Trovare e trattenere i migliori talenti è sempre più una “mission impossible”.
Secondo i recenti dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, il 46% dei lavoratori italiani ha cambiato lavoro negli ultimi 12 mesi o ha intenzione di farlo (il 77% tra gli under 27).
Poi c’è il Quiet Quitting: il 12% dei lavoratori si limita a fare il minimo indispensabile e non è coinvolto emotivamente nelle attività lavorative. Tradotto, non si sente valorizzato adeguatamente.
Per far fronte a questi fenomeni, che portano le persone ad allontanarsi dalle organizzazioni per le quali lavorano, e cercare di aumentarne la retention, gli esperti di CoachHub propongono i seguenti consigli operativi.
Buona impressione durante l’onboarding
L’onboarding è un momento cruciale, nel quale i nuovi dipendenti provano a immaginare quale esperienza di lavoro li aspetta. Il fatto che questa fase sia proficua e lineare, oppure caotica e confusa, genera opinioni che accompagneranno tutta la permanenza dei neoassunti. Il coaching può essere decisivo per aiutare i nuovi collaboratori ad adattarsi al ruolo e alla cultura aziendale.
In particolare, un percorso individuale permette di svolgere con successo una nuova funzione attraverso diverse strategie. Fissare obiettivi per raggiungere traguardi sul breve termine, tessere nuove relazioni e creare una rete di contatti, gestire lo stress legato alla transizione, individuare modi alternativi per lavorare in settori o ricoprire ruoli mai affrontati prima, o ancora creare un ambiente di lavoro psicologicamente sicuro e inclusivo.
Fornire supporto ai talenti nel corso della carriera
Durante il loro percorso professionale, i dipendenti possono sperimentare alcune battute d’arresto. In questi casi, chi vive un’esperienza negativa quando chiede supporto all’azienda è più portato a cercare nuove opportunità. Il coaching individuale è un prezioso sostegno perché aiuta i talenti a imprimere una direzione chiara al proprio futuro professionale, oltre a essere uno degli strumenti più efficaci per gestire lo stress, allenare la resilienza e favorire il benessere mentale.
Percorsi personalizzati di formazione e sviluppo
Lo stimolo a raggiungere livelli sempre più alti nel proprio lavoro è tipico dei cosiddetti high performer. Se le aziende vogliono fidelizzare i talenti più brillanti, devono garantire loro uno spazio di crescita personale e professionale. I programmi tradizionali (workshop, seminari, corsi per ottenere certificazioni, webinar) si confermano una costante, ma anche il coaching individuale personalizzato comincia a imporsi.
Secondo Gartner, entro il 2030 le attività di coaching saranno cento volte più diffuse e diventeranno parte integrante dello sviluppo del personale in qualsiasi realtà lavorativa. Da soli o associati a proposte di formazione e sviluppo, i programmi si sono dimostrati estremamente efficaci per aiutare i dipendenti a elaborare e applicare le nozioni apprese.
Preparare i manager
I manager devono essere preparati ad accompagnare il proprio team nella risoluzione dei problemi con esiti positivi e produttivi. Pochi di loro, tuttavia, ricevono la formazione necessaria per aiutare i collaboratori insoddisfatti a ritrovare la motivazione perduta. Ricevere la promozione a manager non significa automaticamente essere un “leader”. Il compito del coaching è anche questo: guidare i manager nello sviluppo del loro potenziale e della loro propensione alla leadership, stimolandoli a prendere coscienza dei propri punti forti e deboli che ne faranno dei leader a tutti gli effetti.
Ridefinire mission e valori con responsabilità sociale
Le aziende rischiano di perdere terreno se non si preoccupano di rispettare gli impegni presi e, ancor più, di esaminare e aggiornare la propria mission, i propri valori e la propria cultura aziendale alla luce di tematiche sociali. Dare valore alla responsabilità sociale e all’esperienza dei dipendenti è un vantaggio competitivo determinante per assicurarsi i talenti migliori, che sono anche generalmente i più attenti a questi temi.
Il coaching alimenta il dialogo in materia di cultura aziendale e DEI&B: promuovere un contesto variegato, equo e inclusivo in grado di generare senso di appartenenza contribuisce ad aumentare il coinvolgimento e la fidelizzazione dei talenti.