Welfare contrattuale, un’opportunità per imprese e lavoratori

Il ruolo degli enti bilaterali nel processo di costruzione del welfare aziendale “su misura”. Intervista a Matteo Pariscenti, direttore di Ebiten, ente bilaterale nazionale del terziario.

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Negli ultimi anni il welfare aziendale ha subito un incremento. Le imprese che hanno adottato politiche di welfare sono cresciute: i datori di lavoro ne hanno guadagnato in termini di produttività e di benessere dei propri dipendenti. Queste imprese hanno messo il primo importante tassello per il proprio processo di sviluppo sano e duraturo. Quando si parla di welfare, spesso lo si associa al termine bilateralità, soprattutto in riferimento ai cosiddetti organismi bilaterali. Di quale sia il ruolo degli enti bilaterali nel welfare aziendale ne abbiamo parlato con Matteo Pariscenti, direttore di Ebiten.

Direttore, cosa si intende per welfare bilaterale?

Per welfare bilaterale si intende il welfare sviluppato dalla contrattazione collettiva nazionale o di secondo livello nell’ambito di un sistema strutturato di enti e fondi bilaterali che erogano i servizi e le prestazioni negoziali. Come nel caso dell’Ebiten, l’ente bilaterale individuato dalle parti sociali Sistema Impresa e Confsal, Fesica e Fisals per tutti i contratti tra loro siglati.

C’è differenza tra welfare aziendale e welfare bilaterale?

Il welfare aziendale tende a concentrarsi nelle imprese di dimensioni medio grandi, attive soprattutto nei settori economici più sviluppati, come ad esempio l’industria. Il welfare bilaterale, invece, si sta rivelando una buona opportunità a tutela dei lavoratori impiegati in settori produttivi più frammentati, ad esempio il terziario, settore di cui Ebiten si occupa prioritariamente.

Gli ambiti di intervento dei sistemi bilaterali, in questi anni, si sono rivolti prioritariamente alla mutualizzazione di obblighi retributivi derivanti dal contratto di lavoro e alla gestione delle provvidenze nei campi dell’assistenza sociale e sanitaria. Anche se i più diffusi strumenti di welfare bilaterale sono per lo più legati alle forme di conciliazione a sostegno della famiglia.

L’ente bilaterale come si pone in questo senso?

Il dialogo tra bilateralità e welfare aziendale è in crescita. Sempre più spesso gli enti bilaterali scelgono di proporre ai lavoratori delle vere e proprie piattaforme di welfare simili a quelle che i dipendenti delle medie e grandi imprese hanno a disposizione.

Anche Ebiten?

L’Ebiten ha effettuato uno studio di fattibilità in cui ha riscontrato un allontanamento tra i benefit maggiormente proposti dalle aziende e quelli desiderati dai dipendenti. In particolare è emerso che i più utilizzati sono i buoni pasto, strumenti high tech e le polizze assicurative mentre i più ambiti dai dipendenti sono i servizi di sostegno alla famiglia, servizi di benessere e servizi legati allo shopping. Per tali motivi Ebiten sta valutando, tra numerose proposte, l’utilizzo di una piattaforma che soddisfi concretamente le esigenze dei lavoratori aderenti.

E come si pone il welfare bilaterale nella contrattazione collettiva?

Parlare del welfare nella contrattazione di secondo livello non è semplice. Occorre una preparazione adeguata alla stesura di contratti fatti su misura per l’azienda, contratti in cui vengano rispettati i parametri per accedere alla detassazione e decontribuzione parziale del premio di produttività in virtù di obiettivi aziendali previsti negli accordi stessi. Da questo punto di vista, Ebiten è in grado di fornire un’adeguata formazione agli operatori di sistema rispetto all’attività consulenziale necessaria ad accompagnare le aziende nel confezionamento di accordi o regolamenti “potabili”. In altri termini, accordi che permettano all’impresa di sostituire in maniera efficace il premio con il welfare.

Quali sono i benefici del welfare?

Il welfare si ripercuote positivamente sul clima generale dell’impresa. La diminuzione dello stress e dell’assenteismo sono solo due dei fattori che si percepiscono immediatamente in un’impresa che adotta tali politiche. Questi enormi benefici vengono nel breve periodo tradotti in un aumento della produttività aziendale. Per questo si dice che un piano di welfare rappresenta una leva strategica nell’ambito della gestione del personale d’impresa. Diversi studi hanno certificato come le aziende attive su questo tema migliorino le proprie prestazioni, rafforzino la relazione tra individuo e impresa e favoriscano la propria reputazione sia all’interno che all’esterno.

Lo sviluppo di esperienze bilaterali su base regionale e locale potrebbe aiutare ad adattare l’offerta di welfare alle esigenze specifiche dei territori dando vita a forme di secondo welfare tagliate sulle concrete esigenze territoriali di imprese e lavoratori. Si potrebbero sperimentare servizi innovativi e creare reti con altri attori, anche istituzioni pubbliche, proprio per costruire un’offerta completa e integrata di politiche sociali. Un grande potenziale per la bilateralità che, però, ha bisogno di reti di supporto adeguate.


A supporto della contrattazione collettiva

Matteo Pariscenti, direttore di Ebiten
Matteo Pariscenti, direttore di Ebiten

Matteo Pariscenti è direttore di Ebiten, l’organismo bilaterale intersettoriale (Ente bilaterale e organismo paritetico) costituito tra le parti sociali Sistema Impresa, Confsal, Fesica Confsal, Confsal Fisals. L’attività delle parti sociali costituenti l’Ebiten, nell’ambito delle politiche attive per il lavoro, si è tradotta nella sottoscrizione di numerosi contratti collettivi nazionali. Attualmente, oltre alla sede nazionale, esistono 9 Ebiten Regionali. Ebiten è inserito nell’albo informatico del Ministero del Lavoro tra gli operatori abilitati all’Attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.


 

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