di Christian Poccia |
Sul terreno delle competenze professionali dei lavoratori si giocherà una delle partite più importanti dei prossimi 10 anni. Le imprese italiane saranno in grado di fronteggiare le sfide imposte dalla transizione ecologica, l’innovazione digitale, l’internazionalizzazione e il confronto con le economie emergenti? Riuscirà il nostro sistema produttivo a raccogliere l’eredità dell’eccellenza del “Made in Italy” e al contempo ad evolversi per essere in grado di rispondere alla competizione globale?
Questioni che pongono l’incremento e il miglioramento delle competenze dei lavoratori delle nostre imprese come uno snodo centrale.
C+ migliora il match fra domanda e offerta
Proprio sul decisivo ruolo delle competenze, FondItalia vuole giocare un ruolo da protagonista per sostenere e accompagnare imprese e lavoratori nell’obbligato percorso di crescita dei prossimi anni. Fra le prime iniziative messe in campo c’è C+, uno strumento per migliorare il match fra domanda e offerta di lavoro.
L’applicazione, commissionata da FondItalia, è stata presentata lo scorso ottobre a Milano, nell’ambito di ExpoTraining, nel convegno “Profilazione, valutazione e certificazione delle competenze in azienda. C+ – lo strumento FondItalia”, organizzato dal Fondo. C+, che entrerà in una fase di sperimentazione nel 2023, utilizza i descrittori e le relazioni presenti nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni al fine di offrire ai lavoratori un percorso assistito per attestare e validare le competenze acquisite lungo l’arco della vita: non solo le competenze scolastiche e universitarie, ma anche quelle informali acquisite sui luoghi di lavoro e di vita sociale.
Lo strumento, come spiegato nel corso del convegno milanese da Egidio Sangue, direttore del Fondo, servirà “non solo a mappare le competenze, ma sarà utile alla ricollocazione di quanti sono in cerca di lavoro o vogliono cambiarlo”. Nel suo intervento, sempre nel corso del convegno, Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario, ha sottolineato la necessità di “rendere catalogabile la formazione dei lavoratori e di utilizzare questi dati per dare vita a una vera transizione, non solo economica, ma del lavoro. In media, le future generazioni cambieranno posto di lavoro, nella loro vita professionale, dalle sei alle sette volte. Di fronte a tale scenario”, ha proseguito Patrizi, “è indispensabile che la formazione scolastica ed extrascolastica siano trasparenti così da garantire alle imprese e ai lavoratori di trovare le soluzioni e punti di incontro”.
Secondo Fiovo Bitti, dirigente confederale Ugl, anch’egli intervenuto nel convegno durante ExpoTraining, il nuovo strumento di FondItalia potrebbe essere utile anche ai percettori del Reddito di cittadinanza. “Le amministrazioni locali stanno incontrando difficoltà ad avviare i Puc – Progetti Utili per la Collettività – a cui dovrebbero aderire i percettori del Reddito di cittadinanza in quanto in moltissimi Comuni italiani mancano gli assistenti sociali che, previo colloquio conoscitivo, sono i soggetti titolati a redigere un piano di intervento personalizzato”, ha detto il dirigente sindacale. “Questi dati potrebbero essere facilmente reperiti attraverso un sistema di attestazione come quello che FondItalia, oggi, sta presentando e che potrebbe aiutare non solo la ricollocazione di chi si trova, ad esempio, in cassa integrazione, ma anche chi è percettore di Reddito di cittadinanza”.
I giovani devono puntare sulle competenze
Il peggioramento del quadro economico internazionale, che ha spinto addirittura il gigante tech Amazon ad annunciare a novembre, tramite una nota al personale del capo delle risorse umane Beth Galetti, la sospensione delle assunzioni nella sua forza lavoro corporate, spaventa anche le aziende italiane.
E a pagarne il prezzo più salato saranno probabilmente i giovani, che sono già ampiamente penalizzati nel mercato del lavoro. Infatti, se è vero, come ha rilevato Istat a novembre 2022, che nel terzo trimestre il dato occupazionale registra un aumento di 46 mila unità a settembre rispetto ad agosto 2022 e di 316 mila sullo scorso anno – con un incremento dei nuovi occupati soprattutto tra i dipendenti a tempo indeterminato, che in un anno crescono di 205mila unità – continua ugualmente a preoccupare il tasso di disoccupazione giovanile, fermo al 23,7%, con una perdita in termini assoluti di 10 mila occupati rispetto ad agosto 2022, e una crescita di disoccupati e inattivi.
