di Barbara Milanesi |
Sviluppare la cultura della sicurezza sul lavoro, prevenire e contrastare il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare, ridurre sistematicamente gli eventi infortunistici e le malattie professionali.
Questi sostanzialmente i grandi obiettivi che si sono posti Sistema Impresa e Inail siglando il secondo Protocollo di Intesa che si è concretizzato con l’avvio del primo Comitato Paritetico di Indirizzo a cui era preceduto un primo incontro propedeutico con il direttore centrale Ester Rotoli, in cui erano state tracciate le linee guida del prossimo triennio. “Un’intesa tra i due enti che suggella una collaborazione ormai attiva da anni” spiega Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa “e che già si è recentemente tradotta nella messa in agenda di azioni pratiche a favore delle imprese che hanno tutto l’interesse a programmare attività finalizzate alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.
Presidente Tazza, la collaborazione tra Sistema Impresa e Inail dura da anni.Quali sono le esigenze di questo nuovo Protocollo di Intesa, siglato a luglio e avviato a ottobre?
Il primo accordo quadro tra Sistema Impresa e Inail è datato aprile 2015. Insieme abbiamo avviato un impegno comune sul delicatissimo fronte della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro concentrandoci prioritariamente sul terziario, settore in cui per prassi ed erroneamente, si presume ci sia una percentuale minore di infortuni sul lavoro. Abbiamo elaborato un “Documento programmatico 2016-2017” e avviato un Comitato paritetico di Coordinamento, da me presieduto, che ha dato seguito agli obiettivi previsti.
Un buon lavoro che ha prodotto la realizzazione di Modelli di Organizzazione, gestione e controllo inerenti la salute e la sicurezza in aziende riferibili al terziario, in particolare riconducibili al turismo e ai servizi alla persona e alle imprese. Ne scaturirà la pubblicazione di un opuscolo che, a seguito dei recenti obiettivi individuati dal nuovo Protocollo di Intesa, verrà divulgato alle Pmi del territorio nazionale. Il Comitato Paritetico di Coordinamento di ieri ha avviato gli obiettivi del Protocollo di Intesa e chiuderà in maniera efficace quanto realizzato nello scorso triennio.
Quali sono concretamente le azioni che porterà avanti il Comitato, frutto di questo secondo Protocollo di intesa?
Le azioni che abbiamo previsto per il triennio e ben espresse nel Protocollo sono: l’implementazione e la pubblicazione dei documenti elaborati nel corso del secondo accordo quadro; la divulgazione delle esperienze acquisite nella realizzazione degli esempi di Mog, attraverso iniziative informative, workshop e seminari tematici sul territorio nazionale; azioni volte al contenimento degli infortuni nelle aziende del settore, anche attraverso la diffusione della cultura della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sulla base di un modello di processo che garantisca partecipazione, coinvolgimento e confronto tra i soggetti coinvolti sui temi della prevenzione; l’individuazione e la diffusione di buone pratiche in materia di salute sicurezza e prevenzione, con il coinvolgimento degli strumenti paritetici bilaterali confederali, il Fondo Formazienda e l’Ente Bilaterale Ebiten, nonché della Confsal.
Quindi verranno messi in agenda anche seminari e incontri formativi direttamente con le imprese?
Certamente. Le imprese saranno il nostro primario interlocutore. Tuttavia, occorre pianificare a monte un lavoro capillare. Per questa ragione stiamo predisponendo un primo grande evento nella sede dell’Inail di Roma a cui saranno invitati i vertici delle direzioni territoriali Inail, i vertici delle nostre articolazioni confederali e diverse imprese al fine di “formare” le sedi regionali e provinciali che a loro volta si faranno portavoce dei contenuti ricevuti. L’obiettivo è di raggiungere il numero più ampio di micro e piccole imprese in tutto lo stivale. Abbiamo anche immaginato di predisporre un software in grado di facilitare le imprese e i relativi operatori di settore nella predisposizione e adozione dei Modelli di Organizzazione e gestione della Sicurezza.
