico. Tutti teniamo all’ambiente, ma non credo ci possa essere una soluzione unica, drastica e decisa a tavolino, poiché in un mondo globalizzato le implicazioni di ogni scelta sono enormi. In Italia abbiamo un mondo, forse il più grande d’Europa, per tutto quello che riguarda la componentistica.

Sappiamo che le auto elettriche hanno molte componenti in meno. A livello europeo, pur nella consapevolezza che il problema climatico c’è e va affrontato, le decisioni devono tenere conto delle conseguenze, che penalizzano alcuni Paesi rispetto ad altri. L’evoluzione è necessaria ma servono prudenza, attenzione e riflessione e occorre considerarne le ripercussioni sociali, economiche, infrastrutturali.

Nel 2016 sua figlia, Sofia Bordone, è diventata Amministratore Delegato del Gruppo: siamo al terzo passaggio generazionale. Quali consigli darebbe ai tanti imprenditori italiani che spesso faticano a gestire questo passaggio di consegne?

I genitori conoscono i propri figli, anche se a volte rifiutano di vederne pregi e difetti. Anche quando nascono in un’impresa familiare, respirandola da sempre, i figli devono rendersi conto se e fino a che punto questo mondo li affascina. Ritengo essenziale un percorso esterno all’azienda di famiglia per acquisire sicurezza. Dobbiamo lasciare ai figli la possibilità di scegliere e di capire se davvero hanno la passione e il desiderio di portare avanti il business. Lo faranno in modo diverso da noi, rendendoci a volte difficile delegare quel che faremmo diversamente. Mia figlia ha fatto diverse esperienze e poi ha scelto di entrare in Editoriale Domus, con entusiasmo, con nuovi obiettivi e nuove visioni. La freschezza portata dalle nuove generazioni è importante.

Agli altri imprenditori posso consigliare di sforzarsi di capire l’attitudine dei propri figli: se c’è il seme dell’imprenditorialità, che vuol dire coraggio, voglia di rischiare, sacrificio, tutto dovrebbe andare per il meglio!

Oltre a quella per i motori, lei ha la passione del volo. Ha iniziato quando aveva 18 anni e ancora pilota. Quanto è stata importante per lei questa passione?

Mi ero posta l’obiettivo di girare le capitali d’Europa e davvero ho potuto girare il mondo. Ogni volo è diverso, ha la sua particolarità. Il volo è una disciplina: per minimizzare i rischi serve una conoscenza profonda del mezzo e occorre una formazione continua. Poi è necessario programmare bene i voli, bisogna cercare di pensare sempre a quello che succederà dopo. Il volo educa a guardare avanti e insegna a fare le cose con estrema coscienza, sapendo che hai la responsabilità di coloro che volano con te.

Chi è Maria Giovanna Mazzocchi

Nel 1975 Maria Giovanna Mazzocchi entra in Editoriale Domus, la casa editrice fondata nel 1929 dal padre Gianni Mazzocchi, di cui nel 1984 assume la carica di Presidente e Amministratore Delegato. Mantiene la leadership delle testate storiche (Domus, Quattroruote, Il Cucchiaio d’Argento), avviando nuove iniziative editoriali, tra cui Volare, Meridiani, Ruoteclassiche, Meridiani Montagne, Dueruote.

A partire dal 2000 intraprende un percorso di digitalizzazione dell’azienda e dei prodotti, diffusi sulle piattaforme digitali, e costituisce una divisione b2b di respiro internazionale. Dal 2019 è presidente del Gruppo Lombardo dei Cavalieri del Lavoro, la prima donna a ricoprire questa importante carica. Nella sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti. È Presidente anche di Asc e membro del Consiglio di Amministrazione della Veneranda Fabbrica del Duomo.


Estratto dell’intervista pubblicata nel numero di maggio-giugno di formaFuturi.news, il magazine di cultura e formazione manageriale di Asfor e Apaform.

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