Dati che segnalano come i giovani siano l’anello debole del mercato del lavoro. Faticano a trovare un’occupazione stabile e quando la trovano sono i primi a essere estromessi nelle fasi in cui le aziende in difficoltà sono costrette a tagliare i costi del personale. È nei loro confronti che bisogna dunque concentrare gli sforzi messi in campo per rafforzare, attraverso la formazione continua, competenze professionali e soft skill, con l’obiettivo di renderli indispensabili in settori produttivi che nei prossimi anni dovranno sempre più confrontarsi con i cambiamenti dettati dalla transizione ecologica, l’internazionalizzazione e il progresso tecnologico.
I risultati della formazione continua
In questo senso, i dati del V Sportello dell’Avviso FEMI FondItalia 2022.01 registrano un buon risultato. Nei primi sei mesi dell’anno, il 46% dei lavoratori che ha preso parte a un corso di formazione professionale finanziato dal Fondo ha meno di 40 anni. Un dato che, se paragonato allo stesso periodo dello scorso anno, ha visto una crescita del 4%. Nel 2021, infatti, era stato il 42% degli under 40 ad aver preso parte ad almeno uno dei progetti di formazione approvati da FondItalia.
Nel dettaglio, nel periodo gennaio/novembre 2022, su un totale di 11.231 lavoratori che hanno avuto accesso a uno dei 613 progetti approvati dal Fondo, 5.176 sono under 40. 2.081 hanno un’età fino ai 29 anni, mentre 3.095 un’età compresa tra i 29 e i 39 anni. “Sono ormai due anni che registriamo nelle nostre statistiche questo trend, che è molto positivo”, commenta Egidio Sangue, direttore e vicepresidente di FondItalia. “I dati Istat sulla disoccupazione, d’altronde, danno credito all’importanza della formazione continua. Certamente, il merito non è solo della formazione professionale continua e di qualità, ma anche delle politiche del lavoro che sono state messe in campo. Ciò non toglie che la necessità di tenersi, come si dice, al passo coi tempi è sempre più fondamentale nell’attuale mercato del lavoro che è liquido, trasversale e sempre in movimento”.
FNC: COMPETENZE, SVILUPPO E MESSA IN TRASPARENZA Rafforzamento delle competenze digitali e green al centro degli obiettivi del Fondo Nuove Competenze, misura rifinanziata con un miliardo di euro per il sostegno a progetti aziendali per la “riqualificazione del personale dipendente con formazione finalizzata alla transizione digitale ed ecologica prevista dal Pnrr”. Il decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali precede un finanziamento pari al 60% della retribuzione oraria percepita dal dipendente e del 100% per quanto riguarda contributi e oneri previdenziali e assistenziali del medesimo. E che affida la gestione del programma ad Anpal, con il supporto dei Fondi Interprofessionali che, come FondItalia, hanno manifestato il proprio interesse a partecipare agli interventi previsti dalla misura. Con riferimento ai processi nell’ambito della transizione digitale, i percorsi formativi potranno prevedere l’incremento e la messa in trasparenza di competenze digitali di base e specialistiche. Mentre, per quanto riguarda i processi legati alla transizione ecologica, i progetti potranno riguardare lo sviluppo delle competenze identificate dalla Commissione europea quali utili alla transizione ecologica, nell’ambito della classificazione European skills, competences, qualifications and occupations. “Cogliamo positivamente l’opportunità di contribuire alla buona riuscita del Fondo Nuove Competenze, misura che ha già largamente favorito il ricorso alla formazione per il potenziamento e la validazione delle competenze e dei lavoratori. A beneficio della loro occupabilità e della riconversione strategica e della competitività del tessuto produttivo del Paese, anche in relazione al conseguimento degli obiettivi del Pnrr” commenta Egidio Sangue, direttore di FondItalia. “Reputiamo positivo anche il chiaro coinvolgimento dei Fondi Interprofessionali nella gestione dello strumento in collaborazione con Anpal, che formalizza e ufficializza la già evidente centralità dei fondi nell’ambito delle politiche attive. E nella complessa, ma fondamentale, relazione tra impresa e capitale umano”. |