Un manifesto per il lavoro manuale

Il Manifesto del lavoro buono – Pensare con le mani è promosso dal Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale in collaborazione con il centro per la formazione professionale Elis

0
156
Nuovo manifesto per il lavoro manuale

di Giorgia Andrei |

La maestria manuale è denominatore comune alle professioni più diverse, dal chirurgo al restauratore, dal tecnico specializzato al potatore. Il lavoro delle mani, quindi, offre molte potenzialità occupazionali e va considerato una ricchezza sociale ed economica.

Ecco perché è stato stilato, dal Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale ed Elis, centro di formazione professionale nato a Roma nel 1965, un documento dal titolo “Il Manifesto del lavoro buono – Pensare con le mani”, che riporta in primo piano la maestria manuale. E ne evidenzia il valore strategico soprattutto per le tre F del Made in Italy: food, fashion, factory.

Perché un manifesto per il lavoro manuale

Il manifesto è stato presentato a Roma lo scorso giugno. Come ha detto Fabrizio Bonalume, Direttore Generale Cnos-Fap: “Occorre convincersi che è imprescindibile formare e far conoscere, senza discriminazioni culturali, le potenzialità occupazionali e di soddisfazione personale che derivano dal lavoro sapiente della mani”. Gli ha fatto eco Pierluigi Bartolomei, Direttore Generale di Elis: “Vanno finanziati corsi specializzati, tradizionali e pionieristici centrati sulla manualità, con effetto immediato. Il lavoro manuale è un lavoro buono! Di pari dignità rispetto a tutti gli altri mestieri. Vanno fatti emergere i talenti, bisogna poter parlare con le opere e dimostrare ai giovani e alle istituzioni, quanto questi lavori siano cardine della nostra società”.

Serve concretezza

Il Manifesto, redatto dal professor Dario Nicoli del dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Brescia, scaturisce da una concreta analisi dei numeri, oltre a una lettura socioeconomica del Paese Italia. Gli ultimi dati Excelsior dell’Osservatorio di Unioncamere e Anpal sull’attuale e futuribile ricerca di figure professionali sono allarmanti. E dicono che quasi una posizione su due non trova un lavoratore corrispondente.

Le ragioni vanno dalla mancanza di candidati alla mancanza di preparazione adeguata a ricoprire il ruolo. “Oggi viviamo le conseguenze negative della denigrazione del lavoro manuale, nonostante questo sia felicità. C’è una voglia di fondo di sfuggire all’alienazione dell’astrattismo professionale. C’è bisogno di pensare di saper fare e concretizzare la propria maestria”, racconta Nicoli. “Dall’altra parte c’è il grido di dolore delle imprese che non trovano lavoratori e posti qualificati che restano orfani per manchevolezze del sistema. La formazione professionale è in cronica crisi finanziaria e l’Italia è in cronica crisi occupazionale. È una plateale assurdità!”.

Il ruolo delle aziende

In poche settimane il documento è stato sottoscritto da oltre 90 aziende. Roberto Tomasi, AD di Autostrade per l’Italia è intervenuto all’incontro di presentazione e ha riportato l’esperienza dell’azienda. “Il lavoro manuale è una leva irrinunciabile per le sfide che ci attendono. In quest’ottica, le imprese devono fare sistema con le scuole per orientare la vocazione dei giovani. Nell’ambito del progetto Autostrade del sapere abbiamo creato delle Academy per formare competenze tecnico-professionali nel campo delle manutenzioni e delle costruzioni e stiamo dialogando con il sistema ITS per un futuro che veda profili sempre più rispondenti alle esigenze del nostro settore. Tra le diverse competenze, il lavoro manuale continuerà a rivestire un ruolo primario nell’ambito delle nostre attività. È tempo che le aziende si alleino per mettere insieme fabbisogni, strumenti e programmi di azione. Le sfide che ci attendono investono la capacità di individuare e coltivare le competenze del futuro nel breve, medio e lungo periodo”.

5 proposte per il rilancio del lavoro manuale

Il manifesto invita a intraprendere una decisa svolta politica in 5 ambiti in particolare:

  1. orientamento, con un piano di promozione del lavoro manuale rivolto agli studenti della secondaria di primo grado e ai giovani dei tecnici e dei licei;
  2. educazione al lavoro, con una politica di rilancio dei percorsi formativi che insegnano il lavoro, in modo da allineare l’Italia agli altri paesi europei, anche tramite Accademie dei mestieri da realizzare in tutti i territori;
  3. politiche del lavoro, tramite strumenti quali borse lavoro, dispositivi di sostegno del lavoro giovanile, imprese formative, contratti ad hoc per la successione di impresa, vanno sostenuti percorsi di accesso ai lavori manuali in tutti i settori che soffrono per la mancanza di collaboratori competenti;
  4. rilancio del lavoro artigianale, con un piano di sostegno delle imprese artigiane con innovazioni tecnologiche, organizzative e di marketing che consentano di qualificare i prodotti, ottimizzare le risorse e sviluppare strategie di marchio del Made in Italy;
  5. tutela del lavoro manuale, che preveda una revisione dei contratti di lavoro allo scopo di valorizzare anche sul piano retributivo il lavoro manuale e una lotta vigorosa allo sfruttamento dei lavoratori dotati di competenze operative.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here