La pubblica amministrazione è in maggioranza formata da donne, che rappresentano il 58,8% del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani.
Se si guarda, però, alle posizioni apicali, la situazione cambia sensibilmente: solo il 33,8% è donna, appena una su tre. Considerando che tra il personale direttivo e di alta dirigenza la presenza femminile è cresciuta del 9% negli ultimi dieci anni (dal 20% del 2010 al 29% nel 2020), se i ruoli apicali crescessero con questa velocità la parità di genere si raggiungerebbe solo nel 2040.
Questi numeri emergono da un’analisi sulla presenza femminile nella Pa realizzata da FPA, società del gruppo Digital360, elaborando dati sui dipendenti pubblici dal Conto Annuale RGS e dati sugli apicali da fonte Openpolis.
I settori “rosa” della pubblica amministrazione
Tra i settori della Pa in cui le donne sono più presenti, stacca quello dell’Istruzione-Ricerca. Qui ne sono impiegate 975mila, più di metà del totale di 1,9 milioni di donne presenti in totale. Il resto è suddiviso principalmente tra Sanità (454mila), Funzioni locali (275mila) e Funzioni centrali dello Stato (116mila). Ma tornando agli apicali, anche nel settore Istruzione-Ricerca emergono percentuali ancora basse. Le donne ricoprono solo il 18,4% delle posizioni ai vertici delle università, il 18,7% di quelle degli enti pubblici di ricerca. Sono al di sotto del 20% anche nelle Ambasciate (14,4%), negli enti pubblici economici (18,5%) e organi costituzionali o a rilevanza costituzionale (18,9%). La maggiore presenza ai vertici si rileva invece nei ministeri senza portafoglio (45,5%) e negli organi legislativi internazionali o europei (44,7%).
Soffermandoci poi su una figura dirigenziale specifica, quella del Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD), riscontriamo dati analoghi. Da un’elaborazione FPA su open data AGID – IPA, emerge infatti che, a febbraio 2023, il 33,4% dei RTD nominati è donna (quasi 3.500 su circa 10.400). Sono il 66,5% nel settore dell’Istruzione statale, il 50% nelle Agenzie ed Enti per il Turismo, il 42,9% nelle Agenzie ed Enti regionali di Sviluppo Agricolo. Sono solo il 10,2% tra i Commissari straordinari Governativi, il 10,5% tra i Consorzi Interuniversitari di Ricerca e il 14,3% tra gli Enti e le Istituzioni di Ricerca Pubblici.
Confronto con l’Europa
Confrontando la situazione italiana con quella europea, la ricerca FPA evidenzia come le donne italiane siano molto meno presenti della media degli altri paesi. Nell’Europa a 27, secondo i dati Eurostat 2021 il 7,7% delle donne occupate lavora nella pubblica amministrazione, in Italia il 4,3%. Inoltre, in Europa si registra una presenza quasi paritaria di uomini e donne all’interno della pubblica amministrazione. Le donne sono il 49,3% (istruzione esclusa), mentre in Italia la presenza femminile è al 35,3%.
“Negli ultimi anni sono stati compiuti passi avanti nella presenza delle donne nella pubblica amministrazione – commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA -. Bisogna però fare ancora tanta strada per raggiungere la parità di genere nei settori apicali. L’obiettivo ambizioso sarebbe accelerare il trend, ottenendo la parità di genere in un decennio (entro il 2033), anche grazie alla spinta data dall’attuazione del PNRR. Ma per raggiungere questo obiettivo, si dovrebbe raddoppiare la velocità di crescita attuale”.