Qual è secondo lei il metodo più efficace per fare in modo che le aziende partecipino a questi incontri e siano sempre più attente al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro?
Il tema centrale è quello dell’incentivo e della premialità nei confronti di chi rispetta determinati standard di sicurezza. A tal proposito abbiamo previsto alcune azioni che saranno determinanti per le aziende che parteciperanno ai seminari in programma: verrà data loro la possibilità di ottenere la riduzione del premio assicurativo per prevenzione.
Lo sconto sarà rivolto a quelle aziende che recepiranno i nostri Modelli Organizzativi e che quindi realizzeranno interventi per migliorare le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non solo. Apriremo un confronto con Uni, l’ente italiano di normazione con cui Sistema Impresa lavora già da tempo, e verificheremo se ci sono le condizioni per avviare una prassi di riferimento che abbia a tema proprio i Modelli di Organizzazione, gestione e controllo inerenti la salute e la sicurezza in aziende del terziario.
In che modo verrà monitorata l’attuazione di tali azioni?
Sarà anche questo il ruolo del Comitato Paritetico di Coordinamento, composto da sei esperti della materia, di cui tre individuati dall’Inail e tre individuati da Sistema Impresa. Nel Protocollo d’Intesa è scritto nero su bianco che Sistema Impresa e Inail, in funzione delle specifiche competenze e disponibilità, si impegnano anche a mettere in campo le risorse professionali, tecniche, strumentali e a rendere disponibile il proprio patrimonio di conoscenze in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro per la realizzazione delle iniziative progettuali e dei piani operativi.
Il tutto avverrà in una logica di compartecipazione paritaria, di replicabilità delle iniziative sviluppate e di ampia ricaduta dei risultati perseguiti in termini di numero di destinatari raggiunti direttamente o indirettamente.
Cosa ci dice della situazione generale del tema sicurezza sul lavoro nel nostro Paese e in particolare nel terziario?
Il settore terziario è eterogeneo e spesso, specialmente in relazione alle micro, piccole e medie imprese, viene erroneamente considerato esente da rischi per i lavoratori. Non è così. La realtà produttiva italiana vede una presenza significativa di aziende che operano in quest’ultimo settore economico, ed in particolare nell’ambito del turismo (alberghi, ristoranti, campeggi) del commercio (servizi commerciali, piccoli negozi, media e grande distribuzione) e dei servizi (servizi alla persona, attività amministrative e di ufficio in genere) con un numero di occupati sempre crescente.
È evidente che in questo settore avviene un gran numero di infortuni e malattie professionali. La banca dati Inail, benché chiaramente registri solo le percentuali di infortuni denunciati, ci aiuta a capire meglio la situazione e a farci un’idea di quanto sia necessario creare una vera e propria cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel 2017 si sono registrati 63.935 casi di infortunio nelle attività commerciali e dei servizi di cui 62 mortali. Numeri inferiori rispetto al 2016 ma in crescita rispetto al 2015. Le Regioni più colpite risultano essere l’Emilia Romagna, la Puglia e l’Abruzzo territori in cui, notoriamente, il turismo è più sviluppato. Dalle percentuali registrate emerge che le donne sono leggermente più colpite rispetto agli uomini e che l’età in cui si verificano la maggior parte degli infortuni varia tra i 20 e i 49 anni. I dati del 2018 sono in aggiornamento e ci auguriamo diano segnali migliori.
Occorre tuttavia creare tanto nei datori di lavoro quanto nel lavoratore sempre maggiore consapevolezza fornendo loro strumenti culturali e pratici adeguati alla prevenzione. Il lavoro che abbiamo svolto e che continueremo per il prossimo triennio rappresenta un grande sostegno in tal senso con l’obiettivo di conformare le condizioni per garantire la massima sicurezza in qualsiasi posto di lavoro.